Fondato a Racalmuto nel 1980

“Mimmo, Mimmo, Mimmo”. Addio rivoluzionario colto ed elegante

Mimmo Butera, il ricordo di Giuseppe Piscopo

Mimmo Butera

Mentre apprendo con infinita tristezza la scomparsa di Mimmo Butera, amico sincero ed affettuoso, compagno di liceo di cento battaglie, mi riecheggiano i cori che io, insieme ad un altro gruppo di rivoluzionari liceali, facevamo partire nell’atrio dell’Empedocle di Agrigento, nel corso di vere ed infuocate assemblee di istituto. Giornate che per molti significavano vacanze, Viale, panchine e San Leone e per molti di noi invece significava impegno per un istituto migliore, riscaldamenti, aule senza infiltrazioni, più considerazione da parte dei prof e presidenza su nostre richieste ed iniziative.

Mimmo ci univa e ci rappresentava. Era la nostra sintesi e noi accanto a lui “minuscoli” consiglieri. Perché lui già a 14 anni era un leader. Mai un capo. Mai un ordine. Ma riusciva a trascinare tutti con una dialettica che metteva a tacere i migliori principi dei Fori. Lo chiamavamo già Avvocato quando ancora Seneca, Aristotele, Dante ed i versi dell’ Edipo Re ci impegnavano nello studio, tra ansie, interrogazioni e versioni e di strada per la laurea ne avevamo tanta da fare. Lui aveva la strada tracciata: la toga, le arringhe, i codici, il rispetto della legge, l’amore per il territorio e la cultura. In quel liceo lo “zoccolo duro” arrivava dalla provincia. La mattina chi in autobus, chi con autostop, chi con il treno nella sottostante stazione.

Mimmo e gli amici di Grotte e Racalmuto arrivavano con quel vecchio treno locale e ci incontravamo nella terrazza di via Empedocle, accanto a Taglialavoro che già ci avvolgeva con quei profumi di fritto di rosticceria. Poi ognuno nelle nostre aule. Per rivederci per la ricreazione per il babbio, i primi amori, gli sfottò calcistici e di campanile tra paesani e giurgintani del Capoluogo. Ma le battaglie per il ginnasio sistemato nella topaia di via Gioeni prima o per quelle nel triennio liceale ci riunivano tutti e Mimmo era la nostra sintesi. Per le elezioni per i rappresentanti non c’era storia. Si iniziava a fare politica tra sinistra, centro e destra. Si faceva sul serio. E con Mimmo spesso non c’era storia. Si vinceva alla grande intonando alla fine  “Bella ciao”.

Poi i percorsi di studi e le città universitarie ci divisero ma non ci allontanarono. Ad ogni incontro, anche sparuto ed isolato, era sempre una festa. Dal 1994, quando diventai vice sindaco a Favara, le occasioni di incontri diventarono più frequenti: campagne elettorali, eventi culturali, incontri letterari, presentazione di libri. Ed ogni volta sentire parlare in pubblico Mimmo era una goduria. Ci univa il taglio ironico nei discorsi, le battute taglienti e mai volgari. Ma lui aveva sempre una marcia in più. Poi ci unì Malgradotuttoweb, il nostro giornale. E nei suoi pezzi riusciva sempre a rendere articoli e commenti frizzanti, effervescenti, mai banali, retorici, freddi.

Oggi la triste notizia. Sei andato via troppo presto. Addio rivoluzionario colto ed elegante.

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