Riprendono le attività del Centro per ragazzi speciali dopo la chiusura causata dalla pandemia. Il 9 febbraio scorso collocata una targa in ricordo del sacerdote benefattore vissuto tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, che donò la struttura alla Chiesa
Una grande ricorrenza è avvenuta lo scorso 9 febbraio a Racalmuto: la riapertura del Centro diurno per ragazzi speciali e non, situato nell’immobile donato dal benefattore Padre Giuseppe Cipolla, nato a Racalmuto il 21 giugno 1871 e morto il 25 maggio del 1930.
Le notizie storiche dedicate a questa straordinaria figura racalmutese sono state illustrate, nel corso della manifestazione di riapertura dopo la chiusura causata dalla pandemia, dal professor Piero Carbone che, tramite un’accurata ricerca, ha delineato un documento reale. Come nella brochure distribuita nel giorno dell’inaugurazione, il centro ha ricevuto parole di elogio da Don Carmelo La Magra, arciprete e assistente spirituale del Centro diurno.
Come ha relazionato uno dei volontari impegnato da diversi anni, Angelo Giudice, il Centro per ragazzi diversamente abili nasce quindici anni fa dall’Azione Cattolica della Chiesa Madre, seguendo l’input dell’allora vescovo di Agrigento Franco Montenegro, il quale invitava l’associazione ad uscirne dalle mura della sagrestia e scendere in strada ad ascoltare i reali bisogni della gente, a regalare momenti di sorriso e spensieratezza agli anziani e ai ragazzi speciali. Grazie al compianto Don Diego Martorana si è individuato l’edificio parrocchiale “Padre Cipolla”, situato nei pressi della Chiesa di San Francesco, luogo adatto per dare vita a questa missione che ha, tra le finalità, quello dell’ospitalità.
Sono trascorsi quindici anni e dopo tre anni di fermo a causa della pandemia, grazie alla volontà di Don Carmelo La Magra che ha preso a cuore i ragazzi speciali, gli operatori-volontari che costituiscono il motore di questo Centro, giovedì 9 febbraio è stato aperto apponendo all’ingresso della struttura una targa a lui dedicata, affinché il dinamico Padre Cipolla fosse “ricordato ai posteri, a futura memoria”, con l’auspicio che possa diventare il luogo di accoglienza immaginato dal benefattore.