in quale periodo della storia va collocata la prima rappresentazione della Natività?
Il presepe più antico del mondo si trova in Italia, e precisamente in Sicilia… no! si trova in Emilia Romagna… No! Si trova nel Lazio. Che confusione! Pensavo fosse in Emilia Romagna, perché così trovo scritto in una pagina internet di un sito turistico del suo capoluogo: “A Bologna si trova il presepe più antico del mondo”. Ma poi, approfondendo di più, su internet (considerata dai velocisti del sapere moderno la fonte ufficiale di tutto), prendo atto che il presepe più antico del mondo si trova ovunque: ognuno vanta il proprio, per antichità, grandezza, fascino, bellezza, profondità e coinvolgimento mistico. Per fare subito chiarezza, consulto col mio enciclopedico smartphone il potente motore di ricerca di Google digitando la frase completa “Il presepe più antico del mondo”.
Mi escono fuori ben 446.000 risultati. Non li consulto tutti, il numero non alla mia portata mi scoraggia: quanto tempo ci vorrà? riuscirò ad arrivare al Natale? Per avere un’idea mi limito alla prima pagina. Nei primi link proposti da Google mi appaiono in ordine:1) Il più antico presepe del mondo si trova in Sicilia, al museo archeologico regionale di Siracusa, ed è scolpito in un sarcofago in marmo risalente al IV secolo d.C. (LINK)
1) Il più antico presepe del mondo si trova in Sicilia, al museo archeologico regionale di Siracusa, ed è scolpito in un sarcofago in marmo risalente al IV secolo d.C. (LINK)
2) È a Bologna il presepio più antico del mondo, l’opera in legno è l’Adorazione dei Magi e si trova nella Basilica di Santo Stefano e si fa risalire alla fine del 1200 (LINK)
3) Il presepe più antico del mondo è in Ciociaria, a Boville Ernica, in provincia di Frosinone, ed è scolpito su un sarcofago risalente al IV secolo d.C (LINK)
A questo punto – mi dico parlandomi in silenzio – c’è da capire cosa si intenda per presepe e in quale periodo della storia umana collocare la prima rappresentazione della Natività. Non sono uno storico e Internet, in pochi click di consultazione immediata, mi dà pure l’illusione di essere un super esperto di presepistica, un’arte antica che, specialmente a dicembre, si fa ammirare in tanti luoghi, all’aperto e al chiuso, nelle piazze, nelle chiese, in case private e nei musei (c’è mia suocera, Tonina Rampello, che ogni anno da tempo immemore ne costruisce uno enorme a casa. Ogni anno per la gran fatica dice che è l’ultima volta e ogni anno la vedi puntualmente arrampicarsi come una scalatrice sulle pareti di una ripida montagna e io a chiedermi ogni anno: ma come fa? dove trova la forza?).
Insisto così nella mia ricerca sul web, sprofondato sul mio comodo e caldo divano con alle gambe una coperta rossa. Per curiosità digito su Google anche il quesito “Dove è nato Gesù” e vedo che alcuni indicano Nazareth, altri Betlemme. Sono tentato a digitare “Quando è nato Gesù”, ma mi trattengo per non avere brutte sorprese. Seguo però i link della frase chiave “Dove è nato Gesù” e noto discussioni aperte con affermazioni “È nato in una grotta” … no! “È nato in una stalla” … no! “È nato in una casa”. Uno di questi link mi conduce a un articolo che mette in discussione una mia certezza: Gesù non è nato il 25 dicembre di 2021 anni fa, ma sarebbe nato in un altro giorno e in un’altra epoca, almeno 5-7 anni a.C.
Preso dalla voglia di sapere, cerco delle fonti autorevoli. Consulto innanzitutto la Bibbia e i Vangeli di Matteo e Luca. Matteo ci dice che “Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo di re Erode; Luca che “Maria diede alla luce il suo figlio promogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia”.
Per saperne ancora di più sfoglio il libro Il presepio – Antropologia e storia della cultura (Einaudi) di Maurizio Bettini, saggista e scrittore, docente di Filologia Classica all’Università di Siena. “Nella tradizione cristiana – ci dice – gli inizi di questa pratica si fanno corrispondere a una data precisa: la notte del 24 dicembre 1223. Tre anni prima della sua morte, Francesco d’Assisi volle che nel castello di Greccio, in Umbria, si allestisse un praesepium per celebrare degnamente la nascita del Salvatore”. Maurizio Bettini poi si pone una domanda e si dà una risposta: Quello di San Francesco, a Greccio, è davvero il primo presepe? “Evidentemente no, però anche sì”. E ne illustra tutte le ragioni, raccontandoci la storia del presepe e dell’inserimento nella rappresentazione di tutte le figure principali: la Sacra Famiglia, il bue e l’asinello, i pastori, i Re Magi, la stella cometa.
Non mi fermo al saggio di Bettini e continuo la consultazione di altri libri, questa volta a carattere religioso (tutti volumi da leggere, per capire, per sapere, per meditare).
Apro così Natale del Papa emerito Joseph Ratzinger contenente “parole che introducono alla riflessione e alla contemplazione del mistero divino” (Ellepi Editoriale). Benedetto XVI parla della “grotta di Betlemme dove si è compiuto l’evento straordinario che ha cambiato il corso della storia: la nascita del Redentore. Nella notte di Natale ci fermeremo, ancora una volta, dinanzi al Presepe, a contemplare stupiti il ‘Verbo fatto carne’. Nascendo fra noi Gesù Bambino non ci trovi distratti o impegnati semplicemente ad abbellire di luminarie le nostre case. Allestiamo piuttosto nel nostro animo e nelle nostre famiglie una degna dimora dove Egli si senta accolto con fede e amore”.
E c’è un altro libro che apro ed è Le parole del Natale di Papa Francesco a cura di Anna Maria Foli (Piemme Edizioni). In un paragrafo intitolato Il linguaggio dell’amore, Papa Francesco dice: “Non basta sapere dove Gesù è nato, come gli scribi, se non raggiungiamo quel dove. Non basta sapere che Gesù è nato, come Erode, se non lo incontriamo. Quando il suo dove diventa il nostro dove, il suo quando il nostro quando, la sua persona la nostra vita, allora le profezie si compiono in noi. Allora Gesù nasce dentro e diventa Dio vivo per me”.
In attesa della lettura di altri libri, e di vivere nel migliore dei modi la solenne ricorrenza, auguro a tutti un Buon Natale.