Racalmuto, va in pensione il Prof. Guglielmo Giudice. Migliaia di studenti, a partire dal 1980, hanno seguito le sue lezioni, imparato a misurarsi con i propri pari, a superare i propri limiti, ad incontrarsi ed impegnarsi in sane competizioni. Auguri grande Prof.
C’è chi dice che al momento della nascita portasse già le scarpe da ginnastica ai piedi. Cosa assai improbabile a cui credere, scientificamente impossibile da dimostrare. C’è, invece, chi sostiene che abbia trovato la formula per arrestare il trascorrere del tempo. “Professo’, ma lei è sempre uguale?”, gli chiedono i suoi ex studenti. Sarà vero? I documenti dicono di no.
Di fatto il Professore Giudice, Guglielmo per gli amici, a Racalmuto è come se ci fosse sempre stato, non solo da comune cittadino, ma soprattutto come professore. Non c’è famiglia, o quasi, in cui almeno uno dei componenti non sia stato suo alunno o suo allievo. In quarantadue anni serrati di attività, avendo insegnato educazione fisica negli istituti superiori e allenato intere generazioni come istruttore di basket e mini basket e dato lezioni di ginnastica a corpo libero e correttiva, il Professore Giudice può vantare veramente un record personale, contribuendo con la sua opera a scrivere bellissime pagine di storia dello sport della città di Sciascia.
Era questo, innanzi tutto, uno dei vantaggi di iniziare a lavorare a ventuno anni, quando l’ISEF era ancora un corso di studi triennale e l’educazione fisica nelle scuole cercava di farsi spazio per assurgere a disciplina, lasciandosi alle spalle i retaggi che la volevano in molte scuole come un’ora di passatempo.
Insegnare educazione fisica, a dire il vero, non era cosa facile, visto che molte scuole erano sprovviste di palestre. Ed è qui che la professionalità e la creatività si incontrano: riadattare spazi, sperimentare modi nuovi per fare svolgere agli studenti sport e movimento utili allo sviluppo fisico e sociale.
Migliaia di studenti a partire dal 1980 ad oggi hanno seguito le sue lezioni. Migliaia di studenti hanno imparato a misurarsi con i propri pari, a superare i propri limiti, a incontrarsi e scontrarsi in sane competizioni, sempre nel rispetto delle regole e nell’osservanza della disciplina.
Ecco, al professore Giudice vengono associati il senso della disciplina e del rigore, non soltanto come regole dello sport, ma soprattutto perché attraverso queste forme educative, che oggi i ragazzi soffrono, ha tenuto alta la dignità della materia. Per questo suo approccio, Guglielmo Giudice è stato un importante pilastro del dipartimento di scienze motorie dei licei “Ugo Foscolo” di Canicattì, scuola in cui ha insegnato negli ultimi diciotto anni.
Ma l’impegno e la passione per lo sport sono andati oltre l’orario scolastico, oltre le mura degli istituti superiori in cui ha insegnato. La Palestra “Olimpia” nel 1980 è stata la prima palestra di Racalmuto ad aprire i battenti e ad accogliere tra i tanti iscritti i piccoli del minibasket e vedere il nascere delle prime squadre giovanili di pallacanestro, uno sport, quest’ultimo, che ha portato Giudice a guidare la federazione provinciale minibasket con la promozione di eventi in tutta la provincia di Agrigento.
Un vivaio tanto numeroso gli ha consentito a partire dal 2000 di costituire e allenare la squadra femminile di basket portandola a militare nel campionato di serie C regionale. Sono tante le storie che le giocatrici di quella squadra potrebbero raccontare legate non solo ai ricordi delle competizioni, ma anche agli estenuanti allenamenti, alle trasferte, ai momenti di convivialità del dopo partita. E sono tante le giocatrici che attraverso le regole, il sacrificio e l’impegno appreso nello sport hanno saputo distinguersi anche nella vita, nel settore professionale e sociale.
Ma il professore Giudice mentre continuava ad insegnare negli istituti superiori, ad allenare squadre e dare lezioni in palestra, metteva in moto la sua creatività dando vita ad uno degli eventi più belli che Racalmuto e la provincia di Agrigento abbiano mai visto. Nel 1987, con il patrocinio della locale Proloco, per volere dell’allora Presidente Antonio Baldanza, debutta “Un gioco pel l’estate”, torneo portato avanti per quattro edizioni, in cui le squadre di diversi comuni si sfidavano in giochi divertenti e percorsi misti. Un successo annunciato, che ha visto al fianco di Gugliemo Giudice una team di professionisti del settore come Orazio Stuto, Peppe Picone e Irene Spoto.
E come dimenticare il “Mundialito”, la competizione sportiva che negli anni ’90 ha visto sfidare tutti i bambini delle scuole elementari in un torneo di calcetto in cui le diverse squadre vestivano le maglie delle nazioni di tutto il mondo. Insomma, il professore Giudice era proprio uno che non ci dormiva la notte, aveva sempre in mente qualche cosa di nuovo da proporre, linfa vitale da condividere, voglia di fare.
Quarantadue anni di insegnamento sono veramente tanti se vissuti con impegno e passione, non solo perché l’insegnamento logora, ma soprattutto perché è una di quelle professioni che ti costringe a stare sempre al passo con i tempi, con i bisogni dei tuoi studenti, con l’evolversi della tecnologia. Ed è forse proprio per questo che il professore sembra eternamente giovane, perché in verità non ha mai avuto la possibilità di fermarsi, di lasciarsi andare, di concedersi un po’ di tregua.
Memorabili rimangono gli scatti con suoi ex alunni, oggi diventati padri e nonni, in cui risulta veramente difficile capire chi è il prof e chi è lo studente. E mentre gli anni portano la saggezza, nel caso del professore Giudice mettono a fuoco anche l’immutato impegno sociale che facendosi spazio tra lo sport si orienta nella salvaguardia dei più deboli e indifesi, i randagi di Racalmuto e dintorni.
Il suo è l’esempio di chi ha fatto dell’amore per gli animali una vera e propria missione: salvare più cani possibili, dandogli un futuro, una famiglia, una casa. Ed ecco che magari nell’organizzare le sue vacanze, il prof non pensa solo a visitare nuovi luoghi, ma anche a rincontrare i suoi cani disseminati in giro per l’Italia.
Questo è in sintesi, grande sintesi, il professore Giudice, un uomo perbene, educato, serio, rigoroso con se stesso e con gli altri, uno tutto d’un pezzo che sembra guardare il mondo dall’alto della sua statura.
In realtà Guglielmo è uno che ama stare in basso, mettersi allo stesso livello degli altri. Dell’altezza è uno che si tiene alla larga, non foss’altro perché sa benissimo che una volta salito in alto avrebbe una grande paura a scendere. In pochi sanno di un aneddoto che da ragazzo lo vuole aggrappato ad un’altissima scala di legno in chiesa madre, dove l’arciprete Puma l’aveva fatto arrampicare per sostituire una lampadina del lampadario della navata laterale.
Ci volle un bel po’ di tempo e ferma opera di convincimento per farlo scendere visto che neanche lui sapeva sino a quel momento di soffrire di acrofobia. Ecco, anche il professore Giudice è umano, anche lui ha le sue debolezze.
All’uomo, al professore, all’amante degli animali auguriamo buona pensione. Adesso, ne siamo certi, potrà dedicarsi appieno alle sue passioni: lo sport, gli animali e il buon cibo.