A proposito di vaccino ed effetti collaterali
Nel bugiardino, rivisto e corretto, dopo le morti sospette, sospettissime, non hanno registrato alcuni effetti collaterali. Lo dico con cognizione di causa, visto che io la seconda dose l’ho già fatta e ho atteso quindici giorni buoni prima di diffondere a mezzo stampa le evidenze scientifiche personalmente sperimentate.
Ma facciamo un passo indietro, ritorniamo alla prima dose, che tutto sommato ho superato con discreto successo, non fosse che per una quindicina di giorni mi sono sentita piuttosto “spasciata”. Ho atteso la seconda dose, il cosiddetto richiamo, con l’ansia di chi attende la liberazione dopo una condanna di carcerazione a vita.
Paura? Diciamo che ero consapevole degli eventuali effetti collaterali immediati, dunque mi sono preparata, facendo la conta degli anticorpi sviluppati con la prima dose e con i test di coagulazione del sangue. Tutto “apposto” come scrivono spesso sui social.
Consapevole di eventuali rare, rarissime e non dimostrate embolie, ho fatto la seconda dose. Sempre in ospedale. Non si sa mai. Il giorno della somministrazione sono stata bene. Tutto bene anche l’indomani. Il terzo giorno nessun problema. Ho tirato un sospiro di sollievo, forse ce l’avevo fatta, stavolta ne ero uscita indenne.
Peccato, però, che al quarto giorno inizio ad avere un malessere diffuso, un mal di testa strano, una stanchezza cronica. Più passavano le ore, peggio mi sentivo. Dopo cena ho fatto la mia solita doccia, ho messo il pigiama e sono andata a letto. L’ansia galoppava, stavo sempre peggio. Ho pensato: “E se dovessi morire?”
Nel giro di pochi attimi la mia parte razionale ha preso il sopravvento. Sono scattata fuori dal letto, ho cambiato subito pigiama. Se dovevo morire meritavo di morire col pigiama buono.
Mi sono rimessa a letto e ho svegliato mio marito, sollecitandolo in caso di mia morte improvvisa a spendersi tutti i miei risparmi soddisfacendo ogni suo piacere. I miei sacrifici meritavano di essere adeguatamente utilizzati. Ma cosa più importante, per nessuna ragione al mondo la mia salma doveva essere esposta al pubblico, se da viva avevo scelto quando e da chi farmi vedere, da morta volevo fare lo stesso.
Mio marito ha chinato il capo in segno di assenso e mi ha augurato la buona notte. “Dormi tranquilla, mi spenderò fino all’ultimo centesimo!”
Ho dormito, ma non tranquilla. L’indomani mattina stavo meglio. Comunque non sono morta, anche se avrei potuto visto che avevo indossato il pigiama nuovo.
Sono trascorsi più di quindici giorni dalla seconda dose e visto che il peggio sembrerebbe essere passato, con Clara, la mia collega di vaccino siamo ritornate a Licata, in convento, dalla sua zia monaca.
Suor Bertilla ci ha accolte ancora una volta, stavolta un po’ più acciaccata, ma sempre amorevolmente. Ci ha benedette e a me ha regalato una coroncina del rosario tutta brillantinata.
Bella la coroncina, bellissima. Sapete cosa ho pensato appena l’ho vista? “Questa me la potrebbero mettere sul letto di morte!”
Però sarebbe sprecata. Tanto non la vedrebbe nessuno.
Comunque, effetti collaterali e ansia e di schiattare a parte, oggi posso orgogliosamente dire: “Io sono vaccinata”.