Per non dimenticare le violenze, gli abusi, le negazioni, i soprusi perpetrati ogni giorno nel mondo contro le donne
Nascerò donna
in un paese schiavo
mi copriranno il volto
mi celeranno in casa
di me diranno che sono nulla
che valgo niente
i miei occhi atterrati
le mie lacrime picchiate.
Mi vieteranno i libri
getteranno a terra i miei profumi
non potrò danzare
non potrò cantare
la mia anima
umiliata
nascerà donna
morirà schiava.
Nascerò donna
in un paese povero
mi mutileranno il corpo
mi venderanno all’uomo
di me non avranno nulla da dire
non varrò parole
solo dieci cammelli.
Ai miei seni secchi
attaccheranno
figli già morti.
Non avrò forze per danzare
Non avrò voce per cantare
Mai
la mia anima
compirà vent’anni.
Nascerò donna
in un paese lontano
mi porteranno via
mi blandiranno promesse
di me diranno che sono bella
che valgo molto
i miei occhi attraenti
le mie lacrime silenziose.
Mi prenderanno l’amore
lo pagheranno bene
non avrò tempo per danzare
non avrò canzoni da cantare
la mia anima
uccisa
sotto i lampioni
di vicoli bui.
Sono nata donna
in un paese libero
ho mostrato il volto
sono uscita da casa
ho gridato chi ero
quanto valevo
i miei occhi orgogliosi
le mie lacrime consolate.
Sono nata …
…e sono morta
uccisa dalle carezze
di un branco feroce.
Fino a ieri danzavo
fino a ieri cantavo
la mia anima
da oggi
non sarà più
anima di donna
La poesia che avete letto è un duro atto d’accusa contro le violenze, gli abusi, le negazioni, i soprusi perpetrati ogni giorno nel mondo contro le donne. Commessi da uomini senza onore, che non sono uomini, né mai lo saranno. La poesia che avete letto rappresenta quattro destini: i destini di donne nate in paesi diversi, ma accomunate dalla stessa sorte.
Uno: negli Stati più tradizionalisti dell’ Islam le donne sono private dei fondamentali diritti umani e civili. Vengono considerate inferiori rispetto all’uomo, non godono della libertà di espressione e di parola, non godono della libertà di spostamento. Non possono procedere negli studi, né fare carriera o ricoprire cariche e posizioni di responsabilità. Sono totalmente sottomesse all’uomo e spesso vengono obbligate a nascondere il corpo e il viso.
Due: si chiamano MGF, mutilazioni genitali femminili. Escissione, incisione, abrasione, asportazione, infibulazione. Ogni anno in alcuni paesi del continente africano, del Medio Oriente, ma anche nelle comunità di immigrati nei paesi di tutto il mondo, circa tre milioni di bambine e donne vengono sottoposte a questi barbari interventi. Sono pratiche profondamente radicate che alterano in modo permanente l’apparato genitale esterno femminile e creano danni psicologici e fisici gravissimi: traumi, dolori, infezioni, infertilità.
Tre: milioni di donne ogni anno vengono vendute, comprate, sottoposte a violenza e poi avviate alla prostituzione. Solo nei mercati occidentali il traffico di donne a scopo di sfruttamento sessuale raggiunge il mezzo milione. Provengono un po’ dappertutto: ragazze africane, albanesi, rumene, russe, ucraine e moldave. Reti di trafficanti senza scrupoli reclutano, con false promesse, giovani donne, spesso ancora bambine, le introducono clandestinamente in altri paesi, le avviano al mercato della prostituzione.
Quattro: la percentuale di donne che ogni anno subisce violenze fisiche o sessuali è talmente elevata da superare le vittime di qualsiasi guerra. Solo nel nostro paese gli ultimi dati dell’Istat sulle violenze, segnalano che oltre un milione e 400 mila donne italiane hanno subito una violenza fisica e sessuale prima dei 16 anni. Nella maggior parte dei casi le violenze avvengono all’interno delle mura domestiche e solo una parte di queste violenze viene denunciata.
Tutto questo accade adesso!