Pianeta scuola. A proposito di classi pollaio
Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in un intervento a La Repubblica, ha parlato anche di classi pollaio e reagendo con tono deciso alle sollecitazioni di una mamma che si lamentava del fatto che nella classe di suo figlio ci fossero 29 alunni, ha così sentenziato:
“Classi pollaio? Io non sono né Harry Potter né Albus Silente, ci stiamo lavorando! ”
Ha ragione. Ha perfettamente ragione.
Il ministro non è un supereroe, tipo quel Gig robot d’acciaio che si trasformava in testa di robot, poi l’amica gli lanciava i componenti, lui si assemblava e combatteva i nemici pollai dell’umanità.
I ministri dell’Istruzione sanno benissimo che occorre risolvere il problema delle classi pollaio, non è il caso di rammentarglielo ogni anno, ad ogni legislatura, da sessant’anni. Perbacco!
E poi che male c’è nelle classi pollaio? Io qualche anno fa ho avuto una classe di 34 alunni. Trentaquattro. E ogni giorno portavo a casa 34 uova fresche fresche.
“Preessoré”
“Eh”
“Ma le sembra giusto che nelle classi pollaio ci debbano essere solo polli? Non sarebbe bello, inclusivo, integrativo, comprensivo ammettere anche tacchini, conigli, pavoni, anatre e altre specie avicole?”
“Avete ragione, o miei pulcini spennacchiati, preparate una lettera per il ministro. La spediamo direttamente a Hogwarts, la scuola di magia e stregoneria di Harry Potter”