Il Capo dello Stato dal barbiere al condomino. Tutti lo conoscono. Tutti lo hanno sfiorato. Tutti hanno preso un caffè con lui. Ma ci sarà qualcuno, a Palermo, che non ha mai conosciuto il Presidente Sergio Mattarella?
Il barbiere conosce il taglio di basette del Presidente. Il condomino riporta il saluto gentile del Presidente. Il compagno di scuola ricorda i voti del Presidente. Un tassista rimembra la tariffa chilometrica adottata per il Presidente. E così via, per cerchi che si allargano nella città di Palermo e finiscono per coinvolgere i figli del Presidente, i nipoti del Presidente, gli amici del Presidente, i conoscenti del Presidente, i concittadini contemporanei del Presidente.
Ma ci sarà qualcuno a Palermo che non conosce il Presidente, che non lo hai mai incontrato, che non ha avuto a che fare, neppure indirettamente, con lui o con la sua famiglia? A vedere le cronache di questi giorni, il Presidente sembra uno che ha sempre avuto migliaia di amici, che ha frequentato migliaia di luoghi, migliaia di barbieri e idraulici e compagni di scuola e calzolai. Un’intera città che parla di Sergio, di Sergiuzzu, del caro Sergio, dell’amico Sergio, del signor Sergio, del dottor Sergio, dell’onorevole Sergio e, infine, del Presidente Sergio.
Per questo, anche perché in politica bisogna contarsi, sarebbe opportuno un Manifesto Di Quelli Che Non Conoscono Il Presidente. Un elenco di tutti i palermitani – sventurati o esclusi, anche solo per fatto anagrafico – che non possono raccontare nulla di Sergio Mattarella perché non lo hanno mai incontrato nemmeno per caso, perché non hanno mai preso un caffè nel bar del Presidente, che non lo hanno mai visto alla libreria Flaccovio o alla Feltrinelli, che non lo hanno mai incrociato in un corridoio dell’università o del centro padre Arrupe, che non lo hanno mai sfiorato a Mondello o a Sferracavallo, che non lo hanno mai frequentato nemmeno per il tempo di tre piani in un ascensore del palazzo di via Isidoro La Lumia dove c’era la segreteria provinciale della Dc, che non gli hanno mai lasciato il passo all’ingresso di Palazzo Delle Aquile.
Quelli che Non sono stati suoi studenti, quelli che Non sono stati suoi colleghi, quelli che Non sono stati suoi compagni di scuola o di facoltà. Quelli, insomma, che nemmeno per sbaglio hanno preso lo stesso aereo Palermo-Roma dove viaggiava il futuro Presidente. Quelli che magari, nella propria vita, hanno incontrato Totò Cuffaro oppure Totò Cardinale oppure Antonello Cracolici, ma Sergio Mattarella, proprio no.Quelli che non possono dire niente del Presidente non perché siano riservati, prudenti e cauti – come lo stesso Presidente, appunto – ma solo perché non hanno niente da dire. Quelli che Non possono raccontare un aneddoto, quelli che Non sanno che in privato è un uomo gioviale e di compagnia, quelli che Non hanno mai sostenuto un esame con lui né con uno dei suoi figli né con qualcuno dei suoi nipoti.
Insomma, ci saranno palermitani che non arrivano al Presidente Sergio Mattarella manco con sei gradi di separazione, manco mettendo in fila la teoria di cognati, cugini, amici e conoscenti che in qualche modo potrebbero far parte di uno dei cerchi magici del Presidente.
Quelli che oggi, amaramente, col senno di poi, ricordano che un pomeriggio di tanti anni fa stavano per andare a un convegno giuridico alla facoltà di Legge dove c’era Sergio Mattarella ma che poi, al momento di farlo, furono scoraggiati dal malotempo, dal traffico, dalla pigrizia e preferirono scendere alla rosticceria sotto casa per prendere un calzone al forno e una birra Peroni e così – per distrazione o per leggerezza – mancarono l’appuntamento con il Presidente.
Insomma, un Manifesto di tutti quelli che oggi, veramente, rispettano il Presidente e il suo stile di uomo riservato, di palermitano discreto e di siciliano silenzioso non dicendo assolutamente niente di lui, non foss’altro perché non hanno niente da dire. E, si sa, in questi caso, la miglior parola è sempre quella che non si dice.
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Questo articolo di Gaetano Savatteri è stato pubblicato da malgradotuttoweb il 3 febbraio 2015, qualche giorno dopo l’elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato, dopo 7 anni, si appresta a lasciare il Quirinale, il suo mandato scade,infatti, a fine gennaio 2022.