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I misteri della marcia di San Calò

L’ha scritta il maestro Luigi Ingo, o il fratello Salvatore? Il titolo è “Zingarella” o “Brunetta”? Versioni contrastanti sulla popolarissima e amatissima marcia che accompagna la processione del Santo Nero ad Agrigento, la prima e la seconda domenica di luglio, per vie, vicoli e vicoletti di tutta la città.

Agrigento, Festa di San Calò (Foto Raimondo Moncada)

La musica di San Calò ce l’hai così dentro, appiccicato agli atomi del corpo e dello spirito, che quando all’orecchio ti arriva un solo accenno di “Brunetta”, la marcia che tradizionalmente accompagna ad Agrigento la processione del santo per vicoli e vicoletti e pirtusa di tutta la città, ti appare subito lui, San Calò. È un istante. Una folgorazione. Un miracolo. La banda non suona altro che “Brunetta”, per ore e ore, mentre le teste dei portatori e dei fedeli a piedi scalzi bruciano al sole.

L’autore della popolarissima marcia non è di Agrigento. Ma di Alessandria della Rocca, e di cognome fa Ingo. Compositore molto conosciuto e apprezzato nel mondo musicale.

Prima di oggi, e dopo 51 anni di esistenza su questa terra, non mi ero mai posto il problema di chi fosse il padre di “Brunetta”. Il nome di Ingo me lo ha tirato fuori un altro maestro che stimo tantissimo, un artista di Raffadali, Filippo Ragusa, compositore eccelso e direttore del corpo bandistico “Parisi”. Nel commentare la trascinante interpretazione della band milanese dei Four on Six, postata sul mio profilo Facebook, il maestro Ragusa ha precisato: “Tanto per sapere… questa è una marcia brillante per banda scritta dal Maestro Ingo di Alessandria della Rocca, il vero titolo della marcia non è Zingarella, ma Brunetta”.

La curiosità mi ha spinto a fare qualche ricerca veloce su internet. Non ho trovato tantissimo. E quel poco che ho trovato si collega a Luigi Ingo, a cui è dedicata nel paese natio l’associazione culturale musicale alessandrina che nel 1993 ha anche dato vita al locale complesso bandistico diretto dal nipote e maestro Roberto Guastella. Nel suo blog ingaoingo.alteravista.org, Francesco Febronio Ingo, mi dice che il noto compositore alessandrino appartiene “a una famiglia che la musica la porta nel sangue e ha conseguito il diploma di composizione e strumentazione per banda e conservatorio ‘Bellini’ di Palermo. Ha studiato direzione d’orchestra col maestro Pappalardo. Ha composto diverse opere tra cui marce sinfoniche, marce funebri, il concerto per clarinetto e pianoforte “Trastullo” e la musica di “Nunziatella” il dramma lirico dello scrittore modenese Clemente Coen.

La Casa Editrice Tito Belati ce l’ha nell’elenco dei propri autori. Scopriamo così che Luigi Ingo è nato a Alessandria della Rocca nel 1898; che è stato compositore, direttore di banda e insegnante; che ha diretto, tra le altre, le bande di Santo Stefano di Camastra (Messina), Bivona (Agrigento), Caccamo (Palermo); che è morto a Roma nel 1976”. Pubblico su Facebook queste mie veloci ricerche tratte da Internet che non è un’enciclopedia, non è una scienza esatta. “Taggo” tra gli altri Carmelo Burgio, segretario generale di importanti Comuni italiani, originario di Alessandria della Rocca, che subito mi mette in contatto con i familiari dei due maestri. Per primo interviene Nino Ingo, nipote del compositore: “Per correttezza biografica, la porto a conoscenza che  il maestro è morto a Torino nel 1979”.

E’ la volta di Giuseppe Ingo: “Zingarella è stata composta nel 1930 da mio zio Salvatore Ingo, fratello di Luigi, nonché fratello di mio padre, in occasione della festa del Santissimo Crocifisso di Siculiana”. Giuseppe Ingo cita il libro di Alphonse Doria dal titolo Il Santuario del SS Crocifisso di Siculiana”.

Anche il maestro Filippo Ragusa precisa che il brano appartiene a Salvatore Ingo. Per completezza di informazione riportiamo anche quanto sostiene il blog Mondobanda che attribuisce Brunetta a Luigi Ingo. Su Youtube, inoltre, si segnalano diversi video che non solo non ci aiutano ma ci fanno confondere: ora attribuiscono il brano a Luigi, ora a Salvatore. E non solo. La marcia viene chiamata sia Brunetta che Zingarella. Insomma, ognuno ha la sua verità che è diversa da quella che viene dal paese d’origine, dalla famiglia del suo autore).

Ma chi è Salvatore Ingo? Ne parla sempre il nipote Giuseppe che ci fornisce pure una foto d’epoca: “Nasce ad Alessandria della Rocca nel 1896 ed è il terso di sei figli che portano la musica nel sangue. Salvatore è stato un grande suonatore di flicorno baritono e tenore. E’ stato maestro di musica a Montallegro, Siculiana e Licata. Gli altri fratelli: Giuseppe (clarinetto), Alfonso (sax tenore), Luigi (flicorno), Francesca (dotata di una bellissima voce) e Vincenzo (clarinetto piccolo Mib). Ringrazio mio cugino Roberto Guastella per avere ripreso la prestigiosa tradizione di famiglia. Nella foto Salvatore Ingo suona il contrabbasso”.

Agrigento, festa di San Calò (Foto Raimondo Moncada)

Carmelo Burgio, da alessandrino Doc, ci offre poi la sua personale testimonianza: “Una famiglia dedita alla musica, bravissime persone che ho avuto il piacere di conoscere, avendo condiviso con loro la stessa via, un tempo luogo del grande valore della viciniorità, permeato da sinceri e duraturi sentimenti”.

Dopo questo svelamento del mistero a più voci, ora so a chi debbo ringraziare per una melodia che ti riporta alla fede, alla festa, al popolo, alla città di San Calò, la mia città: Agrigento. Chi non è agrigentino, chi non è nato e cresciuto con San Calò, non può capire: non può essere attraversato dal brivido che si sente ascoltando solo una nota di questa musica che già sentivo nella pancia di mia madre all’arrivo crescente della vara in piazza Don Minzoni, dove nella vicina Discesa Seminario avevo una piccolissima reggia. Il primo ottobre si celebrano i 120 anni della nascita del celebre maestro Luigi Ingo. Quel giorno risentirò la musica di San Calò e abbraccerò lui, Salvatore, tutta la famiglia Ingo e gli amici di Alessandria della Rocca che invito tutti a visitare.

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