Primo giorno di scuola, la prof. racconta. Il rientro in presenza è stato davvero emozionante, lo ammetto. Ecco come ho affrontato l’argomento vaccini.
Il rientro a scuola in presenza è stato davvero emozionante, lo ammetto. Dopo quasi due anni di Didattica a distanza avevo dimenticato come fossero i ragazzi in formato tridimensionale. E avevo dimenticato che sotto la loro testa ci fosse attaccato anche un corpo. Alcuni ho stentato a riconoscerli, perché nel frattempo si sono estesi in altezza e in bellezza.
Ci ho riflettuto per settimane sulla opportunità di affrontare il discorso vaccini. È una questione delicata, spinosa, da mesi al centro di accesi dibattiti. Mi sono preoccupata di eventuali reazioni negative a un mio tentativo di convincere gli studenti a vaccinarsi. Nella mia testolina si sono accesi legittimi dubbi.
“E se qualche genitore no vax si indisponesse e venisse ad accusarmi di voler plagiare i suoi figlioli? Di volerli convincere a sottomettersi alle logiche del potere diventando cavie? Di indurli a farsi impiantare un microchip iniettato con una siringa che contiene un liquido sperimentale che non si sa cosa c’è dentro ma che li modificherà geneticamente?”
“Salve ragazzi, bentrovati. Vedete, non so come affrontare l’argomento, ma, per quanto riguarda i vaccini… ”
” Preessoré… ”
“… Io mi rendo conto che non vi si può obbligare e che deve essere una scelta condivisa coi vostri genitori… ”
” Preessoré… ”
“… E capisco i dubbi e le paure alimentati da una campagna di disinformazione basata su falsi presupposti…”
“Preessoré…”
“… Però, vedete, vi invito a riflettere bene e a documentarvi, scegliendo fonti autorevoli, attendibili, affidabili e… ”
” Preessoré…”
“Eh…”
“Guardi che in questa classe siamo tutti vaccinati e tutti in possesso di Green Pass e di tutte le discussioni che voi adulti fate sui social non ce ne frega una beata… ”
“Va bene, va bene. Ho capito. Aprite il libro a pag. 15. Si ricomincia”.