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Favara, Cristo da solo con la Madre Addolorata

Isolato dai contatti umani e dagli abbracci dei favaresi, come isolati sono in città i 99 attuali positivi

Favara, il Calvario

Un Cristo da solo con la Madre Addolorata ai piedi della Croce. Isolato dai contatti umani e dagli abbracci e baci dei favaresi, come isolati sono i 99 attuali positivi.

Guarda la città a distanza con i cancelli del calvario chiusi con tanto di catenacci. In una piazza che da decenni, nel giorno del Venerdì Santo, non trova lo spazio neanche una  pagliuzza ed invece oggi sembra raddoppiare l’ampiezza. “U chianu da Cruci”, come viene chiamata dai favaresi Piazza Capitano Vaccaro, lo scorso anno in pieno lockdown era rimasto anche con la Croce senza Cristo. Fatto eccezionale da scrivere sui libri di storia  locale. Quest’anno questa piazza, scelta da Pietro Germi negli anni Cinquanta come location del film “Il Cammino della Speranza”,  è riempita solo dalla presenza del Cristo ligneo con accanto una Mamma con il mantello a lutto.

Nella seconda primavera Covid  il cammino della speranza, in una città che ha superato 500 positività e pianto 5 morti di coronavirus, è affidato non solo al vaccino ma soprattutto ad un comportamento di responsabilità e di osservanze delle prescrizioni anticovid, più volte raccomandato nelle dirette della propria pagina fb dal sindaco Anna alba, che ancora stenta ad arrivare da tante parti della popolazione, Mentre sulla Croce c’è un Cristo che soffre e in tante case gente isolata tra tamponi, esiti e sintomi anche gravi.

E’ una Settimana Santa che vede tante piaghe e ferite aperte. Due giorni fa nella Chiesa B.M.V. delle Grazie è stata ricordata Lorena Quaranta ad un anno dalla sua terribile morte. Una ferita ancora aperta per la famiglia e per la città. Ed oggi, come una strana coincidenza, i preti della Città hanno scelto proprio il Sagrato della Chiesa adiacente il Seminario e che guarda Favara dall’alto, come luogo insolito per una particolare Via Crucis. Una lodevole iniziativa, quella del Presbiterio locale, in pieno protocollo anticovid che ha visto solo la presenza dei sacerdoti della numerose parrocchie della cittadina chiaramontana. I riti della Via crucis sono arrivati nelle case grazie alla diretta televisiva di Sicilia Tv, scongiurando potenziali assembramenti di fedeli e curiosi.

Venerdì Santo a Favara (Quando non c’era il covid)

Ma le 14 stazioni del Venerdì santo favarese hanno come tappe obbligate le vie, i cortili e le piazze invase dai rifiuti, a causa dello sciopero degli operatori ecologici che chiedono legittimamente il pagamento degli stipendi maturati dall’autunno scorso. Tante discariche in ogni angolo rappresentano una vera Passione per la comunità, ormai abituata ai disservizi, tra diritti negati e doveri di cittadini non eseguiti. Vicinanza alle famiglie degli operatori ecologici in stato di agitazione è stata espressa proprio al termine della quattordicesima stazione da Don Diego Acquisto, parroco della Chiesa di San Vito, con una esortazione al Palazzo di Città di trovare soluzione al problema.

Il Covid, come detto, rende anomali i Riti che rischiano bruscamente una frenata nel tramandare ai giovani le antiche tradizioni. Tra le “vittime” della Pandemia anche le bande musicali, costrette da oltre un anno a lasciare senza fiati trombe e flauti traversi e senza rullata i tamburi. E proprio quest’anno, come anche nel 2020,  l’assenza della Banda Musicale “Giuseppe Lentini”, dedicata all’indimenticato  compositore e maestro per tantissime generazioni di musicisti, si fa sentire di più. Si celebra infatti il trentesimo compleanno dalla fondazione della Banda, complesso che scandisce tempi e ritmi di ogni manifestazione civile, religiosa e folclorica della città. Le musiche della Banda “Lentini” hanno accompagnato per decenni l’Urna del Cristo dalla Croce alla Spartenza di mezzanotte, facendo commuovere anche chi non ha un cuore tenero. Soprattutto nelle fermate dedicate al canto “Ah si versate lacrime”, i cui acuti e suono di trombe spezzano il silenzio che avvolge la processione.

 

 

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