Fondato a Racalmuto nel 1980

Che cessi ogni sofferenza. Ecco cosa mi auguro nel giorno del mio compleanno

Il migliore augurio, in questo momento. Il giorno del compleanno ti ricorda che ci sei ancora, che sei ancora su questa terra, che respiri la sua aria, che ti inebri dei suoi profumi, delle sue melodie, del suo cibo; che sei circondato da persone che ti amano.

La mia prima candelina sulla torta

Il giorno natalizio non è un giorno qualsiasi. Tra i 365 giorni dell’anno è quello che più si distingue, è quello che più ti fa sentire che ci sei, è quello che più tiene la contabilità della tua esistenza, è quello che prima ti fa crescere e poi invecchiare, è quello che se ce l’hai memorizzato sul calendario del profilo Facebook ti travolge con una valanga di auguri. Ma anche senza social, l’affetto ti arriva intenso lo stesso, già di primo mattino, con abbracci, messaggi, telefonate e piccioni viaggiatori.

Il primo augurio, con bacio e abbraccio, un secondo dopo la mezzanotte.

Non passa inosservato per chi ti vuole bene e si segna la data con un tatuaggio nella carne, un asterisco rosso nel calendario, un post-it a capezzale, un murales nel prospetto principale della casa realizzato col bonus facciata.

Il giorno natalizio o genetliaco o, semplicemente, il giorno del tuo compleanno, non è un giorno come gli altri. Ti ricorda quando sei venuto al mondo, chi ti ha concepito e generato, dove sei nato, anche se di quel giorno lì non hai immagini nel cervello, solo fotografie in bianco e nero della prima candelina sulla torta da spegnere di fronte a papà che ti scatta la foto quando ancora c’erano i rullini.

Il giorno del compleanno ti ricorda che ci sei ancora, che sei ancora su questa terra, che respiri la sua aria, che ti inebri dei suoi profumi, delle sue melodie, del suo cibo; che sei circondato da persone che ti amano, che ti stimano, che ti sostengono, che ti confortano, che vogliono sapere di te e che ti alimentano come l’acqua fa con le piante. E sei tu e sei loro e siamo assieme.

Raimondo Moncada

Anche oggi ci sono, nonostante tutto, nonostante la pandemia, nonostante la guerra degli altri, nonostante la mia personale battaglia per stare al mondo. E me lo dico. E me lo sussurro. E me lo grido. E me lo piango. E me lo canto. E me lo celebro. E lo ribadisco all’universo, io briciola di un’immensità senza confini e senza tempo, con questo scritto che inserisco nella bottiglia-blog all’alba dell’anniversario della mia nascita e che abbandono nel mare magnum di internet a testimonianza del mio passaggio in questo pianeta minacciato da 15 mila testate nucleari pronte a distruggere ogni vita umana, animale e vegetale, mentre infuria un sanguinoso conflitto in Ucraina e i prezzi schizzano alle stelle con le stelle che stanno a guardare dicendoci negli occhi con la loro muta ma visiva e universale lingua: “Non cambiate mai. Siete ancora quelli della pietra e della fionda”.

Oggi, 15 marzo 2022, giorno del mio cinquantacinquesimo compleanno, mi piace pensare che il mondo intero faccia una bella pausa, che le armi tacciano, che le guerre abbiano fine, che le testate nucleari vengano neutralizzate, che la Pace trionfi, che non ci siano morti, che non ci siano più famiglie sfollate, che la benzina e il gas vengano distribuiti gratis e a tinchitè, che cessi ogni sofferenza, che tutti i malati guariscano dai loro mali, che i popoli di tutto il pianeta alzino i calici riempiti con  prelibato vino siciliano e brindino ripetutamente alla mia salute.

Il migliore augurio, in questo momento.

Cin cin!

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Caro Raimondo, buon compleanno e grazie per questa tua toccante riflessione. Da tutta la famiglia di Malgrado tutto, alla quale da sempre tu appartieni, tanti cari auguri e un grande abbraccio

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