Fondato a Racalmuto nel 1980

Antonino, l’esame di maturità e la poesia della mamma

Lui è Antonino Incorvaia, studente del Liceo Musicale e figlio di Angela Mancuso, poetessa e scrittrice. Antonino all’esame di maturità come seconda prova ha presentato un elaborato multimediale ispirandosi ad una poesia della mamma. 

Angela Mancuso con il figlio Antonino

Storia di una composizione a tre teste e sei mani. Parole, musica e voce. Tutto a distanza, da una parte all’altra della provincia di Agrigento, ma uniti da uno stesso cuore. 

Il 18 maggio mi arriva una telefonata.

“Signor Moncada?”

“Raimondo… Chiamami Raimondo.”

È Antonino, uno studente di quinto anno, figlio di una poetessa di Licata, meglio nota nel mondo letterario e in quello anagrafico come Angela Mancuso

Mia amica, colei che mi ha più volte chiamato a Licata per presentare e leggere le sue poesie, colei che mi ha pure proposto come presidente del concorso letterario “Raccontami, o Musa”; colei … di colei in colei faremmo notte. 

Ritorniamo al filo della storia, vera, verissima. 

Antonino Incorvaia frequenta il liceo musicale e come seconda prova del suo esame di maturità ha pensato a un elaborato multimediale e multidisciplinare. 

Il tema che gli è stato assegnato è l’io interiore. E lui ha pensato a una poesia della mamma (tratta dalla raccolta Sculture d’incanto) da incastonare nella parte finale di una sua musica (Antonino è musicista e compositore). 

“E allora? Come posso esserti utile?”, insisto al telefono. 

“Ho pensato a lei per…”

“Per? Spiegati…”

“Sì, per …”

“Per o tanto per?”

“No, solo per…”

“E allora?”

“Per dare voce alla poesia di mia mamma…”

“Quindi non è tanto per?”

“No!”

“Allora puoi contare su di me!”

“Grazie.”

“Per?”

“Per avermi chiamato.”

“Allora accetta? Posso contare sulla sua voce?”

“Sì, considerami già sotto esame.”

Ecco i piaceri e gli onori della vita! Antonino mi ha scelto, mi ha chiamato, mi ha fatto la proposta e io ho detto di sì. 

Mi sono messo subito al lavoro: non è giusto farlo aspettare, ho pensato. 

Gli ho registrato così una traccia audio e gliel’ho inviata credendo fosse già bellissima, che andasse bene. Lui mi ha ringraziato ma mi ha chiesto delle modifiche, come da vero regista, con un accento nel finale, un ritmo e un tempo di lettura che doveva coprire uno spazio preciso. 

E ha fatto benissimo.

Ho eseguito le direttive, così come fa qualsiasi attore con chi lo dirige. Con quel video, con quella sua splendida musica, con il testo finale della mamma e la lettura di un dicitore che ha più volte sentito recitare a Licata (mamma e dicitore citati nei titoli di coda e nella presentazione dell’elaborato), Antonino ha superato brillantemente l’esame di maturità. 

Ma la poesia e la musica di madre e figlio non potevano rimanere dentro un fascicolo scolastico, forse anche virtuale dopo un anno di pesante e indimenticabile DAD. Meritavano di essere portate fuori, conosciute dal mondo, dagli ammiratori della poetessa Angela e dagli ammiratori dell’autore Antonino. 

Ispirato dalle note e dai versi, mi sono fatto così un giro per Sciacca e ho realizzato un mio personale video con cui sono stato promosso da Angela e Antonino a cui faccio i migliori in bocca al lupo per la sua carriera artistica e accademica e che ringrazio per avermi scelto.

L’alternativa sarebbe stata la voce metallizzata di Google, meglio io. Cosi giusti. Io, il titolo della videopoesia.

Guarda il video

http://%20https://youtu.be/NLTH6hl50eM

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