Attenzione a quello che ogni giorno pubblichiamo e a quello che pubblicano i nostri figli sul web. Il caso di una donna di Agrigento le cui foto sono finite in un sito porno e di incontri
Il nostro bel volto potrebbe essere stato usato a nostra insaputa nell’album di uomini o donne disponibili per incontri non virtuali o come gancio per attirare i fruitori di contenuti hard.
Non è fantascienza, non è un evento così improbabile con gli strumenti di oggi e con gente senza alcuno scrupolo. Non è da escludere. Succede anche questo nel mondo di internet dove c’è gente che prende (ruba) le foto dal tuo profilo Facebook o Instagram o altro social, in costume, vestito o da svestire, e con artifizi vari le usa a nostra insaputa per scopi non leciti.
Un fenomeno di cui di tanto in tanto si parla dopo la denuncia delle vittime finite sui giornali come quella di una donna di Agrigento che in questi giorni si è rivolta alla Polizia Postale dopo avere scoperto che sue foto personali postate su Istangram sono finite in un sito pornografico e di incontri. E non solo le sue immagini. Sarebbero finiti anche il suo nome e il suo cognome. Un furto di immagini e di identità, dunque, scoperto non si sa come.
Potremmo accendere la nostra perversa fantasia e pensare ad alcune possibilità. Magari la segnalazione di un amico o di conoscente, di un frequentatore abituale di siti dedicati o di un utente casuale a cui si è aperta d’improvviso una pagina:
“Talè cu c’è! Non è possibile!” Ti riconoscono, ti cliccano per curiosità e poi ti contattano: “Non sapevo che tu…” Oppure di qualcuno o qualcuna interessata che non si sa come ti rintraccia: “Mi piaci assai assai. Quando e dove ci vediamo!”
Solo fantasie su una questione su cui è molto facile scherzare quando non si è coinvolti in prima persona, ma che è seria, serissima, e che riguarda tutti noi potenziali vittime o già vittime ignare.
Un fenomeno che purtroppo non riguarda solo il variegato mondo degli adulti ma anche quello di minori. Pensiamo al flusso continuo di immagini di bambini, di ragazzi, affidati con inconsapevolezza ai social e con una percentuale che potrebbe essere finita non si sa dove.
Una questione seria, quanto quella della clonazione delle carte di credito in un universo tecnologico su cui si sono spostate le nostre vite, i nostri lavori, i nostri interessi, i nostri passatempi e anche le nostre guerre.
Attenzione, dunque, a quello che ogni giorno pubblichiamo e a quello che pubblicano allegramente i nostri figli. I padroni del web dovrebbero lavorare per una maggiore (meglio totale) sicurezza di internet per tutelare i singoli utenti, le istituzioni, le aziende, le piattaforme di condivisione continuamente sotto attacco.