Il 14 settembre riaprono le scuole e questa delle rotelle sembrerebbe essere una follia. Ecco perchè
I banchi? Altro che rotelle, vanno tassellati. Chi abbia partorito questa folle idea dei banchi con le rotelle non credo abbia grandi trascorsi come insegnante. Lo dico con cognizione di causa, consapevole che il mio grido non sarà mai accolto, ma non per questo non condiviso da centinaia o migliaia di docenti.
Ebbene sì, questa delle rotelle sembrerebbe essere una follia ormai acclarata, consolidata e per questo qualcuno vuole farla passare come la trovata del momento, la risposta perfetta all’emergenza, la ricetta giusta per garantire il distanziamento. Peccato, però, che aldilà del flusso inutile e immotivato di denaro pubblico che questa misura sortirà, la realtà, l’esperienza, la quotidianità ci restituiranno l’ennesimo fallimento non solo educativo e didattico ma soprattutto sanitario di questa bella trovata.
Chi, come me, insegna da più di un decennio conosce bene, anzi benissimo, le dinamiche di classe. Alle otto e trenta, quando suona la campanella, tutti i banchi sono perfettamente ordinati e allineati su linee immaginarie pensate per garantire lo spazio personale di ogni studente e l’ordine delle classi. Col passare delle ore tutto cambia sino ad arrivare allo squillo dell’ultima campanella quando i banchi si ritrovano attaccati alla cattedra, dopo avere percorso, nonostante i tentativi di aggiustamento, lo spazio che li separa gli uni dagli altri, dalla lavagna e dalla cattedra dei docenti. Insomma, a fine giornata, niente è più al suo posto. Ogni studente con un moto perpetuo nel tentativo di scaricare energia repressa, è avanzato, di pochi centimetri spingendo in avanti il proprio banco. L’assetto della classe è completamente cambiato: sudati, appiccicati, stanchi e nervosi gli alunni sembrano attaccati gli uni con gli altri, formando un unico agglomerato indistinto di corpi e d’anime.
Questa è l’immagine che ogni docente che ha messo piede veramente a scuola ha della propria classe, dei propri studenti a fine giornata, consapevole che a poco sono valsi i tentativi di riordinare il setting nel corso delle lezioni. I ragazzi non riescono a stare fermi in tempi “normali”, hanno bisogno di muoversi, avvertono l’esigenza di scaricarsi anche con piccoli movimenti. Questa è la regola. Ci sono poi le eccezioni, non così eccezionali, che riguardano alunni incapaci di stare fermi per più di tre minuti. Non è raro che questi ragazzi inizino a dondolarsi con la sedia avanti e indietro, a destra e a sinistra, provocando una sorta di mare moto ai docenti che li stanno a guardare e qualche caduta accidentale dalle loro sedie con conseguenti corse in infermeria.
Ecco, le classi funzionano così. I docenti lo sanno benissimo. Se ce ne siamo stati in silenzio ad aspettare che qualcuno dall’alto avesse un’illuminazione e capisse sino in fondo gli effetti di questa follia è stato solo perché confidavamo in un attenuarsi dei contagi, in un rallentamento del virus, in un graduale ritorno alla normalità, nell’impossibilità economica e temporale di fornire tutte le scuole di banchi con le rotelle.
Adesso tra smentite, suggerimenti, consigli, linee guida, chiarimenti, che dicono tutto e niente, siamo arrivati quasi alla frutta. Il 14 settembre è ormai alle porte e in classe con i ragazzi ci saremo noi docenti, ancora una volta ignorati, sottopagati, oberati.
Allora, invece di sprecare tempo e denaro in attesa che arrivino questi benedetti banchi con le rotelle, fateci tassellare, ancorare al pavimento quelli di cui già disponiamo. Non credo che quest’operazione costi molto, anzi non costa quasi nulla. Non ci saranno problemi di gare e appalti, nessuno studente potrà involontariamente muoversi dal proprio posto, tutte le scuole potranno avviare le lezioni senza ritardi o disagi.
Inoltre, sarà garantito il divieto assoluto di corse clandestine all’interno delle classi e nei corridoi tra gli alunni più irrequieti che già accarezzavano l’idea di un uso alternativo dei banchi a rotelle.
Pertanto, se ancora qualcuno non l’avesse capito, o meglio se non fossi stata abbastanza chiara, il mio modesto ed economico consiglio è: “Tassellate i banchi”. Vedrete che ognuno rimarrà per cinque ore al suo posto.