Il coronavirus non blocca la “Settimana della Legalità”
Oggi Stefano Pompeo avrebbe compiuto 33 anni. Chissà quel bambino che amava i fuoristrada e Lupo Alberto che lavoro avrebbe fatto oggi, magari già padre di figli, con una bella casa e tanti amici. Invece quei sogni la sera del 21 aprile del 1999 si sono infranti su una scarica di pallottole lungo la strada adiacente la miniera Lucia. Un agguato mafioso dove il bersaglio sicuramente non era un bambino che frequentava la scuola media. Il ricordo del compleanno non è stata messo in discussione neanche dalla pandemia e dai decreti che vietano cerimonie pubbliche ed assembramenti tra persone.
Nell’ambito della Settimana della Legalità, iniziata a Favara il 4 maggio e che si concluderà sabato prossimo, l’Università Unitre Empedocle ha inserito il ricordo di Stefano Pompeo in uno spazio streaming andato in onda sulla pagina FB della Festa 2020. Quest’anno l’articolata kermesse organizzata da Gaetano Scorsone e dall’Amministrazione comunale e che coinvolge Magistratura, prefettura, forze dell’ordine, scuole, associazioni, clero non ha voluto saltare lo svolgimento della dodicesima edizione, affidando la messa in onda e ogni aspetto tecnico organizzativo al vulcanico Angelo Airò Farulla, che è stato il “mediatore informatico” tra i tanti interessanti dibattiti e la città.
Durante la trasmissione in streaming i rappresentanti dell’Unitre Empedocle di Favara Diego Caramazza e Giuseppe Veneziano hanno voluto ricordare Stefano, come detto, proprio nel giorno del compleanno come un segnale di vita. “Per noi il ragazzo è sempre presente – ha detto il presidente Diego Caramazza- e la nostra associazione vuole ricordare la sua morte innocente e soprattutto tenere vivo il ricordo”.
Inizialmente l’Unitre aveva inserito nel suo programma stagionale la manifestazione del 7 maggio dedicata a Stefano Pompeo con un appuntamento alla villa di via dei Mille, giardino che l’amministrazione comunale guidata da Lorenzo Airò intitolò al bambino, riconosciuto dallo Stato vittima di mafia, il 29 settembre del 2002.
“Purtroppo il Covid-19 ha bloccato il mondo intero –ha detto Giuseppe Veneziano durante un articolato intervento – e quindi noi abbiamo rivisto le nostre attività. Ma Stefano andava ricordato nel giorno del suo compleanno e quindi lo abbiamo inserito nella nostra “finestra” dedicata oggi a vari temi legati al concetto di legalità”.
In diretta streaming, oltre all’assessore Miriam Mignemi, Gaetano Scorsone e all’arciprete Giuseppe D’Oriente c’era anche la famiglia Pompeo con la mamma Carmelina Presti e la cognata Silvia Veneziano.
“A nome della famiglia vi ringraziamo per aver ricordato Stefano –ha detto la cognata Silvia, al fianco della suocera emozionata – e questo ci dà conforto. Sappiamo che Favara non ha mai dimenticato ed anche oggi il vostro affetto è molto apprezzato. Stefano per noi è sempre presente, nei nostri pensieri, nella nostra famiglia”.
Anche l’assessore Miriam Mignemi ha voluto ricordare Stefano come suo compagno di studi. “Come poter dimenticare quel 21 aprile. Frequentavamo lo stesso istituto scolastico, la “Brancati” e quella notizia dell’uccisione di un nostro coetaneo è una ferita che portiamo ancora aperta. Ci ha scosso tanto. La sua morte da innocente deve servire a tutti per costruire una società migliore che deve estirpare ogni mala pianta”.
A Stefano Pompeo in questi anni è stata dedicata anche l’aula magna dell’Istituto comprensivo “Falcone Borsellino” di Favara, scuola frequentata dal bambino durante gli anni delle elementari e distante 200 metri dalla sua abitazione di via Cicerone. E il 21 marzo 2014, giorno che Libera dedica alle vittime di mafia, su iniziativa di una docente di Favara, Giuseppina Collura, è stata dedicata la palestra dell’Istituto Comprensivo “A.R. Chiarelli” di Martina Franca, in provincia di Taranto.