La storia di Jane Addams, Premio Nobel per la pace nel 1931. Il suo principio: “L’odio si combatte con l’amore”
Ad Amstelveen, nei Paesi Bassi, c’è un viale intitolato a Jane Addams. Negli Stati Uniti, musei, scuole e parchi portano il suo nome. La sua fu una scelta drastica contro la guerra: “nessuna guerra può mai essere definita giusta”.
Jane Addams nasce a Cedarville il 6 settembre 1860 e a soli due anni resta orfana di madre ma il padre le garantisce la possibilità di potere studiare nelle migliori scuole femminili di Chicago. Nel 1882 si laurea al Rockford College e va a vivere in uno dei quartieri più degradati di Chicago, dove risiedevano soprattutto immigrati ed emarginati della società. Insieme alla sua amica Ellen Star fonda il “Social Settlement Hull House”. Pian piano a questo centro per attività sociali ed educative si aggregano altre intellettuali dell’alta borghesia americana e, tutte insieme, si prodigano per trasmettere i loro saperi alle donne disoccupate e a quelle che vivevano in estremo stato di povertà.
Jane trascorre quaranta anni della sua vita a Hull House e in quel tempo scrive anche molti libri, tra i tanti: Democracy and Social Ethics e Newer Ideals for Peace che sono testi di riflessione politica sulla democrazia e sul ruolo della donna nel progresso della società.
Jane ha un concetto nobile di democrazia ideale: la società ha bisogno del contributo di tutti e di tutte e si costruisce partendo dalle fasce più povere. Questa visione rivoluzionaria la fece diventare una leader del movimento riformista ed una delle donne più famose d’America.
Era una persona molto colta e a volte costituiva, in certi ambienti, una “spina nel fianco”. Da tanti fu addirittura considerata una santa. Una santa che sognava un mondo in cui donne e uomini vivevano in pace rispettandosi tra di loro. “La giustizia tra uomini o tra nazioni può essere ottenuta soltanto attraverso la comprensione e la comunione dei sentimenti”.
Questo suo sogno fu infranto con lo scoppio della prima guerra mondiale, ma la sua anima pacifista non si arrese davanti al conflitto. Alla fine del 1914, insieme a tante altre, attraversa tutti gli Stati Uniti per incoraggiare le donne ad unirsi per invocare la pace. Tutte si imbarcano su un transatlantico per raggiungere l’Europa. Ed è questa una delle imprese più belle che vergognosamente viene taciuta o minimizzata dai libri di storia.
Nell’aprile del 1915 si svolse a L’Aja un “Congresso Internazionale delle donne”. In quell’occasione si riunirono millecentotrentasei delegate di dodici diverse nazionalità ed altre migliaia di donne provenienti da tutta Europa. Fu una manifestazione imponente, se consideriamo costi e difficoltà oggettive degli spostamenti in quei tempi. Il congresso era incentrato su due punti focali: il suffragio femminile e l’uso di arbitrati neutrali per risolvere le controversie internazionali.
Jane Addams, insieme all’olandese Aletta Jacobs, bussa alle porte di tutti i capi di Stato e ministri europei per proporre la costituzione di una commissione di esperti internazionali che abbia lo scopo primario di far cessare il conflitto non per armistizio ma per mutuo accordo. Ma questa richiesta, come la storia ci ha dimostrato, non viene accolta. Jane, in questo periodo, fonda la “Women’s International League for Peace and Freedom”.
Dopo aver conosciuto di persona gli orrori della guerra, le parole e le azioni di Jane si fanno sempre più infervorate e pressanti, ed alcuni la definirono “la donna più pericolosa d’America”.
Negli ultimi decenni della sua vita partecipa a tutti i movimenti internazionali per la pace e per la libertà civile e religiosa, cercando di affermare il suo principio: “l’odio si combatte con l’amore”.
Nel 1931 le viene conferito il Nobel per la Pace, ma neanche questa onorificenza serve a ricordarla oggi degnamente. Muore a Chicago il 21 maggio 1935.