Di anno in anno, di sigla in sigla… Ma dove stiamo arrivando? Appello nella mia lingua materna, il siciliano, alla Grande Cina:
Chi ama a fari? La finemu?
Dal 2020 viviamo con il flagello del Covid-19 con un’epidemia a terremoto planetario il cui epicentro le cronache hanno individuato fin dai primi giorni in estremo Oriente che ora sorride senza mascherine ballando e prendendosi tranquillamente la gazzosa al bar senza controllare il colore: bianco, giallo, arancione o rosso.
Poi l’arrivo annunciato per il 9 maggio 2021 del razzo “Lunga marcia B5” fuori controllo e con la Protezione Civile che si è sbracciata per farmi arrivare forte e chiaro l’appello: “Attenzione! Attenzione! Non uscire di casa. Il razzo potrebbe cadere proprio sulla tua testa, in Sicilia, nel punto preciso in cui ti trovi, e sarà grande festa della mamma”.
Cara Cina, la finemu? La vulemu finiri? Chi dici, il prossimo anno te ne stai bona bona, calma calma, che sistemiamo il mondo e ricominciamo a vivere? O debbo io stesso inventarmi un virus (magari quello del chiuritu cronico e perenne) e farlo partire dalla mia maria terra con una zanzara di quelle che ti rovinano l’estate con destinazione un mondo a me sconosciuto e che mi ha sempre affascinato?
Ma non voglio arrivare a tanto. Lu chiuritu cronico e perenne non lo auguro a nessuno. Meglio un foglio A4 per voltare pagina e cominciare a scrivere una nuova storia.