Fondato a Racalmuto nel 1980

«Dal paese di Sciascia per raccontare la realtà attraverso i gialli»

Conversazione con l’editore di “Zolfo” Lillo Garlisi. Dopo la Bocconi e un’esperienza da manager editoriale ha fondato due case editrici

L’editore Lillo Garlisi

Paolo Laurana era il protagonista di A ciascuno il suo, romanzo di Leonardo Sciascia del ’66 dove un povero professore di liceo si immolava sull’altare della verità indagando su di un omicidio. Una sfida incosciente a corruzione e omertà senza lieto fine. “Che devo dire, la verità è un vizio da compaesani, sono anche io di Racalmuto come Sciascia” alza le spalle Lillo Garlisi, editore e fondatore nel 2010 di Laurana, marchio che nella realtà senza filtri ha la propria ossessione.

Garlisi dalla redazione in via Tenca ogni tanto esce a fumare un toscanello. Camicia e completo blu, nell’ironia dello sguardo che si illumina nel sole autunnale milanese, ha la malinconica lucidità di certi tipi cinematografici alla Elio Petri.

Nato nel ’60 appunto a Racalmuto, provincia di Agrigento, padre negoziante e madre maestra d’asilo, Garlisi a 10 anni si trasferisce con la famiglia a Sciacca. “Passando dai paesaggi arabi dell’entroterra al mare, che in Sicilia, è come fare mezzo giro del mondo in pochi chilometri”. Prende la maturità classica nel liceo locale. “Un liceo che dava come unico orizzonte il greco, il latino e la filosofia studiata a martello. Un’adolescenza in bianco e nero tipo Rai con un’idea vaghissima di cosa fosse Milano”. Dove sceglie di andare a frequentare l’università, e non una qualunque ma la Bocconi. “Senza alcuna vocazione, la verità è che avrei potuto fare qualunque cosa. Ignoravo del tutto in cosa consistessero gli studi economici, che da lontano ritenevo persino potessero avere un quid di umanistico. Al primo frattale compresi il formidabile errore”.

Un’università dentro l’università è l’esperienza del pensionato. “Quello ufficiale della Bocconi, l’unico che vi fosse allora. Una babele formativa con gente da ogni parte d’Italia. Come fare il militare ma insieme alle ragazze accanto. E qui mi taccio”. Milano invece è, di per sé, una rivelazione. “Avevo la sensazione che qui tutto potesse accadere. E se da matricola trovai una città ancora cupa, color piombo, alla laurea nel 1985 mi risvegliai in quella da bere, ubriacata da fiumi rosso Campari”.

Negli anni ’80 se uscivi dalla Bocconi non dovevi cercare lavoro, veniva il lavoro a cercarti. “Ti arrivavano proposte di impiego per posta, a decine, era un’epoca di crescita inarrestabile difficile da descrivere e dove non si sospettava di stare dentro a una magnifica bolla. L’offerta che mi piacque di più venne da un’azienda editoriale specializzata in pubblicazioni professionali”. Garlisi entra, svolge mansioni da manager, passa dal marketing al commerciale. “E come distraendomi, ci resto dentro per 16 anni, scalando posizioni su posizioni fino al co-presidenza e assistendo all’ingresso dell’azienda in una multinazionale. Finché a 41 anni, nel 2001, ho come la sensazione che non me ne freghi più niente di partecipare a riunioni ad Amsterdam. Ormai troppo alto in grado per avere un contatto con la realtà”.

«I libri sono la forma di intrattenimento col costo al minuto più basso. Più che pubblicare un libro buono per tutti si devono immaginare più libri che si adattino alle tribù dei lettori»

È il momento in cui internet prima versione ha fame di contenuti. “E allora mi dimetto e insieme ad altri fondo una società, Novecento Media, che in breve tempo si trasforma in una piattaforma editoriale”. Nel 2004 nasce così Melampo che in libreria porta saggistica attenta a impegno civile e memoria. “C’era lo spazio, erano ancora anni in cui il peso dei ’90, delle stragi e di Tangentopoli, si faceva sentire. Anni in cui nessuno avrebbe mai sospettato movimenti da milioni di elettori fondati da comici”.

Il catalogo dei libri Zolfo

Laurana nasce nel 2010. “Ho sempre avuto e ho tutt’oggi la convinzione che il romanzo o la fiction di genere, il giallo, abbiano il potere di descrivere il tempo che abitiamo e la realtà con un’efficacia e una potenza che spesso alla saggistica manca. Se vogliamo è un pensiero sciasciano. Ecco, questa è Laurana”. Che cresce anche grazie a Giulio Mozzi, editor oltre che autore. In seguito la casa editrice si complica in collane. “Come Rimmel per la narrativa italiana, Calibro 9, ovviamente gialli. L’ultima nata è Fremen, che seleziona opere alte, quelle si belle però su cui spesso in editoria si ha paura di scommettere”. A volte osare ripaga. “Ferrovie del Messico di Gian Marco Griffi è diventati un piccolo caso, è alla quinta ristampa, 5 mila copie vendute. Vendute davvero”. Nel frattempo Melampo dal 2019 si chiama Zolfo. “È più di un restyling, è un nuovo inizio. Si tratta di saggi e storie che indagano il mondo con un taglio obliquo, senza avere paura di abbandonare, se confortati dai fatti, l’ortodossia dei giudici buoni e dei criminali cattivi”.

L’inquieta passione di Garlisi per gli esperimenti e le trasformazioni accompagna i mutamenti dei lettori. “Tutti noi abbiamo oggi una soglia di concentrazione bassissima, da pochi istanti. La fatica di vendere libri non sta tanto nel prezzo, se ci pensiamo i libri sono la forma di intrattenimento col costo al minuto più basso. Sta piuttosto nella difficoltà di chiedere tempo, di convincere a investire 15 ore. Credo allora sia importante capire che più che pubblicare un libro buono per tutti si devono immaginare più libri che si adattino alle tribù dei lettori”. In 43 anni forse è cambiata anche Milano. “No, nel senso che conserva lo stesso amore per il cambiamento, unica in Italia. Quella dove nasce il fascismo e poi si fa il 25 Aprile, quella che culla Craxi e poi celebra Mani Pulite”.

da “la Repubblica Milano” del 12 ottobre 2022

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