Così Antonio Di Grado, Direttore della Fondazione Sciascia, in relazione al nostro articolo “Testimoni di Geova. Alla Fondazione è polemica”
“Il Prof. Antonio Di Grado, Direttore Letterario della Fondazione “Leonardo Sciascia”, ha postato sulla pagina facebook del nostro giornale un commento relativo all’articolo Testimoni di Geova alla Fondazione. É polemica, pubblicato dal malgradotuttoweb lo scorso 23 marzo con una dichiarazione, tra le altre, del Professore Di Grado. In relazione a questa dichiarazione il Direttore Letterario della Fondazione scrive:
“Cari amici, mi spiace che della mia dichiarazione su FB abbiate riportato solo le prime righe e non il resto, nel quale non mi appellavo a regolamenti per giustificare quella scelta ma anzi la rivendicavo con fermezza. Come fa il mio amico Gaetano Savatteri a paragonare i Testimoni di Geova a “terrapiattisti e negazionisti della Shoà”? Ma vi siete documentati? Ma lo sapete che dopo ebrei e oppositori politici sono stati proprio loro le più numerose vittime della Shoà? Ma lo sapete che, come ieri Hitler, oggi è Putin che li perseguita e incarcera? La loro è una confessione religiosa come altre, che per me laico è degna di rispetto come la chiesa cattolica, che solo grazie all’articolo 7 della Costituzione, retaggio mussoliniano, gode dell’assurda qualifica di “religione di stato”. Se la sala della Fondazione l’avesse chiesta il parroco, niente scandalo, vero? E invece un’istituzione davvero laica non fa differenza fra il parroco, il pope ortodosso, il pastore valdese e perché no l’imam musulmano e il monaco zen. (E spero che questa mia dichiarazione venga riportata anche a commento dell’articolo cartaceo.)”.