Lo so che è tardino per scrivere una letterina, ma quest’anno, come certo saprai, è un anno speciale
Caro Babbo Natale, Santa Claus, Papa Noel, Father Christmas, Babadimri, San Basilio e altro ancora, vorrei chiamarti in tutte le lingue del mondo per evitare di sbagliare nome e vedere ritornare al mittente la presente. Lo so che è tardino per scrivere una letterina, ma quest’anno, come certo saprai, è un anno speciale, e avrei preferito non appesantire la tua lunga lista con le mie richieste. Purtroppo mi vedo costretta a scriverti e ad avanzare la pretesa di un dono, un unico dono uguale per tutti, ma assolutamente indispensabile. Per questo Natale, senza DPCM, ma con decreto legge, sento che a ciascuno di noi farebbe bene ricevere un po’ di buonsenso, quello di cui parla sempre Conte, ma che da come stanno andando le cose mi pare che scarseggi ampiamente. Non so come vada dosato, spedito o consegnato, ma non c’è dubbio che a questo punto vada indiscutibilmente utilizzato. Basta dare un’occhiatina in giro, qua e là, per capire quanto sia necessario.
Proprio così, Babbo Natale, perché mentre alla Camera e al Senato si azzuffano per conquistare nuove poltrone, facendo traballare il Governo, c’è gente che va in rovina, fa la fame oppure muore. Un minimo di buon senso avrebbe certamente evitato che il Paese andasse verso il collasso e che le restrizioni fossero meno severe per tutti. Ora senza voler tirare acqua da una parte o dall’altra, è indubbio che siamo un popolo di inaffidabili. Dico siamo, perché alla fine non si può non fare di tutta l’erba un fascio. Gli assembramenti, la movida, i raggiri alle restrizioni sono a tutti palesi e pertanto l’unico modo per tenerci buoni era rinchiuderci a casa. In alcuni casi forse oltre a chiudere la porta con doppia mandata sarebbe stato necessario buttare via la chiave.
Ma dico io, Babbino Caro, se per una volta nella vita a Natale ce ne stavamo da soli a casa arbitrariamente, forse sarebbe morto qualcuno, oppure il Bambinello non sarebbe nato? No, è che gli anziani non potevano essere lasciati soli. Gli anziani hanno bisogno dell’affetto dei loro congiunti. È vero, sono d’accordissimo, gli anziani devono sentire forte la presenza dei loro cari, ma non solo a Natale, ma anche quando diventano poco autonomi, quando necessitano di cure, quando hanno bisogno che i loro congiunti gli cambino pannoloni e traverse. Soprattutto in quest’ultimo caso. Tuttavia sono certa che molti dei sostenitori del Natale a tutti i costi un giorno non se ne ricorderanno.
Dunque, mai come quest’anno, il Natale sarà rosso: rosso il conto corrente, rossa la zona, rossa la rabbia di chi avrebbe potuto o voluto nel rispetto delle restrizioni lavorare dignitosamente e portare a casa un pezzo di pane. Ma i furbetti si sono subito dati da fare, pianificando visite specialistiche per spostarsi da una regione all’altra, organizzando lunghi eventi in promiscuità dal 24 al 26 e poi dal 31 all’1, pianificando partenze e rientri strategici prima delle chiusure. Insomma non si sono fatti sfuggire nessuna occasione per portare a spasso il virus, che pazientemente sta riprendendo quota preparandosi per il lancio finale il prossimo gennaio. Ecco, il virus è già in viaggio, in alcuni casi ha già raggiunto la propria destinazione e in questi pochi giorni che precedono le chiusure sta già abbracciando parenti ed amici, giovani ed anziani, vicini e lontani.
Il buon senso a questo punto mi sembra indispensabile, anche se ciò che scarseggia completamente è spesso il rispetto per se stessi e per gli altri. Se ciascuno di noi avesse un minimo di rispetto non ci penserebbe neanche lontanamente ad organizzare pranzi e cene pre e post Natale, non si accalcherebbe nelle vie dello shopping per comprare inutili regali, non raggirerebbe le restrizioni per ricongiungersi a tutti i costi con le proprie famiglie.
Un minimo di rispetto porterebbe ciascuno di noi a preservare chi vogliamo bene da possibili contagi. Ecco Babbo Natale per quest’anno porta a tutti noi un po’ di buon senso, un pizzico di rispetto e barlume di cervello. Anche se non universalmente graditi, questi sarebbero doni necessari a garantire a tutti salute e prosperità.