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“La brigata delle ombre. Scrittori e artisti nella guerra di Spagna”

Per le edizioni “La nave di Teseo” il nuovo libro di Antonio Di Grado, metafora di Resistenze moderne

Quanto una guerra può influenzare le scelte di artisti e letterati? Se lo chiede Antonio Di Grado che torna il libreria con La brigata delle ombre. Scrittori e artisti nella guerra di Spagna (La nave di Teseo): un viaggio nei tre anni (1936-39), di un conflitto civile che aprì scenari inquietanti in tutt’Europa.

Trecento pagine che rispolverano le energie poetiche e civili dalla voluminosa biblioteca dedicata alla guerra spagnola che diventò emblema dell’impegno di molti intellettuali nello scontro duro tra fascismo e antifascismo.

Nei cieli sopra la Spagna una numerosa brigata di intellettuali sostenne, da combattenti o da testimoni, la Repubblica: Hemingway, Dos Passos, Malraux, Orwell. E Garcìa Lorca, Antonio Machado, Marìa Zambrano, Constancia de la Mora. Assieme ad altri hanno vissuto e scritto (contrariamente a quanto sosteneva Pirandello che la vita o la si vive o la si scrive) di un popolo e della sua lotta. Pagine di passione civile che Di Grado ha pensato e ripensato in questi anni di ritorno alle letture di un tempo, dopo aver concluso l’attività accademica nell’ateneo catanese.

Letture sue che diventano nostre se con questo libro l’autore indica altri titoli dello scaffale dedicato alla guerra di Spagna, di scrittori che rimasero condizionati da quel doloroso avvenimento: Sartre, Bernanos, Borgese, Brancati, Vittorini e poi Fabrizia Ramondino e Manuel Vàzquez Montalbàn. E Leonardo Sciascia, ombra sempre presente in queste pagine. Lo scrittore siciliano tenne la Spagna nel cuore sin dalle pagine giovanili de Le parrocchie di Regalpetra: «Quei nomi – Bilbao Malaga Valencia; e poi Madrid, Madrid assediata – erano amore… E Lorca fucilato. E Hemingway che si trovava a Madrid. E gli italiani che combattevano dalla parte di quelli che chiamavano rossi».

«La guerra di Spagna – spiega Di Grado – è un caso unico in cui la storia l’hanno scritta i vinti». Con i reportage del francese Antoine de Saint-Exupèry, che dormiva nello stesso albergo della leggendaria coppia di fotografi, Robert Capa e Gerda Taro, i canti dei poeti contro Franco e la dittatura, i racconti degli esiliati, i versi di Alberti e Prados. E Picasso, che nel ‘37 espone “Guernica”, pennellate che gridano alla Resistenza. Colpi di penna, pennelli, garofani e spada per la difesa della Spagna libera. Un libro metafora di Resistenze moderne, di lacrime e sangue di oggi e della mancanza di tante “voci” della coscienza utili a far suonare le campane della libertà per tutti.

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