Fondato a Racalmuto nel 1980

Santa Rosalia, nacque a Racalmuto la prima chiesa a lei dedicata

STUDI E RICERCHE. Ancor prima del ritrovamento delle spoglie sul Monte Pellegrino di Palermo, a Racalmuto esisteva già una chiesa dedicata alla Santuzza. Notizie e documenti emersi per la prima volta grazie alle ricerche dello storico Giuseppe Nalbone, che nel 2004 pubblica con Malgrado tutto un volume sulla storia dei luoghi sacri del paese.

In occasione dei festeggiamenti in onore di Santa Rosalia che si svolgono oggi anche a Racalmuto, del quale la Santa è la Patrona, la pubblichiamo uno stralcio della storia della chiesa dedicata alla Santuzza scritta da Giuseppe Nalbone, medico e storico di Racalmuto scomparso cinque anni fa, autore del prezioso volume Delle Chiese di Racalmuto edito da “Malgrado tutto” nel 2004. Secondo le ricerche effettuate dal Prof. Nalbone, pare che il primo tempio dedicato a Santa Rosalia sia stato costruito proprio a Racalmuto, nel 1238, quattro secoli prima della peste palermitana del 1624.

* * *DELLE CHIESE DELL’ABITATO NON PIÙ ESISTENTI: SANTA ROSALIA

In letteratura vi è dovizia di notizie storiche, fornite da autorevoli autori, che attestano risalente ad antico tempo il culto portato a Santa Rosalia in Racalmuto. Anche la nascita della Santa si vuole avvenuta in Racalmuto, come si legge su un anonimo foglio manoscritto del 15 ottobre 1922 custodito nell’Archivio della Matrice, sicuramente poco attendibile: “Abbiamo appreso per tradizione e come affermava il dotto Arciprete Tirone Ignazio, che governò Racalmuto per 44 anni dal 1856 al 1900, che esisteva un documento in Racalmuto comprovante che S. Rosalia fosse nata in Racalmuto, vi fosse dimorata per tre mesi e poi fosse ritornata con la sua famiglia in Patria. Questo documento era presso il Canonico Mantione, quando questi, desiderando avere stampati i suoi scritti, per cura e a spese del Vescovo, questo non successe e per conseguenza bruciò i suoi scritti e rovinò quello che aveva di bello e di documenti presso di sé”. Nello stesso manoscritto si scrive: “il Padre Antonio Parisi sosteneva che Racalmuto – la Patria mia – fu la prima ad innalzare un tempio a Santa Rosalia già fin dal 1238”.

A voler sintetizzare le opinioni dei diversi autori, abbiamo in Racalmuto un’antichissima chiesetta di S. Rosalia che risale a seconda della versione delle fonti: al 1200 Vetrano, Acquista, al 1208 Spucces, al 1238 Parisi, al 1320-30 Cascini, Asparacio, Morreale, al 1400 Pirri. Purtroppo nessuno degli autori fornisce sicure prove documentali.
Senza dubbio la fonte più antica ed accreditata è quella del Pirri che, in “Agrigentinae Ecclesia” della sua “Sicilia Sacra”, scrive: “Pervetusta erat aedes ab an. 1400 circiter, ubi ad annum 1628, depicta videbatur S. Rosalia in habitu eremitico crucem et librum prae manibus gestiens, sed incuria aliquorum ob novum aedificium dicatum eidem Virginis, cuius colunt reliquias, cum Societate animarum Purgatorii habente unc. 70 deleta est”.

Che si può liberamente tradurre: in Racalmuto, vi era una Chiesetta antichissima dell’anno 1400 circa, ove ancora nell’anno 1628 vi si poteva vedere dipinta S. Rosalia V. in abito eremitico e portante una croce ed un libro tra le mani; è andata distrutta per il disinteresse di coloro che hanno trasferito il culto in un nuovo edificio dedicato alla medesima Vergine, ove si venerano le reliquie ed ove ha sede la Confraternita delle anime del Purgatorio, le cui rendite ammontano a 70 onze.

