Fondato a Racalmuto nel 1980

Il paradosso di vivere realmente a Grotte, ma anagraficamente a Racalmuto

E questa volta a complicare le cose ci ha pensato il covid

Valeria Iannuzzo

“Non c’è più la Sicilia di una volta” scriveva Gaetano Savatteri in un suo libro qualche anno fa. E se è pur vero che molto in Sicilia è cambiato, caro Savatteri, è anche vero che certe cose qui a Racalmuto non cambiano mai, perché noi siciliani, racalmutesi – anch’io lo sono da qualche anno – amiamo che le cose vadano come vanno, ci affidiamo al trascorrere del tempo che a volte lungo il suo corso le cambia, altre le lascia tali e quali.

Dunque, amministrazione dopo amministrazione, sindaco dopo sindaco, assessore dopo assessore, la storia della contrada Fico Fontanelle si presenta sempre la stessa. No, a dire il vero, un paio di anni fa, un albero di Natale fu posto vicino al Passaggio a livello per dimostrare a tutti gli abitanti di quella zona che qualcosa era cambiato.

Comunque, tutto è andato avanti negli anni senza grandi scossoni sino a ieri mattina, 27 marzo, giorno in cui in seguito all’ Ordinanza del Presidente della regione Siciliana Nello Musumeci, il Comune di Racalmuto è stato dichiarato zona rossa dal  27 marzo 2021 al 6 aprile 2021.

Che Racalmuto fosse dichiarata zona rossa è un fatto ineccepibile, giusto e razionale, i numeri cantano. Peccato, però che anche quella parte di Racalmuto che paga puntualmente i suoi tributi al comune di Racalmuto, ma che di fatto vive a Grotte sia finita per un rigido ragionamento amministrativo nella stessa rete.

Gli abitanti della contrada Fico Fontanelle, che io amo definire la “terra di mezzo”, risiedono a Racalmuto ma concretamente vivono a Grotte, sono grottesi e nella grande maggioranza dei casi lo sono anche geneticamente.

A Grotte fanno la spesa, hanno il medico di famiglia e il pediatra, frequentano il catechismo e vanno a messa, frequentano i centri sportivi e di aggregazione, intrattengono relazioni sociali, usufruiscono dei servizi comunali, vanno a scuola. Ecco gli abitanti della terra di mezzo sono grottesi di fatto e la legge dovrebbe riconoscerlo. Ogni cinque anni, qualcuno a questa cosa ci pensa, mette nei propri programmi questo punto, raccoglie un po’ di voti, designa un assessore, e bla bla bla. Questa è storia antica. Il tempo passa e Racalmuto, ma soprattutto la terra di mezzo, rimane sempre quella di una volta.

Tutto poteva andare avanti ancora per tanto tempo se la pandemia non ci avesse messo lo zampino, creando un paradosso degno della prima pagina di tanti giornali.

“La Via Crispi si colora di rossarancio”.

“Ma che è ‘stu rossarancio dice qualcuno? Questo colore non esiste”.

“Nel gioco Strega comanda colori, c’è il rosso e c’è l’arancio, ma non il rossarancio.”

C’è, c’è, vi assicuro che c’è.

Da ieri mattina infatti i grottesi che abitano nella zona di confine e sul lato sinistro di via Crispi, venendo da Racalmuto, sono in rosso e a loro vengono applicate tutte le restrizioni previste dalla legge, più fortunati naturalmente i grottesi che hanno la loro abitazione sul lato destro della strada, per loro le limitazioni previste sono quelle delle zone arancione.

Così, la signora Maria e la signora Lucia, da sempre dirimpettaie in via Crispi si ritrovano a vivere due condizioni completamente differenti. La signora Maria, racalmutese all’anagrafe, non può uscire di casa se non per problemi di salute, lavoro o comprovate necessità, la signora Lucia invece può muoversi liberamente nel proprio comune, facendo bene attenzione a non attraversare la strada, manco per andare al panificio nel quale lei si è sempre servita. No! Guai ad attraversare la strada, dall’altro lato tutto è rosso.

Qualcuno direbbe: “Ma futtitinni, chi ci hanna diri?”

E no, la legge deve essere applicata in maniera precisa e puntuale, senza deroghe. Il pane la signora Maria se lo deve andare a comprare a Grotte. Niente pane di Racalmuto.

Il problema, non sarebbe un problema se in questo paradosso non ci fossero di mezzo anche anime innocenti.

E mentre nelle grandi città del nord, genitori, professori e sindacati fanno sit-in per il ritorno degli studenti in presenza, gli studenti della terra di mezzo che a scuola ci andavano già, da lunedì prossimo dovranno rimanere a casa per via delle restrizioni poste al loro comune di appartenenza anagrafica.

Dalle pagine di Facebook il Sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza scrive: “Comunico che il Comune di Racalmuto ha ribadito che l’istituzione della zona rossa riguarda anche la c.d. zona di Confine”.

“Su questa base- scrive in una circolare indirizzata ai docenti e ai genitori il Dirigente del “Roncalli” di Grotte Emanuele Giordano per gli alunni di tutti gli ordini di scuola, infanzia, primaria e secondaria di I grado, residenti nel territorio di Racalmuto che frequentano i plessi della nostra istituzione Scolastica, sarà attivata la Didattica Digitale Integrata in modalità sincrona con la classe in presenza (Didattica Mista) al fine di assicurare il diritto all’istruzione nel periodo suddetto”. Nessuna nota ufficiale del Sindaco di Racalmuto Vincenzo Maniglia rispetto a questa situazione

Ecco, problema risolto, gli studenti della terra di mezzo da domani saranno in DID. Allora, caro Gaetano ti chiedo: “Ma sei veramente convinto che non c’è più la Sicilia di una volta?”

Tra Grotte e Racalmuto, in contrada Fico Fontanelle, nella terra di mezzo, nella tua amata Racalmuto, la Sicilia è sempre la stessa. Cambia tutto per non cambiare nulla. I bambini da lunedì saranno in DID, si spera per pochi giorni. A loro sarà garantito il diritto allo studio. Ma vai a farglielo capire a Filippo che il suo compagno di banco, figlio della signora Maria e suo dirimpettaio, potrà andare a scuola regolarmente e invece lui no.

Non è un paradosso? Ma veramente non esiste nessuna deroga a questa ordinanza? Chiedo per un amico. No, scusate, chiedo per tutti quei bambini a cui sarà negata l’unica opportunità di socializzazione, di gioco, di vita normale che sola la scuola in questo momento sembra garantire.

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