LIBRI. Dal 16 al 19 settembre il festival dell’editoria indipendente a Villa Filippina, diretto da Gaetano Savatteri. Oltre duecento appuntamenti in quattro giorni. Tra gli ospiti: Pif, Pietrangelo Buttafuoco, Alessandro Barbero, Antonio Manzini, Stefania Auci, Gaetano Pecoraro, Franco Arminio e molti altri. La presentazione del programma firmata da Savatteri
«E adesso so che bisogna alzare le vele / e prendere i venti del destino / dovunque spingano la barca». Con gli organizzatori di “Una Marina di Libri” (a partire dal Centro Commerciale Naturale Piazza Marina&Dintorni) avevamo pensato a questi versi di Edgar Lee Masters per il tema di quest’anno. Poi, complice la celebrazione dei settecento anni dalla morte di Dante, abbiamo scelto un passaggio della Divina Commedia, che tenesse insieme il mare e la navigazione, la costa dimenticata e amata di Palermo, l’avventura e il rischio: «Per l’alto mare aperto».
Ma fin dall’inizio di questa dodicesima edizione, prendendo il ruolo che con raffinatezza ha ricoperto il mio predecessore Piero Melati, mi sono reso conto delle tante incognite che riservava l’appuntamento con “Una Marina di Libri”. Date nuove, luogo nuovo – l’affascinante Villa Filippina – e una nuova direzione per una manifestazione complessa, radicata, vasta, dibattuta che ormai appartiene al paesaggio culturale di Palermo e della Sicilia.
Ottavio Navarra che con Antonio Sellerio sostiene, promuove e partecipa al festival dell’editoria indipendente, ha parlato di una nave che riprende il largo, ma con le vele strappate, rammendate, bucate. È la fotografia della piccola editoria meridionale: di oltre settanta editori presenti, metà sono siciliani e tutti portano le cicatrici di due anni difficilissimi. Sono corsari con i segni delle battaglie – vinte e perse – sul volto e sul corpo.
“Una Marina di Libri”, di cui gli editori sono patrimonio e, di fatto, azionisti, vuole alzare le vele assieme a loro, aiutandoli per come si può e si deve a riprendere la navigazione «per l’alto mare aperto». Ricordando che oltre all’aspetto puramente culturale, rappresentano economia diffusa, imprenditoria territoriale, sede di riflessione critica.
Ripartire con loro, ripartire con la città di Palermo, luminosa e incantevole nello spot già celebre (che molto costò ai palermitani in termini di disagio) di una scuderia di Formula 1 che mostra una città ammaliante; anzi, il sogno di una città ammaliante, nel quale non compaiono i suoi problemi, ricordandoci anche che Palermo non può essere ridotta solo ai suoi problemi, alle sue inefficienze, ai suoi guasti, ma che in ogni caso vanno tenuti presenti, affrontati e – speriamo – risolti. “Una Marina di Libri” vuole essere anche lo spazio di un confronto costante di discussione e dibattito sulla città, sulla regione, magari non limitato esclusivamente ai giorni del festival.
Da parte mia un grazie grandissimo a tutto lo staff di “Una Marina di Libri”, alla sua accoglienza, alla sua efficienza, alla sua sensibilità.
Si riparte, dunque. Con sogni, speranze, timori. E per citare ancora Edgar Lee Masters: siamo «una barca che anela al mare eppure lo teme»
(con la collaborazione di Matteo Di Gesù, Salvatore Ferlita, Masha Sergio)
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