Un feeling che parte da lontano quello tra il gioiello della pasticceria favarese e la Santa Sede. Una “dolcissima” storia che merita di essere raccontata
La prelibatezza dell’Agnello Pasquale di Favara, dolce tipico della cittadina chiaramontana, ha conquistato il palato di tutti, facendo peccare…di gola anche i Pontefici.
Non un solo Papa ma addirittura quattro: Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Francesco. E’ un feeling che parte da lontano quello tra il gioiello della pasticceria favarese e la Santa Sede. Il simbolo del sacrificio del Figlio di Dio, che a Favara prende la forma di Agnello di pasta reale di mandorle e farcito di pistacchio, è stato apprezzato sia per la simbologia sacra ma anche per il gusto.
Il primo Pontefice che assaggiò il dolce, nato nelle cucine del Collegio di Maria e poi lavorato nel corso dei decenni da tantissimi laboratori artigianali di pasticceria oltre che in quasi tutte le famiglie favaresi, fu Papa Giovanni XXIII, che quasi cento anni fa aveva già apprezzato profumo e sapore direttamente a Favara durante un suo viaggio in terra agrigentina.
“Questo dolce è stato assaggiato il 12 maggio 1923, da mons. Angelo Giuseppe Roncalli (1881-1963 – eletto Papa Giovanni XXIII il 28 -10-1858), – dice lo storico locale Carmelo Antinoro – quando, essendo in visita ad Agrigento, dovendo rientrare a Roma, il canonico Antonio Sutera volle accompagnarlo fino a Caltanissetta e, passando per Favara, insieme si fermarono nella sua residenza di via Umberto per prendere un caffé e, per l’occasione, assaggiare questo dolce favarese preparato da suor Concetta Lombardo del collegio di Maria.
Il dolce venne talmente apprezzato da mons. Roncalli, al punto tale che a 40 anni esatti dalla visita ad Agrigento-Favara, precisamente l’11 maggio 1963, ricevendo il nuovo Vescovo ausiliare di Agrigento, mons. Calogero Lauricella, accompagnato per l’occasione, dal teologo Antonio Sutera, studente all’ateneo di Roma (nipote del canonico Antonio Sutera), Papa Giovanni XXIII volle ricordare due cose in particolare: la visita effettuata ai templi di Agrigento e il gusto particolare dell’agnello pasquale, consumato a Favara”.
Ma il filo diretto Favara-Santa Sede non ha conosciuto soste.
“Il canonico Sutera, quando era direttore diocesano delle pontificie opere missionarie e rettore del seminario di Agrigento –continua lo storico Antinoro – più volte ha omaggiato mons. Roncalli di questo squisito dolce favarese e successivamente, riprendendo una vecchia e nobile tradizione, anche il Movimento Giovanile Studentesco di Favara, il cui promotore era il sac. Antonio Sutera (nipote del suddetto canonico), a quell’epoca rettore della chiesa del Rosario di Favara. Di quanto detto ne è riprova una lettera della Segreteria di Stato del 18 aprile 1966, con la quale l’eletto cardinale sostituto mons. Angelo Dell’Acqua comunicava a mons. Sutera che Papa Paolo VI voleva ringraziarlo per l’invio dell’agnello Pasquale”.
Successivamente a ricevere il dolce di Pasqua è stato anche Papa Giovanni Paolo II. A consegnare nelle mani del Pontefice polacco il dolce fu, nel novembre del 2004, una delegazione di persone disabili.
“Siamo stati ricevuti in udienza da Papa Giovanni Paolo II – ci racconta il giornalista Totò Arancio, componente della delegazione – in un incontro che nessuno di noi potrà dimenticare. Al termine, da favaresi doc orgogliosi del nostro dolce, regalammo al Papa un Agnello Pasquale per ringraziarlo dell’ospitalità e delle parole di incoraggiamento nei confronti di noi disabili e delle nostre famiglie”.
Recentemente anche Papa Francesco ha ricevuto tra le mani il dolce di Favara, sancito come simbolo della città nella tabellonistica stradale con l’indicazione proprio di “Favara Città dell’Agnello Pasquale”, grazie ad una decisione assunta ad inizio degli anni Duemila dall’amministrazione guidata da Lorenzo Airò. Lo stesso sindaco Airò, nella Pasqua del 1997, nel suo primo mandato amministrativo, con la sua giunta volle istituire la Sagra, quest’anno giunta alla XXIV edizione.
Il 13 aprile del 2019, nel corso di una udienza con l’Associazione Italiana Donatori Organi, il prof. Salvatore Urso, scomparso poche settimane fa e presidente della locale sezione Aido, consegnò a Papa Bergoglio un Agnello Pasquale lavorato nel laboratorio del Caffè Cavour della famiglia Alba.
E nel marzo scorso, in piazza San Pietro, nel corso di una udienza con la Federazione Italiana Cuochi, Eleonora Cavaleri rinomata pasticcera ed ambasciatrice dell’Agnello Pasquale per i suoi frequenti viaggi in Italia ed in Europa in vari workshop, ha omaggiato Papa Francesco di un Agnello realizzato nel suo laboratorio “Cosi Dunci”, ubicato all’ombra della maestosa cupola della Chiesa Madre di Favara.