Fondato a Racalmuto nel 1980

Per un maschio avere i capelli rasati è diverso

Riflessioni. A proposito dello schiaffo sferrato dall’attore Will Smith al comico Chris Rock durante la cerimonia di consegna degli Oscar 2022. C’è un un limite all’ironia, all’umorismo, alla satira, alla comicità?

Raimondo Moncada

C’è una linea rossa, un limite all’ironia, all’umorismo, alla satira, alla comicità? Quando si valica il confine e si arriva all’offesa o semplicemente a ferire una persona? Domande che mi sono posto dopo il cinematografico schiaffo in mondovisione sferrato dall’attore Will Smith al comico Chris Rock durante la cerimonia di consegna degli Oscar 2022. 

La causa? Una battuta di Chris Rock sulla moglie di Will Smith, l’attrice Jada Pinkett Smith. Il comico ha scherzato sul palco sui suoi capelli  rasati, chiedendo se il suo prossimo film sarebbe stato il seguito di Soldato Jane, con riferimento alla pellicola in cui Demi Moore interpreta un soldato con la testa rasata. Will Smith alla battuta, e dopo la smorfia di stizza della moglie, si è alzato dalla poltroncina, è salito sul palco e ha stampato un cinque sulla guancia di Chris Rock sotto gli occhi sbalorditi del pubblico di registi e attori che in un primo momento hanno pensato a una gag. Poi Will Smith si è ricomposto, è tornato a sedere e in uno scambio di battute col comico ha gridato: “Togliti dalla fottuta bocca il nome di mia moglie”. 

Jada Pinkett Smith – da quello che hanno riferito i giornali – soffre di alopecia ed è per questo motivo che è costretta a rasarsi i capelli. Mi chiedo a questo punto: è giusto fare battute spiritose su una malattia? Un infortunio? Una disabilità? Un difetto fisico o psichico specialmente quando chi vive tutto ciò si dispera, non ci dorme la notte, non esce di casa, tace, si nasconde? Anche se è un personaggio pubblico?

Quanto male possono fare ai bambini o anche agli adulti  (uso anche il dialetto siciliano) battute dirette o indirette come “è quanto una balena”, “è una scimmia”, “quattr’occhi e na banana”, “un occhiu va scancia e l’autru va frii “, “cuzzuluni”, “tignusu “, “gamba di legno”? 

Può succedere che chi si lancia in battute spiritose non conosca il perché di un copricapo, il motivo di uno zoppicamento, la causa di un balbettio. Può succedere che chi ha la testa senza capelli ci scherzi pure su per sdrammatizzare, per farsi forza nella battaglia contro la malattia che lo ha colpito. Ma c’è chi vive male una patologia ritenuta invalidante o addirittura mortale e qualsiasi cosa la indichi, la ricordi, peggiori lo stato di sofferenza e di sopportazione e si trasformi in uno schiaffo doloroso. 

E allora? La comicità è libera di affondare il coltello, di amplificare un’anomalia, esagerare un difetto, scherzare su una malattia per suscitare la risata? O la comicità può trattenersi dall’andare oltre, riuscendo a calibrare le battute e a trasformarsi in una medicina? Facile a dirsi, difficile da attuarsi. 

Will Smith è stato accusato di ogni cosa, di machismo, di avere della donna un antiquato senso del possesso. Ho letto anche: “Non esiste battuta pesante che giustifichi la violenza”. Insomma, siamo tutti bravi a giudicare a freddo la reazione di un uomo, di un marito, di un padre che ogni istante della propria vita vive accanto a una persona che ama e che vede piangere e che prova grande sofferenza quando si sente pubblicamente derisa per qualcosa del suo corpo che desidererebbe non ci fosse. 

Siamo sempre bravi a condannare quando non siamo colpiti personalmente, quando nessuno ci tocca nell’intimo, quando nessuno ci prende in giro per la nostra nanezza, per la nostra deformità, per la nostra ignoranza, per il nostro cattivo odore, per le nostre orecchie a sventola, per i nostri obbrobri grammaticali con cui spariamo violentemente giudizi. È troppo facile dire che Will Smith ha sbagliato, che si sarebbe dovuto trattenere, che ha dato un pessimo esempio, che per quello che ha fatto non avrebbe dovuto ritirare il premio, che alla violenza non si risponde con la violenza, che la violenza è comunque sempre da condannare, che se ha dignità deve ora restituire la statuetta, che l’Academy deve comunque ritirargli il premio e così via. 

Bene ha fatto Chris Rock – da quello che apprendo – a non sporgere denuncia. E sono sicuro che i tre artisti avranno modo di incontrarsi, di spiegarsi e di abbracciarsi senza più altre parole. Magari Will Smith e la moglie faranno una battuta sulla comicità di Chris Rock e si metteranno tutti a ridere sciogliendo ogni attrito, eliminando ogni tensione e dimenticando il passato e altre battute non accolte bene. Perché il sorriso è una medicina, così come arrivare a sdrammatizzare un dolore è una terapia. Ma non è da tutti, non è così facile e spesso ci vuole pure del tempo. 

Anche io ho i capelli rasati, e a volte piango e a volte ci scherzo. Ora però mi piaccio e ci accendo i fiammiferi per cucinare. Per un maschio, però, avere i capelli rasati è diverso.

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