Dal cinque marzo ad oggi l’unica domanda di mio marito è: “Oggi che mangiamo?”
Basta, lo dichiaro ufficialmente, come fa il presidente del Consiglio Conte, finita la quarantena non cucinerò più. So che potrebbe non interessare a nessuno, ma io proprio non ne posso più. Se sino a qualche mese fa mio marito appena svegli mi dava il suo buongiorno chiedendomi “Come stai?”, dal cinque marzo ad oggi la sua unica domanda è “Oggi che mangiamo?”.
Ecco, le nostre giornate sono state scandite, oltre che da una mole di lavoro stressante e inenarrabile, dal cibo. Abbiamo sperimentato di tutto, proprio di tutto. Vi comunico, intanto, soprattutto a chi ci aveva scommesso contro che ho imparato a fare la pizza. Sono bravissima, tanto da meritarmi un bel nove pieno. Ad ogni modo, sappiate che, come la maggior parte delle donne italiane, in questi ultimi mesi ho fritto una quantità indefinibile di polpette, patate, calzoni, verdure in pastella; infornato, pizze e sfincioni; preparato crostate, torte e torrone; farcito decine di teglie di pasta al forno; e accompagnato il tutto con quintali di fragole e panna.
Ho fatto mediamente la doccia due volte al giorno, cambiando sempre tute e pigiami, ma l’odore di fritto e di forno mi è rimasto impresso nel DNA.
Per la prima volta nella mia vita, con il cambio stagione butterò tutti i pigiami e le tute perché sono arrivate all’osso.
Mia madre, in una simile situazione, avrebbe detto “Vedo cibo e vedo diavoli”. Basta. Basta. Basta. Dobbiamo metterci un punto, non solo perché la prova pigiama l’abbiamo già ampiamente superata, ma anche perché a furia di strigliare i piani di lavoro e i mobili della cucina mi sono accorta che stanno cambiando colore. Anche loro non ne possono più.
Quanto è bizzarra la sorte! E pensare che io in cucina ci mettevo piede solo per le feste comandate. Adesso faccio concorrenza ad Antonella Clerici, ma con una piccola differenza: lei è sempre perfettamente truccata e pettinata, io invece sembro provenire da un pianeta selvaggio, tutto ancora da esplorare.
Sono grave. Veramente. Non guardo più neanche gli ultimi arrivi di Zara! Ho bisogno di ritornare alla normalità. Ho bisogno di ritornare a scuola, di incontrare le mie amiche, di indossare un paio di tacchi. Ho bisogno di respirare a pieni polmoni, fare una passeggiata, scendere le scale di casa di corsa perché sto facendo tardi al lavoro. Ho bisogno di cose normali.
Ma ancora non si può, bisogna avere pazienza. Pertanto, sono certa, che se in questo momento mio marito mi vedesse smanettare al computer mi chiederebbe: “Stai cercando la ricetta per la frittata di asparagi?”. Mi auguro che non succeda. Rischierebbe grosso.