Ieri a Palazzo dei normanni la cerimonia di commemorazione dello scrittore e l’anteprima nazionale dello spettacolo “La Sicilia come metafora”. Le iniziative sono promosse dal Comitato Nazionale del Centenario Sciasciano. Foto di Salvatore Picone
Preceduta alle 14.30 dalla cerimonia di commemorazione dello scrittore, con gli interventi di Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale siciliana, e di Emma Bonino, senatrice e presidente del Comitato nazionale del centenario sciasciano, si è svolto ieri a Palermo, a Palazzo dei Normanni, l’ultima delle “Letture Massimo Bordin”, per ricordare Leonardo Sciascia a cent’anni dalla nascita. E ieri sera, in anteprima assoluta, su iniziativa della Fondazione Federico II e del Presidente della Camera Penale di Palermo, Fabio Ferrara, con la partecipazione di Pamela Villoresi, in scena il viaggio antologico teatrale “La Sicilia come metafora”, prodotto dal Teatro Biondo e dalla Fondazione Federico II, in memoria dello scrittore nato a Racalmuto nel 1921.
Il Comitato Nazionale del Centenario Sciasciano – sorto per iniziativa dell’associazione “Amici di Leonardo Sciascia” – che da quasi trent’anni promuove la lettura e lo studio dell’opera dello scrittore – ha messo in cantiere per il triennio 2021-2023 un ricchissimo programma d’iniziative, come le “Lezioni Sciasciane” con la rete degli Istituti Italiani di Cultura all’estero.
Al centro del centenario sciasciano le sei parole chiave indicate nel 1987 dallo scrittore allo studioso francese James Dauphiné: vita: terra, pane, donne, mistero, giustizia, diritto. A queste parole s’ispira non casualmente la pubblicazione recentissima “Cento anni di Sciascia in sei parole”.
L’appuntamento palermitano di ieri conclude il ciclo di incontri in memoria di Massimo Bordin, il compianto giornalista di Radio Radicale, tra i più attenti alle cronache giudiziarie italiane degli ultimi decenni. L’ultima «Lettura Massimo Bordin», è stata dedicata a un passo del “Contesto”: «Per come va l’ingranaggio, potrebbero essere tutti innocenti». L’impegno civile, la libertà, l’indipendenza di Sciascia, la sua attività letteraria espressa tra racconto e saggio, inchiesta storica e di attualità, poesia, critica e drammaturgia, sono stati infine celebrati al termine della “Lettura” Bordin» dall’anteprima dello spettacolo teatrale, per la regia di Michele Di Martino, con la partecipazione di Pamela Villoresi. Sin dal titolo, “La Sicilia come metafora”, si è reso omaggio all’intera opera creativa di Sciascia, dando voce sul palcoscenico al coro dei tanti siciliani che hanno cercato e cercano ogni giorno di superare quella “sicilitudine” analizzata da Sciascia.
Il ‘coro’, idealmente guidato dalle parole di Sciascia, è stato accompagnato dalle voci di altri grandi autori nati in Sicilia: Pirandello, Vittorini, Quasimodo, Buttitta, Bufalino, Consolo. Il viaggio antologico teatrale è prodotto dal Teatro Biondo di Palermo e dalla Fondazione Federico II, con il coordinamento artistico di Antonio Silvia, le musiche di Mario Incudine e la partecipazione degli allievi della “Scuola di recitazione e professioni della scena” del Teatro Biondo e del Conservatorio di musica “Alessandro Scarlatti” di Palermo.
Era presente, tra gli altri, Francesco Izzo, presidente degli “Amici di Sciascia” e segretario del Comitato del centenario
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