Fondato a Racalmuto nel 1980

Dedicato a quanti portano a spasso i propri cani con una mano al guinzaglio e con l’altra al cellulare

Un giorno, non così lontano, anche i cani domestici pretenderanno a colpi di latrati il loro smartphone personale

Un giorno, non così lontano, anche i cani domestici pretenderanno a colpi di latrati il loro smartphone personale

Mi capita sempre più spesso vedere gente che porta a spasso i propri cani da compagnia con una mano al guinzaglio e con l’altra al cellulare.

Il dettaglio su cui si soffermano maggiormente i miei occhi è l’atteggiamento di assenza del padroncino nei confronti del proprio animale che va da una parte all’altra senza la bussola di una guida sicura, vedendosi tirare o strattonare senza una ragione anche quando si ferma perché ha trovato il luogo ideale dove fare in santa pace il proprio bisognino che con molta educazione ha trattenuto a casa per ore in attesa di essere accompagnato fuori all’aria aperta.

L’attenzione di chi conduce il cane è troppo assorbita dal cellulare o meglio da quello che c’è dentro il cellulare che ha più interesse rispetto ai bisogni del cane. In giro vedi così due entità, unite dal guinzaglio e separate dal cellulare perché chi non è cane nella vita ha la necessità e l’urgenza di rimanere perennemente collegato col mondo virtuale da cui fa sempre più fatica a disconnettersi. Il cellulare diventa una sorta di collare degli umani digitali, agganciato al guinzaglio di una tecnologia invasiva che ormai ci è entrata nel Dna e ci tiene stretti a sé anche quando andiamo a fare i nostri bisognini. Chi non si porta il cellulare in bagno rischiando di usarlo alla fine pure come carta igienica?

Quanto osservato mi fa riflettere anche sul mio comportamento. Non ho cani da portare a passeggio, ma ho familiari con cui condivido tutto, anche l’uso di smartphone tuttofare, con i mondi virtuali interni che rimangono facilmente fuori dalla vita comune. Ma col tempo anche i cellulari sono divenuti parti essenziali di ogni famiglia con ogni singolo componente proprietario di un proprio animale tecnologico con password inaccessibile a differenza del vecchio telefono che era di tutti e per tutti e non aveva alcun limitante codice segreto.

Un giorno, non così lontano, anche i cani domestici pretenderanno a colpi di latrati il loro smartphone personale e quel giorno non spingeranno più il proprio padroncino a uscire di casa con l’urgenza che il bisognino richiede. Il bisognino sarà dimenticato o, per patologica distrazione da internet, sarà fatto con inconsapevolezza e libertà sul costoso e comodo divano di famiglia occupato in ogni spazio da tutti i suoi componenti che, presi come saranno dalla scollegante connessione, non si accorgeranno neanche dell’improvviso, eccessivo e avvolgente profumo.

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