Storie. A cento anni dalla morte, Ester Rizzo ricorda Nelly Bly, la giornalista famosa (anche) per la sua inchiesta sugli ospedali psichiatrici, realizzata fingendosi pazza e facendosi internare
Correva l’anno 1888 ed Elizabeth Jane Cochran, conosciuta con lo pseudonimo di Nellie Bly, conquista un primato: diventa la prima donna a circumnavigare il mondo in 72 giorni. Era nata il 5 maggio 1864 in Pennsylvania. Suo padre, aiutante di un mugnaio, era diventato un benestante possidente dopo aver sposato la madre Mary Jane che già viveva in condizioni agiate.
Elizabeth era la terza dei cinque figli della coppia ed era soprannominata Pink perché la madre aveva il vezzo di vestirla sempre con abiti di colore rosa. Rimase orfana del padre a soli sei anni e con il resto della famiglia si trasferì a Pittsburgh, dove la giovane madre si risposerà con un uomo ubriacone e violento. Iniziarono così per lei un’infanzia ed una adolescenza difficile e fu addirittura costretta ad abbandonare la scuola perché i soldi non erano sufficienti per pagare le rette. Sua madre decise di divorziare ma aveva l’onere in Tribunale di provare i maltrattamenti subiti. Elizabeth testimonierà al processo confermando gli abusi e aggiungendo:
” Il mio patrigno ha sempre bevuto: ha un pessimo carattere da ubriaco ma anche da sobrio”.
Questa vicenda personale la segnò profondamente e giurò a se stessa che la sua vita non sarebbe mai dipesa da un uomo e che avrebbe dovuto assolutamente essere indipendente. E così fu: è passata alla storia come una donna audace, rivoluzionaria, orgogliosamente femminista.
Un giorno sul giornale “Dispatch” viene pubblicato un articolo dal titolo “A cosa servono le ragazze” in cui il giornalista si scaglia “contro le femmine irrequiete e insoddisfatte…sempre pronte a fare le difficili per cose da nulla…la donna dovrebbe fare della propria casa un angolo di paradiso”.
Elizabeth infuriata prende carta e penna e risponde affermando che sicuramente il giornalista ha trascurato nei suoi studi i vari aspetti della vita femminile: “…sembrerebbe che secondo voi, la vita di una donna sia povera se questa non è informata sugli ultimi pettegolezzi, se non è ben vestita e se il pane è andato a male…ovunque sono considerata ostinata, curiosa, schietta, caratteristiche che indubbiamente voi giudicherete lodevoli in un uomo ma pessime in una donna… Non scrivo tutto ciò per avere la vostra compassione ma per correggere le vostre idee sbagliate secondo le quali l’unico mondo della donna sarebbe la casa…sono determinata a voler lavorare finché non avrò scoperto il mio mondo e diventare economicamente indipendente così come lo sono nell’anima…attendo una vostra risposta”.
Il suo scritto venne pubblicato e il direttore del giornale colpito da quella risposta la convocò dicendole ”Voglio 1500 parole per domani, scriva l’articolo e si rechi alla redazione del Dispach”. Così diventò giornalista e il suo nome si trasformò in Nellie Bly. Nei suoi articoli denunciò la condizione di sfruttamento delle lavoratrici, la disparità salariale e la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro. Quando lo Stato della Pennsylvania decise di modificare le leggi sul matrimonio e sul divorzio introducendo norme svantaggiose per le donne, Nellie, con i suoi articoli e le sue interviste, oppose resistenza a questi cambiamenti arrivando a influenzare la pubblica opinione.
La sua fama cresceva e contemporaneamente crescevano i problemi: il mondo degli affari e dell’industria, spesso colpito dalle sue inchieste, minacciò di non finanziare più il giornale per il quale lavorava e così venne relegata alle innocue pagine di moda e giardinaggio. Nonostante ciò, non si diede per vinta e riuscì a convincere il direttore del giornale ad inviarla come corrispondente in Messico, da dove fu espulsa sei mesi dopo, rea di aver messo in risalto nei suoi articoli la corruzione della classe politica messicana.
Ritornò a New York e, come corrispondente del “New York World”, le fu finanziato un giro del mondo. Il 14 novembre 1889 l’avventura ebbe inizio: Nellie viaggiò in treno, in nave e anche a dorso di un asino. Ogni giorno il quotidiano pubblicava un suo resoconto di viaggio e quando, dopo 72 giorni, la sua avventura terminò, migliaia di persone la festeggiarono.
E’ stata anche la prima cosiddetta “giornalista investigativa”, famosa per la sua inchiesta sugli ospedali psichiatrici realizzata fingendosi pazza e facendosi internare. Ebbe modo così di denunciare i soprusi e le botte date alle pazienti, la scarsissima igiene, l’uso massiccio di morfina. Descrisse come le pazienti venivano intenzionalmente lasciate a soffrire la sete. Il suo reportage indusse il Gran Giurì a condannare coloro che avevano perpetrato questi orrori e il giorno dopo la condanna i giornali scrissero: “Nellie Bly ha aperto la strada. Il Gran Giurì condanna gli abusi del manicomio di Blackwell. Ad aprirgli gli occhi il resoconto del” World” sugli orrori della struttura. Si raccomanda l’assunzione di dottori donne”. Venne così incoronata “migliore reporter d’America”.
A trent’anni si sposò con il milionario Robert Seaman, industriale nel settore dell’acciaio. Alla morte del marito, lasciò il giornalismo prendendo le redini delle varie aziende e avviando vere e proprie rivoluzioni interne: dotò ogni fabbrica di ambulatorio medico e biblioteca e istituì corsi di alfabetizzazione degli operai.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale ritornò al giornalismo, diventando reporter di guerra e raccontandone gli orrori. Alla fine del conflitto sfruttò la sua fama e la sua popolarità per bambini e bambine abbandonati e dar loro una casa e una vita dignitosa.
Morì il 27 gennaio del 1922, dopo essere diventata un simbolo per tutte le donne “che volevano dimostrare di saper viaggiare da sole e con poco bagaglio”. Nel 1998 è stata inserita nel National Women’s Hall of Fame e A Brooklyn le è stato intitolato un piccolo parco divertimenti che ha come tema il giro del mondo. Uno dei crateri di Venere porta il suo nome. Nel 2018 è stato pubblicato “A cosa servono le ragazze” di David Blixt dove viene raccontata parte della sua vita spesso attraverso i suoi stessi articoli.
Nel nostro Paese è stato istituito il” Nellie Award Italia”, un premio dedicato alle studentesse del Politecnico di Milano che mettono a disposizione la propria conoscenza per individuare soluzioni innovative in campo sociale. Il premio è ispirato proprio a Nellie Bly che è stata la voce di tante altre donne e ha soprattutto dimostrato a “cosa servano le donne di talento in una società”.
A cento anni dalla sua morte riteniamo comunque che meriterebbe ancor di più.