Sommelier per pura passione, presidente dell’associazione Enonauti di Menfi, Michele ti trasmette il piacere di gustare un buon bicchiere di vino
Sentire nel vino cioccolato, tabacco, fragolina, liquirizia, prugna, ribes, lampone, pepe e tanto tanto altro che tu non senti. E ti chiedi: ma come lo sentono? E perché lo sentono? Non gli basta bere un bicchiere di vino e basta in un sorso veloce invece di perderci tutto questo tempo a togliere il tappo, ad annusare il sughero, a commentare il suo odore, a versare mezzo dito di alcol nel bicchiere (che non deve essere un bicchiere qualsiasi), a conficcarselo nel naso, a chiudere gli occhi e ad aspirare con la pompa delle narici ogni volatilità, ogni profumo, ogni elemento che si diffonde e disperde nell’aria attirandolo dentro le camere nasali e poi trasportarlo dentro i polmoni e ubriacarsi solo di respiri, solo di balsami e a descrivere a voce o per iscritto l’ebbrezza provata riconoscendo uno a uno ogni sapore, dandogli un nome, un cognome, una data di imbottigliamento, un vitigno, un terreno, una regione, un colle o un mare, una botte in legno o in acciaio, un padre, una madre …
C’è d’impazzire! Sanno tutto di tutti. E questa è passione, è cultura, è vita. Il vino non è più vino ma diventa ricchezza, piacere, arte, socialità, condivisione, identità di una terra, storia di vignaioli che arrivano alla bottiglia solo dopo aver seguito passo dopo passo e col termometro in mano un lungo e complicato processo che richiede conoscenza, preparazione, competenza, amore.
Ecco che esci fuori di testa quando un amico si presenta con spettacolari cannoli di ricotta di Dattilo e nell’occasione dell’incontro apre una preziosa bottiglia di vino per te, per la tua salute (Ben Ryè, Donnafugata), dopo averla gelosamente custodita nella propria cantina per sei anni, e tu ti li limiti a dire “Buonissimo”, semplicemente “Buonissimo!, mentre lui, Michele, scrive sul suo profilo Instagram la seguente esperienza personale: “Dolce ma non stucchevole, pulizia al naso e al palato con sentori che cambiano in continuazione. Bouquet ampio, apre con scorza di arancia candita, albicocca, cioccolata, tabacco dolce e note balsamiche. In bocca è ben equilibrato e stupisce con una fresca vena acida che spiazza. Sul finale una lunghissima e piacevole persistenza. Un passito del 2011 ancora giovane”