Il ritorno a scuola. Nostra intervista a Carmen Campo, Preside dell’Istituto Comprensivo “Leonardo Sciascia”
Dopo il referendum costituzionale del 20 e 21 settembre, svuotati i seggi elettorali, l’Istituto “Leonardo Sciascia” di Racalmuto è pronto per ripartire, proponendo a studenti e famiglie un modo nuovo di vivere la routine scolastica. Il distanziamento sociale, le protezioni personali e il rispetto di tutte le norme anti Covid impongono ai docenti un modo inedito di fare scuola che vede nella didattica digitale integrata una opportunità di innovazione, anche attraverso l’utilizzo dei dispositivi digitali personali per gli alunni. Ansie e preoccupazioni legate a questo inconsueto rientro vengono fugate dal dirigente scolastico Carmen Campo, che racconta come la sua scuola si sia preparata ad accogliere gli studenti per aiutarli a scrivere una delle pagine più significative della loro biografia personale.
Alla Professoressa Carmen Campo, dirigente scolastico dell’istituto Comprensivo “Leonardo Sciascia” di Racalmuto, chiediamo come sta vivendo questo particolare rientro a scuola. “Non si era mai verificata una così lunga sospensione delle attività didattiche – ci dice -pertanto coabitano, non sempre in armonia tra loro, sentimenti di gioia (i bambini e i ragazzi, con la loro fisiologica vivacità, sono la ragion d’essere della scuola ed il senso del nostro lavoro di operatori scolastici) e di apprensione e preoccupazione. Abbiamo predisposto adeguamenti del setting d’aula, dispositivi di protezione individuale, materiali informativi esplicativi e iconici, protocolli sulla pulizia e sull’igienizzazione degli spazi, degli arredi e delle suppellettili, acquistato dispositivi per l’igienizzazione e la sanificazione, secondo le indicazioni del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore della Sanità e del Ministero dell’Istruzione, ma… si teme di non aver fatto abbastanza, che qualcosa possa sfuggire. La tensione è alta, così come l’attenzione ad ogni nuova indicazione degli organismi competenti”.
Parliamo dei docenti, ai quali viene affidata non solo la formazione ma anche la tutela degli studenti
Anche nel corpo docente si registrano emozioni di gioia che, generalmente, prevalgono sulle apprensioni, tenute a bada, probabilmente, dall’operosità con la quale gli insegnanti stanno provvedendo ad aggiornare il curricolo d’istituto e le programmazioni didattiche alla nuova situazione, che, certamente, influenzerà il modo di fare scuola.
Qual è in sintesi la situazione del suo istituto. Cominciamo dalle aule. Potranno garantire il rispetto delle distanze di sicurezza degli alunni?
La città di Racalmuto gode di un patrimonio edilizio scolastico abbastanza soddisfacente, basti pensare che tutti gli edifici a disposizione della scuola sono stati costruiti con la specifica destinazione d’uso che hanno ancora oggi. Quasi tutte le aule erano abbastanza capienti da rispettare le distanze di sicurezza per la prevenzione della malattia da Sars Cov-2, anche se sono stati necessari dei piccoli adattamenti edilizi. Con un lavoro incessante della scuola e dell’ente proprietario, durante l’estate si è provveduto all’abbattimento di alcune pareti divisorie e a trasferire un plesso di scuola dell’infanzia in un apposito padiglione della storica scuola primaria “Generale Macaluso”, inoltre anche la presidenza e la segreteria a giorni saranno ospitate nel padiglione A della “Gen. Macaluso”, a fianco dell’aula “Sciascia”. Per la scuola secondaria di primo grado è stato necessario chiedere all’USR Sicilia di autorizzare delle classi aggiuntive, in quanto le aule più grandi del plesso “Pietro D’Asaro” non possono ospitare più di 17 alunni, inoltre abbiamo convertito in aule i locali che finora hanno ospitato gli uffici. In definitiva, quindi, pur con qualche sacrificio, potremo rispettare la distanza tra le rime buccali degli alunni e di 2 metri dalla cattedra. Gli alunni dovranno, pertanto, indossare le mascherine solo negli spostamenti e in quelle sporadiche situazioni in cui non potranno essere rispettate in pieno le distanze, ma non in aula durante le lezioni!
Dal punto di vista strutturale?
