Fondato a Racalmuto nel 1980

La paura del virus ha annientato i nostri mariti

Sono diventati un tutt’uno col divano

Valeria Iannuzzo

“Io resto a casa” è il decreto del presidente del Consiglio per arginare la diffusione del coronavirus. È bastato un semplice appello per scatenare sui social un fiume di condivisioni e nuovi stati in cui tutti, ma proprio tutti hanno dichiarato “Io resto a casa. Anche big, influencers, attori, calciatori, comici, cantanti, e chi più ne ha più ne metta, hanno condiviso videomessaggi in cui dichiaravano di restare a casa. E fin qui tutto bene, siamo rimasti a casa, ci siamo dati alla cucina, impastando dolci, infornando torte, preparando salse e postando ogni genere di pietanza. Ma a distanza di appena quarantotto ore, Conte ordina la chiusura di ogni genere di attività, ad esclusione di alimentari e farmacie, e ci dice che “Ce la faremo”.

Ed ecco che sui social si scatena la frenesia e tutti iniziano a postare arcobaleni accompagnati da “C’è la faremo”
“C’è la faremo?”, ma state scherzando, come possiamo farcela se scrivete queste bestialità. Non ho dubbi, non abbiamo scampo, se non moriremo di complicanze respiratorie moriremo di vergogna.

Ma ciò che è ancora più grave è che a questi stati, post, storie si accompagnano un sacco di like, condivisioni e commenti.
Insomma, un esercito di ignoranti, che per ammazzare la noia dopo solo due giorni di “Io resto a casa”, nella smania di condividere e cliccare non si rende conto delle bestialità che alimenta. Dunque, carissimi sappiate che le nostre chance di superare immuni questa pandemia si sono notevolmente ridotte, non fosse altro per la convivenza promiscua a cui siamo costretti con i nostri cari.

Cari? Forse erano cari, perché sono bastati solo un paio di giorni di ritiro tra le mura domestiche per farci scoprire come i nostri splendidi bambini forse non sono così splendidi come abbiamo sempre pensato. Gestirli h24, in uno spazio circoscritto con l’aggravio di una caterva di compiti da fare ha messo a fuoco aspetti del loro carattere su cui non ci eravamo mai voluti soffermare. E avendo già preparato torte e pizze, impastato pasta di sale e decorato l’indecorabile, gestirli è diventato veramente difficile.

Il tutto si è aggravato quando i nostri mariti, solitamente assenti giustificati, sono diventati presenti ma allo stesso tempo assenti. La paura del virus, sostengono, li ha annientati facendoli diventare un tutt’uno col divano. E adesso, dopo qualche piccola boccata d’ossigeno calcistico, sono passati a sciropparsi ogni genere di programma televisivo che faccia il punto sull’attuale situazione in Italia e nel mondo. Questo vuol dire che di fatto ci sono, sono lì sul divano, ma è come se non ci fossero.

E allora ditemi, come possiamo farcela? Se sopravviveremo a questo virus, rimanendo a casa, cosa rimarrà delle nostre relazioni coniugali e familiari?

Il Coronavirus sarà un vero e proprio banco di prova per ciascuno di noi. E mentre i bambini contano i giorni per poter ritornare a scuola, noi registriamo inermi un aumento ponderale mai visto prima, sempre più consapevoli che stavamo meglio quando pensavamo di stare peggio. Ma ce la faremo.

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