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“Io sono Lorena”. E nel cielo di Favara volano tanti palloncini rossi

Nel ricordo di Lorena Quaranta, oggi tante “Lorene” hanno detto no alla violenza sulle donne. Le iniziative del dell’Istituto “Falcone Bosellino” e del Liceo “Martin Luther King”

Lorena Quaranta

Quando frequentava il plesso “Falcone Borsellino”, conosciuto da tutti come la scuola di via Olanda, era la Regina Bianca di Navarra, protagonista del corteo storico che raggiunse in pompa magna la corte del Castello Chiaramonte nella storica piazza Cavour di Favara. Lorena era una bambina che frequentava la quinta elementare e fu scelta dagli insegnanti nel ruolo di Regina per la sua bravura e bellezza. Poi quella ragazza dagli occhi verdi e dal carattere socievole ha fatto una brillantissima carriera scolastica. Da Favara a Messina per conseguire una laurea in Medicina e Chirurgia. Era ad un passo dalla discussione della tesi e dall’indossare quel camice bianco tanto meritato dopo migliaia di ore di studio.

Un sogno troncato in una maledetta primavera 2020, quando tutta l’Italia era in lockdown e Lorena condivideva quel periodo di quarantena con il suo ragazzo in una villetta di Furci Siculo. E’ la mattina del 31 marzo e la notizia dell’ennesimo femminicidio sconvolse l’Italia intera. Sui TG nazionali e sui social andarono in onda le immagini di quell’angolo di costa jonica trasformato di luogo di crudeltà. Gli occhi verdi di Lorena ed il suo camice bianco entrarono nelle case degli italiani, tappati in casa a scontare una quarantena nazionale. Favara rimase incredula ed ancora oggi non riesce a darsi pace per la perdita di una brillante ragazza e futura professionista e adesso chiede solo giustizia e preghiere per Lorena.  Pensieri e parole formulate anche oggi in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, tema che ha sempre trovato un posto di rilievo sulle agende di programmazione delle scuole e associazioni cittadine.

LA ricorrenza del 25 novembre per la cittadina chiaramontana purtroppo ha un sapore ancora più amaro. Quel fatto di cronaca non colpì solo la famiglia Quaranta e i tanti amici di Lorena. Fu una coltellata al petto ad una comunità che tutto avrebbe pensato in quella quasi vigilia di Pasqua tranne che vedere sacrificata una innocente ragazza alla follia criminale di un uomo che in maniera repentina trasformò l’amore in crudeltà.

E questa mattina tante Lorene hanno detto no al femminicidio ed ad ogni tipo di violenza fisica e morale di genere. Nella villa dedicata ad un grande uomo di pace, Giovanni Paolo II, sulla scalinata dove è raffigurato lo stemma della Città di Favara ed i colori della sicilianità, si  sono dati appuntamento i ragazzi delle classi terze A-C e seconda A di scuola secondaria di I grado dell’I.C. “Falcone Borsellino”, la scuola che frequentò da bambina  Lorena.

Adesso, dal 20 ottobre 2020, è la  Dottoressa Lorena Quaranta grazie alla laurea, alla memoria, in Medicina e Chirurgia attribuita con 110 e lode dal rettore dell’università peloritana.

 “Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne – ha detto la Dirigente scolastica Maria Vella – gli studenti e le studentesse della scuola Secondaria di I grado del plesso Falcone Borsellino, ricordano Lorena Quaranta, figlia della nostra Istituzione scolastica e ormai divenuta simbolo per la nostra città di ciò che di più atroce rappresenta la violenza sulle donne. La Scuola lavora ogni giorno, in via preventiva, sull’educazione al rispetto dell’identità di genere: i ragazzi in occasione della giornata del 25 novembre hanno portato avanti una serie di riflessioni attraverso la creazione di testi, video, poesie e momenti di profonda riflessione”.

“Non si è trattato di una cerimonia commemorativa – ci ha detto Monica Costanza, docente di lettere –  ma di un momento di riflessione e di condivisione su un aspetto atroce della società attuale che riempie le cronache giornalistiche  con fatti di cronaca nera. Una particolare lezione all’aperto che si è conclusa con il lancio in cielo di palloncini rossi”.

Purtroppo le attuali norme anti covid non hanno permesso a Favara di ricordare Lorena e celebrare il 25 novembre con iniziative collettive. In contemporanea all’iniziativa didattica che ha visto protagonisti gli alunni dell’I.C. “Falcone Borsellino” , a distanza di pochi chilometri, Lorena è stata ricordata anche dall’Amministrazione Comunale e dal Liceo “King” con un momento suggestivo che ha avuto luogo davanti alla panchina rossa che la famiglia Quaranta questa estate ha collocato, in ricordo della figlia, nel giardinetto della biblioteca comunale, proprio come simbolo perenne contro la violenza sulle donne. Perché dire stop ai maltrattamenti deve essere una pratica quotidiana e non legata ad una ricorrenza.

 

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