Fondato a Racalmuto nel 1980

Carmen Campo: “I nostri alunni crescono tra tradizione e innovazione”

MT nelle Scuole. Parte da Racalmuto, dall’Istituto Comprensivo “Leonardo Sciascia”, un nuovo appuntamento del nostro giornale. 

Carmen Campo, Preside Istituto Comprensivo “Leonardo Sciascia” di Racalmuto

Dirigo da cinque anni l’Istituto Comprensivo “Leonardo Sciascia” di Racalmuto, una scuola che è consapevole del ruolo strategico della formazione scolastica di base, e persegue lo scopo del raggiungimento del successo formativo di tutti gli alunni.

Tutta la comunità scolastica è impegnata a “Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti” (Obiettivo 4, Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile) allo scopo di guidare i bambini e i ragazzi a scoprire i propri talenti. Le attività e i progetti svolti dalla nostra scuola si collocano nel quadro generale dei valori comuni e condivisi da parte di tutta la comunità, tra i quali la centralità dell’alunno, l’inclusione, la legalità, la cittadinanza attiva, la cultura del miglioramento, il legame con il territorio, l’imparzialità, l’innovazione, pur nel rispetto della tradizione e dell’identità del paese e della scuola. Probabilmente tutto ciò ci accomuna ad altre scuole della provincia e del Paese, ma la nostra vive anche la responsabilità di essere l’unica scuola del primo ciclo del Comune di Racalmuto, che accoglie i bambini sin dai tre anni di età, fino ai tredici, quando, adolescenti, li “consegniamo” idealmente alle scuole secondarie di Racalmuto, Agrigento, Canicattì e Favara affinché inizino a dare concretezza ai loro sogni e alle loro ambizioni.

L’istituto nasce dall’integrazione delle preesistenti scuole elementari “Marco Antonio Alaimo” e “Generale Egidio Macaluso” e media “Pietro D’Asaro”, delle quali si conservano le denominazioni dei plessi, che, fatta eccezione per il plesso di scuola dell’infanzia “Rosa Agazzi”, rammentano alla scuola stessa ed al paese la forte identità territoriale, attraverso personaggi illustri di Racalmuto, di epoche diverse, tra i quali anche, oltre ai già menzionati, “Padre Giuseppe Elia Lauricella” al quale è dedicata un’altra sede della scuola dell’infanzia. A mio avviso, le intitolazioni a compaesani illustri raccontano la fierezza di un popolo che stigmatizza e consacra la propria storia e la vuole, con orgoglio, consegnare alle generazioni future.

Opportunamente l’integrazione tra le varie scuole è avvenuta sotto il nome di Leonardo Sciascia, che nella scuola “Gen. Macaluso” è stato alunno e maestro e la cui opera caratterizza l’offerta formativa in quanto, soprattutto, nella scuola secondaria di primo grado si studia il grande scrittore racalmutese in modo particolare, partecipando (unica scuola del primo ciclo) alle Giornate sciasciane organizzate dall’omonima Fondazione per le scuole secondarie di secondo grado.

Icona rappresentativa delle peculiarità della nostra scuola è proprio l’Aula “Sciascia” che solo superficialmente può essere ritenuta una fittizia rievocazione storica del periodo in cui Leonardo Sciascia fu maestro elementare, ma che, ad una più attenta analisi, è un documento del passato ed una sottolineatura delle opere del Maestro. Il visitatore, infatti, immerso nelle atmosfere create dalle antiche suppellettili (abecedari illustrati, regoli, pallottolieri, consunte carte geografiche, quaderni ingialliti), stimolato dalla potente forza evocativa di quegli arredi, carichi di storia, potrà ripercorrere le pagine del romanzo di esordio “Le parrocchie di Regalpetra”, con le sue puntuali “Cronache scolastiche”, per rivedere, attraverso le pagine del romanzo, quella porzione della carriera professionale dello scrittore racalmutese che lo ha visto maestro elementare. Sciascia, con stile chiaro ed incisivo, narra la sua esperienza di insegnante di scuola elementare per descrivere la realtà umana e sociale di un paese della Sicilia, Racalmuto, che gli ha dato i natali: “Ho tentato di raccontare” – afferma nella prefazione dell’edizione Laterza del 1963 – “qualcosa della vita di un Paese che amo, e spero di aver dato il senso di quanto lontana sia questa vita dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione.”

La nostra scuola con l’Aula “Sciascia” e la sua lavagna in ardesia consacra una lunga storia e una forte identità, pur scegliendo oggi la via dell’innovazione per parlare linguaggi sempre più al passo con i tempi.

Negli ultimi anni, infatti, la scuola ha profuso il suo impegno per innovare i processi didattici e amministrativi, attraverso l’uso delle tecnologie digitali, con l’obiettivo di raggiungere maggiori livelli di efficacia nelle attività tradizionalmente svolte a servizio dei bambini e dei ragazzi di Racalmuto, ma anche di aggiungere nuovi servizi e nuove proposte didattiche che non possono essere svolte se non tramite la tecnologia. Per raggiungere queste finalità ha arricchito il suo patrimonio digitale e ha promosso la formazione del personale mirata alla digitalizzazione dei processi.

Particolare attenzione è stata posta di recente per la trasformazione degli ambienti didattico-educativi destinati al segmento della scuola dell’infanzia al fine di potenziare e arricchire gli spazi didattici, renderli versatili e favorire il progressivo articolarsi delle esperienze dei bambini, lo sviluppo delle loro abilità, nelle diverse attività e occasioni ludiche, e delle proprie potenzialità di relazione, autonomia, creatività e apprendimento, anche al fine di superare disuguaglianze, barriere territoriali, economiche, sociali e culturali. La nostra scuola, infatti, crede nel ruolo strategico della scuola dell’infanzia per lo sviluppo del potenziale di ogni bambino, quale soggetto di diritti, in termini di competenze, di apprendimenti, di linguaggio, ecc., ma anche per facilitare l’accesso delle donne madri al mercato del lavoro.

Aula Sciascia

L’innovazione non riguarda solo l’integrazione del digitale nella didattica, ma anche la transizione ecologica, che la scuola intende perseguire anche attraverso la realizzazione di ambienti e laboratori “Edugreen” di sostenibilità ambientale, che sta permettendo di realizzare giardini e orti didattici, attraverso letti e cassoni per aiuole e relativi accessori, per il giardinaggio didattico adeguati agli alunni a seconda del grado di scuola. Un simile laboratorio permetterà di attuare pratiche didattiche attive ed inclusive e di promuovere l’educazione ambientale.

Inutile nascondere che la denatalità e la crisi economica riducono progressivamente il numero degli alunni e depauperano la scuola di insegnanti giovani e innovativi. L’esperienza insegna, ma non posso nascondere la preoccupazione per una comunità professionale che invecchia inesorabilmente e, a volte, perde energia e creatività.

Mi piace concludere la descrizione della mia scuola, tra lavagne di ardesia e schermi interattivi, con una citazione, a me tanto cara, che descrive la dimensione nella quale, in una prospettiva che incroci presente e futuro, intende muoversi l’I.C. “L. Sciascia”:

«Sogno una scuola di rapimenti, una scuola come bottega di vocazioni da coltivare, mettere alla prova e riparare. Una scuola in cui l’insegnante sia il postino che porta le lettere di altri all’indirizzo di ogni studente. La scuola che ciascuno di noi ricorda in quel professore speciale, che ci ha guardato come qualcuno e non come qualcosa, cominciando così a farci fiorire» (Alessandro D’Avenia, L’arte di essere fragili. Come leopardi può salvarti la vita, Mondadori, 2016, p. 187)

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