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Valeria Iannuzzo a Maniglia: “Caro Sindaco, la invito ad un confronto”

Credo che possa rappresentare una buona occasione per affrontare argomenti cari a tutti.  Io nella mia vita demagogia non ne ho mai fatta. Sono una che nelle cose ci ha sempre messo le mani e la faccia

Valeria Iannuzzo

Caro sindaco, sono felice di aver finalmente appreso la sua posizione ufficiale in merito a questa paradossale questione. Io non credo di aver lanciato accuse, me ne guarderei bene, non è nel mio stile, anzi. Mi sono limitata a raccontare quanto nel tempo si è sempre ripetuto.

Gli interventi di manutenzione sulle strade e sul verde pubblico, la realizzazione della riuscitissima manifestazione estiva pre-covid (…) le tante altre cose che non ha detto, mi sembrano doverosi servizi che l’Amministrazione ha il dovere di erogare ai cittadini che puntualmente pagano le tasse. O forse sbaglio?

Lei scrive: “Premesso che siamo in piena pandemia con pericolo di vita e non si può fare demagogia e terrorismo politico su fatti così gravi, men che meno utilizzare i bambini e le scuole per i propri scopi”

Io le chiedo, caro Sindaco, lei pensa che io non sappia che siamo in piena pandemia? Sono io che vado tutti i giorni a scuola protetta da una semplice mascherina, senza altri presidi sanitari, cercando in tutti i modi di far rispettare il distanziamento, di garantire l’attuazione delle norme anti covid, di tutelare la mia salute e quella di altri cento bambini con i quali quotidianamente entro in contatto. Sono io che cerco con ogni mezzo di educare i miei studenti al rispetto delle norme. E sono io che nonostante tutte le mie paure, riconosco quanto la scuola sia importante per questi bambini e mi adopero per garantire a ciascuno di loro non solo il diritto allo studio, ma anche quello alla salute e ad essere bambini.

Io nella mia vita, caro sindaco, demagogia non ne ho mai fatta. Sono una che nelle cose ci ha sempre messo le mani e la faccia.

I bambini, covid permettendo, hanno il sacrosanto diritto di andare a scuola, non devono perdere l’opportunità di andarci neanche per un giorno. La mia posizione in merito alla frequenza in presenza è di pubblico dominio e non perché abbia sposato le tesi dell’Azzolina o del Ministro di turno, ma perché io nella scuola ci ho sempre creduto.

Quanto al “terrorismo politico” a cui Lei fa riferimento, ammetto la mia più totale ignoranza, proprio non capisco a cosa si riferisce. Non lo so. Io non ho mai fatto politica, mi sono sempre sentita al di sopra di ogni colore politico, ho sempre dato fiducia alle persone e alle loro idee.

Mi chiedo poi per quali scopi io dovrei “utilizzare i bambini e le scuole”? Mi illumini? Io non prevedo in tempi brevi di candidarmi a sindaco di Grotte, dunque non sono in cerca di consensi. A dire il vero, io di consensi, nella mia vita, non ne ho mai cercati. La popolarità non è un mio obiettivo.

“Utilizzare i bambini e le scuole” per che cosa? Come lei, anche io sono un pubblico ufficiale.

E poi, mi ascolti, in merito alla demagogia, stendiamo un velo pietoso, la demagogia lasciamola ai politici, in questo riconosco che sono davvero insuperabili.

Per quanto riguarda il passo in cui scrive che “Le zone citate sono frequentate da cittadini che vivono a Racalmuto e che hanno attività lavorativa in c.da Confine”, non nascondo le mie perplessità.

Lo sa che anche io sono una cittadina racalmutese che per motivi di lavoro- previsti dalla legge – dovrà recarsi a Grotte? E questo, lo sanno anche i genitori di tutti i miei studenti, ma mi creda nessuno si è permesso, sapendo quanto io sia fiscale sulle norme, avanzare un minimo dubbio su un mio eventuale rientro a scuola.

Non mi è chiara poi la precisazione sui ragazzi che frequentano le scuole di Racalmuto, che risiedono in contrada Fico Fontanelle, che comunque non potranno andare a scuola, visto che a Racalmuto le scuole sono chiuse. Ma non mi pare che sia questo il problema. Sono oltremodo contenta di apprendere che anche lei è consapevole che “ci sono stretti contatti fra le aree che potrebbero alimentare la diffusione del virus, virus che non conosce limiti territoriali e dunque appartenenze locali.”

Mi creda è il mio stesso pensiero. Peccato che ci sia sempre quella benedetta linea immaginaria che divide i due comuni. Sì, è solo immaginaria. Sorvolo su tutto il resto perché mi sono stancata.

Ma umilmente le chiedo: Doveva proprio aspettare un mio articolo su Malgradotutto per prendere una posizione ufficiale? Non sarebbe stato tutto più facile se ieri mattina avesse diramato una nota spiegando tutto ai rossarancio? Non sarebbe stato il caso di stilare insieme al sindaco di Grotte e al Preside un documento congiunto in cui si escludeva categoricamente una possibile deroga a questa ordinanza? Non sarebbe stato più proficuo organizzare una diretta Facebook per rispondere alle mille domande dei suoi cittadini? Anche io sono una sua cittadina e le rispondo subito: Sì, assolutamente sì. E infine, mettetevi d’accordo una volta per tutte, voi politici, e cercate di risolvere questa paradossale divisione del territorio, i cittadini della terra di mezzo non chiedono altro.

Concludo, Signor Sindaco, invitandola ufficialmente ad un confronto sulla pagina facebook del nostro giornale, invito che estendo anche al sindaco di Grotte Alfonso Provvidenza. 

Credo che possa rappresentare una buona occasione per affrontare argomenti cari a tutti.

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