La mostra fotografica allestita nell’aeroporto di Palermo
Cosa resta dell’eredità lasciata da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a trent’anni di distanza dalle stragi di Capaci e di Via d’Amelio? È un interrogativo a cui risponde l’ultimo pannello della mostra fotografica dedicata ai due magistrati antimafia allestita nell’aeroporto internazionale di Palermo.
“Dal loro sacrificio, dalla loro lezione morale – è la risposta all’interrogativo – Palermo e la Sicilia hanno tratto l’orgoglio e la forza per cambiare. La società civile e le associazioni antimafia, da Addiopizzo a Libera, hanno promosso una nuova cultura della legalità. Le inchieste della magistratura e le indagini delle forze di polizia hanno spezzato le collusioni e disarticolato la struttura di Cosa Nostra. Tutti i grandi capi, da Totò Riina a Bernardo Provenzano, sono stati arrestati dopo anni di latitanza e condannati”.
La mostra fotografica è stata realizzata dall’agenzia di stampa Ansa dieci anni fa e già ospitata in diversi luoghi simbolo. È stata aggiornata e ora riproposta in collaborazione con la società Gesap, la Fondazione Federico II e la Regione Siciliana in occasione dell’anniversario del trentennale delle stragi di Capaci e Via D’Amelio avvenute il 23 maggio e il 19 luglio 1992, in cui trovarono la morte anche il giudice Francesca Morvillo, moglie di Giovanni Falcone, e gli uomini delle scorte: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Il libro aperto sulla storia dei due eroi antimafia siciliani – sottolineano i promotori – rimarrà in modo permanente nell’aeroporto “Falcone e Borsellino”. I passeggeri di tutto il mondo, e in partenza dalla Sicilia, se la ritroveranno sulla lunga parete a sinistra dell’area pre-imbarchi, al primo piano, prima dei controlli di sicurezza.
Le foto sono tratte dall’archivio dell’Ansa e dagli album privati di famiglia. Le immagini, accompagnate da didascalie, ricostruiscono e raccontano le vicende umane e professionali dei due magistrati antimafia, “legati da un destino comune fin dalla loro infanzia negli anni del dopoguerra in Piazza Magione, nel rione palermitano della Kalsa, dove abitavano con le loro famiglie a poche decine di metri di distanza”.
La mostra, spiega l’Ansa, “si dipana attraverso una serie di capitoli che ripercorrono la vita di Falcone e Borsellino, le vicende salienti nella lotta a cosa nostra fino ai tragici attentati del ’92 ma anche la ribellione della società civile e la reazione dello Stato, con l’arresto dei più importanti latitanti mafiosi”.
La memoria dei due magistrati rimarrà viva per sempre e la loro eroica azione contro il male dei mali volerà in ogni destinazione del pianeta.