Una riflessione della Psicologa Maria Alario in occasione del Safer Internet Day, Giornata sulla Sicurezza in Rete. “È impensabile che in un ecosistema digitale non si tenga conto della sicurezza di bambini e adolescenti, divenuti di fatto la categoria di utenti maggiormente attiva, i principali consumatori di dati“.
C’è un appuntamento importante che, dal lontano 2004, ci attende ogni anno il secondo martedì del mese di febbraio: il Safer Internet Day. Si tratta di un evento che viene organizzato a livello internazionale con il supporto della Commissione Europea per promuovere un uso più sicuro e responsabile del web e delle nuove tecnologie.
È impensabile che, in un ecosistema digitale, non si tenga conto della sicurezza di bambini e adolescenti, divenuti di fatto la categoria di utenti maggiormente attiva, i principali consumatori di dati. A ben guardare, però, i nostri giovani non sono soltanto grandi fruitori dei servizi che la rete offre, ma anche produttori!
Musica, cinema, moda, sport, divertimento: i contenuti che consumano e creano trovano un’eco crescente sulle numerose piattaforme digitali che quotidianamente catturano la loro attenzione. Questa dimensione “quantitativa”, relativa alla presenza sul web di bambini e adolescenti, che qui non possiamo che restituire a grandi linee, è al centro dei temi e delle varie attività legate al Safer Internet Day.
È dunque fondamentale riflettere sui sistemi di controllo e di protezione delle tante giovani identità in “cerca di ruolo” (digitale) e garantire loro una navigazione quanto più sicura possibile, al riparo dai rischi e dai pericoli (Cyberbullismo, Childe Sexual Abuse Material e Hate speech sono solo i principali esempi). L’utilizzo dei dispositivi e delle piattaforme social, difatti, deve necessariamente essere affiancato da un efficace percorso pedagogico e formativo, che tenga conto degli sviluppi cognitivi e comportamentali del bambino, volto a fornire ai giovani gli strumenti educativi, culturali, intellettuali adeguati per un uso più sicuro e responsabile del web. E lo sviluppo, inteso in tutte le sue possibili declinazioni, deve necessariamente mettere al primo posto i nodi più deboli della Rete.
Come balene, siamo oramai tutti alla ricerca di spazi infiniti a trangugiare bit di infosfera[1] trascinati dalla parolacorrente. Ma l’io chattante che caratterizza i nostri adolescenti (come anche tutti noi) fa viaggiare spesso il pensiero alla “velocità dei social network”: plastica o plancton, insulto o poesia, quella che ondeggia nell’oceano virtuale è spesso una parola gettata nel caos. E, ad ogni oscillazione digitale, un legame potrebbe spezzarsi!
Nel mare della rivoluzione digitale, dovranno essere bravi a navigare, a non perdere la bussola, nel tentativo di fronteggiare nel modo più opportuno la prova più difficile: costruire in maniera sana e libera la propria identità. Ed è una sfida che assume un’importanza estrema per chi sta attraversando la fase più delicata del proprio percorso di definizione identitaria. Perché tra le onde virtuali di quel mare in tempesta che è internet, si delineano le trame di un viaggio avventuroso. Online come offline, la dedizione e la cura per la parola non potranno mancare mai. Come tanti influenzatori i nostri giovani dovranno credere nella potenzialità di seminare bellezza online anche attraverso il potere della parola[2].
E in questo mare di inquietudine digitale qualcuno chiede: “Esiste ancora quel posto nel quale l’immaginazione possa rifugiarsi per creare nuove forme di bellezza, nuove visioni, nuove rotture?”[3]
Noi pensiamo proprio di sì!
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Maria Alario
Psicologa ed esperta in orientamento scolastico e professionale. È vicepresidente dell’Associazione Musamusìa
[1] Con il termine infosfera nella filosofia dell’informazione si intende la globalità dello spazio delle informazioni. Pertanto l’infosfera include sia il ciberspazio sia i mass media classici.
[2] Gheno V., Potere alle parole. Perché usarle meglio, Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino, 2019.
[3] Mc Ewan I., Lo spazio dell’immaginazione, Giulio Einaudi Editore, 2022