Dal punto di vista strutturale, si è trattato di usare in modo diverso e più intensivo gli spazi già a disposizione, dispiace soltanto che si sia dovuto sacrificare qualche laboratorio per trasformarlo in aula.
Misurazione della febbre, distanziamento sociale, mascherine, banchi monoposto e tracciabilità dei movimenti degli alunni sono ormai noti. Ma cosa cambierà concretamente?
La vivace scompostezza degli alunni durante la ricreazione, all’ingrasso o all’uscita da scuola dovrà rimanere un ricordo: il distanziamento imporrà a tutti un modo nuovo di vivere la quotidianità scolastica. Innanzi tutto gli alunni non entreranno tutti insieme, ma saranno scaglionati e, nei plessi in cui ciò è possibile, anche suddivisi tra le varie porte di accesso agli edifici scolastici. Quanto alle mascherine, la Presidenza del Consiglio ne ha già consegnate qualche migliaio, anche in misura baby, pertanto sin dai primi giorni, la scuola provvederà a distribuirle, mediante consegna ai genitori. Il Collegio dei docenti, preso atto del rischio di una certa rigidità nello stare a scuola, conseguente alla riduzione della libertà di movimento, ha formalmente assunto l’impegno ad utilizzare l’emergenza da nuovo Corona virus come una opportunità di innovazione della didattica, mediante l’integrazione del digitale, di interiorizzazione delle competenze sociali e civiche (le regole come condizione per stare insieme) e di cura della relazione educativa, nella consapevolezza che l’ambiente di apprendimento non è solo uno spazio fisico, ma anche un complesso di relazioni.
I docenti si preparano alla possibilità di non poter effettuare con continuità la didattica in presenza. Devono farlo anche le famiglie?
Questa comunità scolastica si è sempre caratterizzata per la proficua collaborazione tra scuola e famiglie. In particolare hanno collaborato in modo egregio durante la sospensione delle attività didattiche in presenza: la cosiddetta DAD non si sarebbe potuta effettuare, specie con i più piccoli, se non con il fattivo ed incessante supporto dei genitori.
La scuola oggi riparte e riparte in presenza, sarà necessario rinnovare l’alleanza educativa affinché, in sinergia, si possano trasmettere più facilmente le regole (puntualità, igiene, uso esclusivo di borracce o bottigliette, nonché di cibi) e, soprattutto, si possono evitare rischi con la misurazione della temperatura a casa e con la dovuta cautela in presenza di sintomi parainfluenzali.
Nella scuola secondaria di primo grado si faranno anche delle esperienze di “BYOD”, cioè di uso dei propri dispositivi digitali per la didattica.
Ci sono parecchi genitori ansiosi, soprattutto quelli dei bimbi di 3 anni che devono entrare nella scuola dell’infanzia e quelli dei bambini di 6 anni che devono fare il loro ingresso nella scuola primaria. Come verrà organizzato questo nuovo modo di fare accoglienza?
Sfrutteremo gli spazi esterni e, per i primi giorni, consentiremo, come di consueto, ad un solo genitore di accompagnare il bimbo, di primo inserimento nella scuola dell’infanzia, e di permanere in sezione per un paio d’ore. Allo scopo di evitare assembramenti e di innalzare il livello di rischio, ci sarà una turnazione tra due gruppi di bambini della stessa sezione.
Inoltre, forniremo agli insegnanti che lavorano con bimbi disabili delle mascherine trasparenti, oltre alla visiera, per poter mostrare il sorriso che, in molti casi, è più efficace di qualsiasi progetto accoglienza!
Lei ha sottolineato sul nostro giornale l’ottima collaborazione che c’è stata, in vista della riapertura, con l’Amministrazione comunale. Quanto è importante per una scuola il rapporto con le altre istituzioni?
La scuola è innestata in un territorio e si arricchisce quando le istituzioni pubbliche e private condividono e sostengono i progetti della scuola. In particolare, in questa “ripartenza” la disponibilità del Comune è stata di fondamentale importanza. Pertanto auspico che il dialogo continui per il bene delle giovani generazioni e per il progresso civile della comunità.
Preside, il suo messaggio ai docenti, agli alunni e alle loro famiglie
Credo che l’esperienza scolastica debba sempre essere una pagina significativa della biografia di ciascuno. Anche con le mutate condizioni, la scuola continuerà ad essere il luogo della crescita, delle scoperte, delle relazioni, della condivisione. La “squadra” è pronta a partire ed è determinata a vincere!