Riproducono in piccolo le grandi “Vare” protagoniste dei riti pasquali della città. Una tradizione che risale al Settecento e che ancora oggi continua grazie alle varie Congregazioni.
La tradizione dei riti pasquali a Caltanissetta, così come in tante comunità della Sicilia, è ormai identità di un popolo. In questa terra di zolfo, in questa città definita in passato addirittura una “piccola Atene” per la sua vivacità culturale, la Settimana Santa è caratterizzata dalle “Vare”: gruppi statuari che ripercorrono, attraverso vere e proprie opere d’arte in legno e cartapesta, i momenti della Passione di Cristo.
Una tradizione che risale al Settecento e che ancora continua grazie alle varie Congregazioni che ogni anno, il Giovedì Santo, portano in processione le grandi “Vare” accompagnate dalle bande musicali provenienti da ogni parte della Sicilia.
E così avviene, un giorno prima, con le “Varicedde” che prima della processione, che interessa gran parte delle vie del centro, hanno fatto bella mostra in piazza Garibaldi, col Duomo, la bella fontana del Tritone e altri monumenti artisticamente illuminati.
Le “Varicedde”, lo dice lo stesso nome, sono le “piccole vare”. Piccole come i ragazzi a cui è legata questa tradizione che risale all’Ottocento: carusi delle miniere, figli di artigiani, studenti, apprendisti di bottega. A loro si deve il corteo di questi gruppi statuari che riproducono in miniatura le grandi “Vare” del Giovedì Santo. E ancor oggi molti giovani seguono la processione curando ogni piccolo particolare della tradizione che così si rinnova.
Momenti che accendono i riflettori su Caltanissetta che in questa settimana dedicata ai Sacri misteri torna ad essere, come scrisse nel 1960 Leonardo Sciascia, una “città festosa che vibra di gioia nel vibrare“.