Fondato a Racalmuto nel 1980

Essere donna al tempo del Covid

Mai passare per la befana di turno. L’imperativo è non farsi mai trovare impreparati 

Valeria Iannuzzo

“Casa dolce casa” è ciò che abbiamo pensato tutte le volte in cui abbiamo sentito il bisogno di essere noi stesse, di liberarci da ruoli e schemi, di respirare a pieni polmoni, di scrollarci di dosso ansie e problemi.

La casa, nell’immaginario collettivo, è un luogo sicuro che tutela la nostra privacy, che ci protegge da occhi e orecchie indiscreti, che ci concede il privilegio di essere autentici. Niente di più sbagliato. Sappiate che, vicini invadenti e curiosi a parte, oggi la casa non è più nulla di tutto questo. Se fino a qualche tempo fa, un tempo neanche molto lontano, varcare la soglia di casa, ci permetteva di liberarci da abiti formali, trucco pesante e ruoli professionali, adesso non è più così. Lo smart working, la didattica a distanza e le relazioni virtuali ce lo impediscono. Ed ecco che siamo stati costretti ad aprire la nostra casa ad emeriti sconosciuti e a mostrare primi piani non sempre edificanti su schermi al LED che del perdono non sanno proprio nulla.

La mia amica Carmen, piuttosto contrariata, mi raccontava della sua prima lezione a distanza, facendone un bilancio piuttosto positivo. Peccato però che una mamma, in uno slancio di entusiasmo del tutto incontrollato, durante la lezione, le aveva girato uno screen shot in cui il suo bel faccione riempiva l’intero schermo.

Ecco, appare chiaro come la casa non ci protegga più. E se sino a qualche tempo fa potevamo permetterci di fare respirare la nostra pelle liberandoci dal trucco e imprigionare i nostri capelli con pinze e mollette per evitare di stressarli con lavaggi frequenti e piastre, adesso non è più così. E tutto questo non riguarda solo le donne lavoratrici, ma anche le casalinghe, donne e mamme, che devono sostenere i loro figli nella didattica a distanza e mantenere relazioni virtuali con video chiamate private o peggio ancora di gruppo.

Così nessuno, al tempo del Covid 19, può permettersi di passare per la befana di turno. Tutte dobbiamo essere pronte per eventuali attacchi a sorpresa. Le persone più educate, solitamente anticipano la videochiamata con un messaggio, altre invece vanno d’istinto, senza pensare ai possibili traumi che l’interlocutore potrebbe subire rispondendo alla loro chiamata. Vedere lì, su quello schermo di ultima generazione la propria faccia, corredata di rughe e occhiaie, di un grigiore senza precedenti, incorniciata da capelli irsuti dal colore indefinito, credetemi è un trauma difficilmente superabile. Se tutto questo avviene in famiglia o con amici con cui sei capace di sdrammatizzare, una simile visione potrebbe diventare occasione di risate e buon umore. Diverso è il caso in cui a beccarti è un perfetto estraneo, detentore dell’immagine virtuale più perfetta che la rete abbia mai rimandato.

L’imperativo, a questo punto, è non farsi mai trovare impreparati. Ed ecco, che dopo un confronto con amici e colleghi ho messo a punto un elenco di consigli da condividere.

Consiglio numero uno, di vitale importanza: dimenticati di essere a casa. Appena sveglia docciati e truccati come fai solitamente quando esci o vai al lavoro. Vestiti. Vestiti non vuol dire copriti. Quelle vestaglie sbiadite, quei maglioni infeltriti non fanno alcuna presa su tuo marito, figuriamoci che effetto avranno sugli estranei. Scegli colori vivaci, che rendano bene in video. Se proprio non ti va di curare il tuo abbigliamento utilizza una base nera e armonizzala con foulard, pashmine o grandi collane. Fregatene se tua cognata ti dice che ti sei bardata come la madonna del Monte, va bene lo stesso. Cura i capelli, senza stressarli e visto che il colore ormai è andato scegli un look spettinato che giochi su luci e ombre.

Utilizza una buona location. Se vuoi apparire un intellettuale, sappi che una libreria che ti fa da sfondo potrebbe farti guadagnare parecchi punti. Rilassati, poco conta se di quei libri non ne hai letto neanche uno, o se sono di cartone pressato, o ancora peggio se sono coperti da strati e strati di polvere. In video tutto questo non si capisce. Giocati pure la carta dell’intellettuale.
Se non ha in una casa perfettamente ordinata, cosa difficile in questo momento, ti prego rimani immobile, non andare in giro, potresti mostrare dettagli che difficilmente potrebbero essere dimenticati.

Gioca con le luci. Se pensi di essere fruibile, apprezzabile, godibile, posizionati di fronte ad una fonte di luce, una finestra, una lampada, mostrando il tuo lato migliore. Se invece, qualunque sforzo tu abbia fatto, il risulto non ti soddisfa – cessa eri e cessa sei rimasta – gioca con la penombra, il vedo e non vedo, con questa tecnica anche i baffi che iniziano a fare capolino saranno mimetizzati.
Mai puntare la videocamera dal basso verso l’alto, quei chili che la quarantena ti ha amabilmente regalato verranno amplificati, permettendo a chiunque di continuare a mandarti video e immagini che ironizzano sul tuo peso. Per quel che riguarda la voce, in tempi tanto stretti, penso che non si possano fare miracoli. Cadenze e inflessioni dialettali stridono terribilmente con la tua immagine. Qui l’unico rimedio sono i tempi. Non affrettarti nel conversare, usa le pause, rilassati.

E poi sorridi, sorridi sempre, le emozioni spesso non forano lo schermo. Ciò che arriva è il tuo sorriso. Impara a sfoderare il tuo sorriso migliore, evitando abilmente l’atteggiamento da oca giuliva.

Se invece appartieni a quella eccezionale categoria di donne indiscutibilmente perfette, sappi che continuare a fissare il monitor compiacendoti dell’immagine riflessa non ti garantirà il conferimento dello scettro da reginetta, anzi regalerà ai tuoi interlocutori la peggiore impressione che di una donna si possa avere. So che ancora una volta, anche al tempo del Covid, essere donna è un lavoraccio. Pertanto i miei consigli prendeteli in considerazione se volete, altrimenti siate voi stesse. Io scelgo spesso di essere Valeria.

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