Anche nell’opera del Cascini “Santa Rosalia Vergine Palermitana” troviamo notizia del dipinto. L’autore, riferendosi alla Chiesetta di Racalmuto dedicata alla Santa dice: “V’era l’immagine della Santa dipinta nel muro da poi in qua rovinata, e quella, che vi ha oggi in tela è assai nuova, cioè del 1600; ma della prima immagine, restandole ben fissa nella mente, un valente dipintore del medesimo luogo, detto il Monocolo di Racalmuto il di cui nome è Pietro D’Asaro, n’ha fatto fuori un bello esemplare; vi si fa la festa a 4 settembre con grande concorso e divozione del popolo, e quel quarto della terra ha pure il nome di S. Rosalia”…

Notizie interessanti sulla Chiesa di S. Rosalia in Racalmuto, anche se in parte di dubbia fondatezza, si rilevano nel “Saggio storico-apologetico sulla vera patria del celebre medico d. Marc’Antonio Alaimo di Racalmuto”, pubblicato dall’Abate D.S. Acquista, Napoli 1832… Tant’altro ancora è stato scritto sull’argomento da antichi e contemporanei autori, anche di questo luogo, che insieme al culto di S. Rosalia hanno voluto dissertare sulla storia di Racalmuto, che certamente non sono riusciti a chiarire; spesso vengono raccontate notizie frutto di fantasticherie o errori che si tramandano da generazioni; a volte vengono stravolti genealogia e cronologia di nobili casati!

Non è nostro intendimento impelagarci in un saggio critico di tale letteratura mentre è nostro interesse raccogliere qui notizie e dati, sulla Chiesa di S. Rosalia in Racalmuto, rilevati da documenti personalmente consultati nella nostra appassionata ricerca.
È documentalmente ben provato il culto di S. Rosalia in Racalmuto sin dal 1593, oltre un trentennio prima del rinvenimento delle spoglie mortali della Santa sul Monte Pellegrino di Palermo.

A questa data si riferisce il più antico documento da noi ritrovato che fa riferimento alla Chiesa di S. Rosalia ed all’omonimo quartiere… Invero, impropria è la denominazione “quartiere di Santa Rosalia” si tratta, più precisamente, di un rione facente parte prevalentemente del quartiere S. Giuliano…

L’assegnazione a Racalmuto delle Reliquie di S. Rosalia, traslate da Palermo con tutti gli onori, è documentata da una pergamena dell’Arcivescovo Giannettino Doria, datata 10 agosto1625, e dal reliquiario di argento contenente due frammenti costali della Santa… Anche se il culto per Santa Rosalia permarrà ancora vivo in Racalmuto per lungo tempo così non si può dire per l’interesse manifestato alla Chiesa della Patrona che si vede gradatamente affievolirsi sino al declino; tanto che il Vescovo di Agrigento, Andrea Lucchesi Palli, nella visita pastorale del giugno 1758, è costretto ad interdirla.

Tant’è che nel 1791 circa, la Chiesa di S. Rosalia, abbandonata e cadente, viene “subastata”; allo scadere dei prescritti due anni non si presentano offerenti. Si giunge così alla melanconica fine della gloriosa Chiesa della Santa Patrona di Racalmuto che burocraticamente è segnata nel Registro dei Vescovi dell’A.V.A. dell’anno 1792-93; la Curia, in data 3 giugno del 1793, autorizza l’Arciprete di Racalmuto a cedere Chiesa e Sacrestia al Sac. D. Salvatore Maria Grillo che in permuta dovrà provvedere a costruire, entro la Madre Chiesa, un altare intitolato a S. Rosalia.

Tratto da “Delle Chiese di Racalmuto” di Giuseppe Nalbone, Editoriale Malgrado tutto 2004

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