Da poco laureato in Ingegneria, Federico, stampa, gratuitamente, in 3D le mascherine di protezione, molte delle quali già consegnate all’ospedale di Agrigento. “Non chiedo soldi, ma si potrebbero acquistare altre stampanti e aumentare la produzione”.
Visiere facciali stampate in 3D per proteggere chi lavora negli ospedali e nelle strutture sanitarie. È stata progettata da un ventenne svedese che ha regalato a tutti il progetto per fare in modo che altri possano realizzarle. Con un solo scopo: proteggere, nel periodo del coronavirus, tutti coloro che hanno bisogno di protezione: medici, infermieri, personale sanitario, forze dell’ordine. La potenza della rete ha fatto viaggiare l’idea nata in Svezia lungo tutt’Europa fino all’Italia, dove tanti che hanno una stampante in 3D si son dati da fare. I file tridimensionali sono arrivati a volontari, designer, studenti, giovani architetti e ingegneri che hanno condiviso sui social il progetto che è arrivato anche in Sicilia.
A Racalmuto, da diversi giorni, Federico Romano, 28 anni, produce a casa le mascherine stampate in 3D.
Aveva visto su Facebook e su Youtube i vari tutorial e si è messo subito a lavoro con la sua stampante in 3D che già altre volte aveva utilizzato: “Guardando un po’ queste mascherine – ci racconta Federico, da poco laureato a Pisa in Ingegneria edile e Architettura – ho subito provato a realizzarne una. Ho leggermente modificato il progetto inserendo alcuni elementi ed ecco la mascherina realizzata con la visiera in pvc e il bordo in plastica”.
“Quello che mi ha colpito di quest’idea – dice – è la grande semplicità del progetto che, tra l’altro, non ha fini di lucro. Chi realizza queste mascherine spende pochissimo, circa 1 euro per il materiale. Cosi anch’io, come tanti in Italia, sto realizzando le mascherine per chi veramente ne ha bisogno, chi è più esposto di noi che abbiamo la fortuna di stare a casa in questo periodo difficile”.
Federico trascorre così le giornate. Con una stampante riesce a realizzarne 25 al giorno. Poche per il gran bisogno che c’è in tutto il territorio. Ne ha già consegnate una cinquantina all’ospedale di Agrigento e ad alcuni ragazzi che lavorano in vari ospedali siciliani. Sta lavorando per produrne ancora, ma allarga le braccia: “Ci vorrebbero altre stampanti in 3D, non costano molto, e darebbero un grande aiuto in questo periodo”.
Le mascherine funzionano. È stata progettata per essere stampata sulla maggior parte delle stampanti 3D. Serve avere pellicola e una perforatrice. Documentandoci, tra l’altro, abbiamo letto che la visiera è stata sottoposta a test di sicurezza in vari ospedali e a quanto pare è utile, soprattutto quando scarseggiano i dispositivi per la sicurezza. “Ovviamente non chiedo nulla – tiene a precisare il giovane ingegnere di Racalmuto – solo collaborazione a far arrivare il materiale e naturalmente se vogliamo aumentare il numero di mascherine servono altre stampanti idonee”.
Come hanno fatto alcuni giovani della provincia di Varese, anche Federico Romano ha chiesto alle istituzioni locali una mano d’aiuto. Spendendo poco più di 500 euro per compare due stampanti in 3D, la produzione di mascherine di sicurezza aumenterebbe. In tutt’Italia alcuni sindaci hanno acquistato le stampanti per far realizzare le mascherine e poi, quando l’emergenza sarà finita, donarle alle scuole. Con poco si potrebbe dare una mano di aiuto a tutti coloro che lavorano negli ospedali, nelle case di riposo per anziani, nelle Forze dell’ordine: distribuendo visiere protettive ai cittadini più esposti al pericolo di contagio e in prima linea contro il terribile Covid-19. Federico ha dato la sua disponibilità e continua la sua attività solidale. Saranno disponibili anche gli amministratori del nostro territorio?