Fondato a Racalmuto nel 1980

“Famedio dei Siciliani illustri”

Nel libro di Salvatore Pedone e Mario Di Liberto (Nuova Ipsa Editore) i ritratti dei siciliani illustri posti all’interno della Biblioteca Comunale di Palermo. Tra le personalità ritratte Leonardo Sciascia e Paolo Borsellino

Risulta particolarmente spettacolare la serie di ritratti di Siciliani illustri che sono posti all’interno nella Biblioteca Comunale di Palermo, che viene denominato il “Famedio”. Sono quivi allineati in alto sul ballatoio nella sala di lettura, posti fianco a fianco in un unico ordine di fila, una suggestiva successione di immagini di uomini dalla foggia di abiti quanto più diversa in ragione degli uffici ricoperti e della moda dell’epoca, persone che hanno lasciato un segno indelebile nella Storia di Sicilia.

Una quadreria che arricchisce ancor più un luogo simbolo della cultura, e che appare un corrispettivo in chiave figurativa e pittorica di quanto in chiave monumentale vi è all’interno della Chiesa di San Domenico, il Pantheon di Palermo.

Successive e progressive le fasi che hanno portato alla raccolta di questo egregio “quadro” sinottico di siciliani illustri che trova precedenti nell’editoria, costituendo una sorte di Memorabilia di storia della Sicilia. Varie e diverse sono le raffigurazioni ed incisioni, alcune di fantasia, di uomini di fama a volte contenuti in diversi testi di importanti autori quali Rocco Pirri, Vincenzo Auria e Antonino Mongitore.

Citando gli autori nell’introduzione:Nell’aprile del 1765, Giuseppe Orcel, mercante di libri in Palermo, in un foglio a stampa distribuito “tra incliti e colti” aveva pubblicizzato l’associazione ad una pubblicazione…avente per oggetto: Elogi di uomini illustri siciliani che si erano distinti in ogni campo, a partire dal XIII secolo, accompagnati dal rispettivo ritratto

Sono due gli autorevoli autori di questa egregia opera, Salvatore Pedone, emerito Direttore per anni della Biblioteca Comunale di Palermo e Mario Di Liberto, appassionato studioso e profondo conoscitore della storia e della realtà cittadina, membro della Commissione toponomastica del Comune di Palermo ed autore di numerose pubblicazioni e del più volte edito, sempre aggiornato “Palermo. Dizionario storico toponomastico” edizioni Ila Palma, anno 2012.

L’opera dei due autori, di meritevole e di indubbia attenzione, frutto di anni di attenta ricerca e precisa analisi riempie un vuoto conoscitivo e pubblicistico su questa raccolta di quadri. E’ d’uopo ricordare poi come negli ultimi anni, il “Famedio”, per alcuni ritratti, è stato oggetto di restauro, grazie alla meritoria opera di conservazione e tutela del patrimonio artistico e culturale da parte della Fondazione Salvare Palermo.

Attraverso questa operazione di studio ed approfondimento, da parte dei due autori, si sono corrette delle inesattezze nell’attribuzione di alcuni quadri a determinati personaggi, come pure si è verificata la presenza di duplicati.

Il fulcro dell’opera è costituito da schede analitiche, precise e circostanziate che oltre a dare una descrizione dell’opera figurativa e del suo autore, danno un cenno del contesto storico in cui ognuno di questi visse distinguendosi per il suo operato.

Tra le personalità ritratte, si ricordano tra gli altri quelli che ritraggono Francesco Crispi, Francesco Lo Jacono, Giuseppe Damiani Almejda, Giovan Battista Basile, Luigi Capuana (dipinti da Onofrio Tomaselli) ma i ritratti di personaggi illustri, riguardano in epoca più recente anche personaggi quali Leonardo Sciascia e Paolo Borsellino (ritratto da uno studente dell’Accademia di Belle arti di Palermo).

Condividi articolo:

spot_img

Block title

Medicina Estetica, quali sono i trattamenti maggiormente eseguiti e perché

Se ne parla nello Speciale Medina di Simona Carisi in onda su Teleacras

“Il valore sociale e culturale dello sport”

Sciacca, presentata l'edizione 2024 del "Natale dello Sportivo"

Caltabellotta Città Presepe

Dal 26 dicembre la tredicesima edizione. Le iniziative in programma

“Gli sbirri di Sciascia”

La recensione di Teresa Triscari al libro di Giuseppe Governale