Al Museo Diocesano di Caltanissetta la mostra fotografica di Franco Carlisi. 41 scatti, sapientemente selezionati tra i 150 raccolti nel suo libro
“Il valzer di un giorno”, la mostra fotografica di immagini in bianco e nero, di Franco Carlisi, fa tappa a Caltanissetta, ospite nelle sale del Museo Diocesano “Giovanni Speciale” del Seminario Vescovile.
41 scatti, sapientemente selezionati tra i 150 raccolti nel suo libro, raccontano per immagini il giorno delle nozze, le nozze viste e vissute in una Sicilia nascosta, periferica, intima. Sono nozze pregne di sentimenti forti di “un giorno che si vorrebbe non finisse mai”. Quelle di Franco Carlisi sono foto non pensate per entrare a far parte dell’album ufficiale separate da fogli di carta velina, ma per raccontare con sguardo a volte poetico, a volte ironico e disincantato, emozioni e sentimenti non detti, intimi, vissuti nel giorno del matrimonio, un ‘rito di passaggio’ della vita dell’uomo da sempre celebrato anche nell’arte.
Del rito, “l’occhio di Franco Carlisi – scrive Andrea Camilleri – coglie continuamente dei “fuori campo” e ce li restituisce, direi proprio da narratore, con straordinaria vivezza e intensità. Le foto matrimoniali di solito anelano all’evanescenza, alla leggerezza, alla purezza, alla solennità. Invece, attraverso lo sguardo di Carlisi, tutto diventa carnale, vissuto forte, reale, senza mezze tinte”.
Gli scatti di Carlisi sono arte e per questo vengono umilmente accostati alle opere sacre custodite nelle sale del museo diocesano. Una mistura tra sacro e profano che segue una linea immaginaria che celebra l’amore.
Ed è l’amore il leitmotiv che unisce gli scatti di Carlisi alle opere sacre. L’amore celebrato con un valzer, eseguito attraverso la ripetizione di tre semplici movimenti. L’immagine che ci restituisce è quella di due corpi, due persone distinte, che pur nella distanza vivono la prossimità. Si tratta di due corpi che muovendosi in maniera armonica, tendono ad essere un corpo solo, seguendo il ritmo dell’amore. I tre movimenti che lo compongono lo accostano ad una dimensione trinitaria, come il matrimonio, ci si sposa in tre “lui, lei e Dio”. L’amore così raffigurato, profondamente umano e profano è il dirsi di Dio nella storia, è Dio che si dice attraverso due persone che si amano.
Ecco nelle sale del Museo Diocesano viene rappresentato l’amore, un amore fatto di tre semplici movimenti che tutti quanti possiamo imparare per danzare la vita al ritmo dell’amore.
La mostra inaugurata lo scorso lunedì 18 ottobre alla presenza del Vescovo, Mons. Mario Russotto, sarà visitabile fino al 22 novembre.