Il Paese ha chiaramente bisogno di me. Sarei non solo la prima Presidente donna della storia della Repubblica italiana, ma in assoluto la prima Presidente preessoressa
I due voti da me ottenuti nel corso del primo scrutinio per l’Elezione del Presidente della Repubblica mi riempiono di gioia e hanno riempito di orgoglio il Direttore di questa testata che mi invita, giustamente, giustissimamente, a scriverne acciocché la mia commossa gratitudine giunga ai miei due elettori.
Saranno stati due grandi elettori? Due piccoli elettori? Due elettori così così? Non si sa, nessuno lo sa, il voto è segreto. E nel segreto dell’urna essi hanno voluto riconoscere il mio altissimo valore morale e intellettuale che qui, ora, con infinita modestia, intendo rappresentare.
Il Paese ha chiaramente bisogno di me. Mi saranno sufficienti altri 2800 voti circa e il gioco è fatto. Riceverò l’applauso e la standing ovation da tutti i parlamentari. Di destra, di sinistra, di sopra e di sotto. Mi sento come Annibale pronto a varcare le Alpi, come Leonida infuocato al varco delle Termopili, come Cesare al passaggio del Rubicone. ALEA IACTA EST!
Sarei non solo la prima Presidente donna della storia della Repubblica italiana, ma in assoluto la prima Presidente preessoressa.
Ho già pronto il discorso di insediamento e il discorso di fine anno. Rigorosamente scritti in distici elegiaci. Ma nel caso il Paese me li chiedesse in endecasillabi sciolti, io sarei pronta a riscriverli in endecasillabi sciolti a rima sciolta.
Sarò la paladina della giustizia sociale, la difensora dei deboli e degli afflitti, la moschettiera del reame. Vincerò anche il Festival di Sanremo, durante il quale declameró i miei distici elegiaci con l’orchestra diretta da Peppe Vessicchio, subitamente nominato Ministro di tutte le orchestre. In veste di Presidenta preessoressa assumeró ad interim per sempre il Ministero dell’istruzione. I presidi non soffriranno più, i docenti non soffriranno più, i collaboratori scolastici non soffriranno più. Solo agli studenti sarà aumentata la sofferenza con l’introduzione di giuste pene corporali.
Grazie, grazie, grazie di cuore per questa scelta. Il Paese mi chiama ed io rispondo. Alle armi!