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“I grandi poeti della mia classe”

L’originale saluto della professoressa Teresa Bucalo ai suoi studenti di quinta

Teresa Bucalo

“C’è voluto un po’ ma alla fine eccoli i nomi dei nostri poeti e dei nostri scrittori, più o meno moderni. Come ci ha insegnato Pirandello, di noi esistono molte versioni, almeno tante quante le persone che ci osservano, questa presentazione riguarda il mio modo di vedervi e di individuare in ognuno di voi una caratteristica che mi ricordi un poeta, uno scrittore”.

Comincia con queste parole l’originale lettera di saluto di fine anno scolastico della professoressa Teresa Bucalo, docente di lettere in una scuola superiore, ai suoi studenti.

E leggendo cominci a scoprire che nella sua classe di quinta c’è lo studente che “con la sua risata assordante” viene immaginato “in uno scritto di Svevo”. E poi lo studente che viene accostato ad “un moderno Pascoli”; la studentessa “dallo sguardo fiero e abituato a raggiungere grandi successi”, che la professoressa Bucalo immagina “come Grazia Deledda, prima poetessa italiana a ricevere il Premio Nobel per la letteratura; lo studente che richiama Giacomo Leopardi “e che fa riflettere sull’emotività che accompagna la vostra splendida età”.

Nella lettera della docente trova anche spazio una storia d’amore sbocciata in classe, lo studente e la studentessa che ne sono protagonisti fanno pensare un po’ ad Alberto Moravia ed Elsa Morante. “Un amore nato negli ambienti culturali romani, un po’ come la nostra scuola..”.

C’è poi la studentessa nella quale la Prof. vede Virginia Woolf, che “come la scrittrice britannica è sempre stata in prima fila nella lotta per i diritti dei meno agiati. Pronta a far diventare la classe un luogo di confronto e di discussione costruttiva”.

E ancora: lo studente che parla poco, “perché ama essere sintetico”, che non può che ricordare Ungaretti; la studentessa “capace di grandi conquiste che fa venire in mente Ada Negri”; la studentessa “ribelle e difficile da placare quando partiva con i suoi rimproveri, a fin di bene, ai compagni. Lei la immagino un po’ Alda Merini, forte e appassionata, con lo sguardo a volte triste ma attento e dolce”; “la studentessa attenta, diligente e con la grande voglia di dare sempre il massimo in tutto ciò che fa. Pensando a lei penso a Oriana Fallaci, giornalista e scrittrice in prima fila, pronta e decisa a raccontare le crudeltà della guerra e non solo”; lo studente “grande attore della sua vita, che magari un giorno metterà in scena, ed io sarò in prima fila, ad applaudire tutti i suoi successi. Lui mi fa pensare a Pirandello”; la studentessa “silenziosa ma dal carattere deciso, attenta a ciò che succede intorno a lei e pronta a pretendere spiegazioni per ciò che non le è chiaro. In lei vedo una delle mie scrittrici preferite, Elena Ferrante”.

Nella lettera della professoressa Bucalo non può mancare Dante, il Sommo Poeta. Ed ecco lo studente visto “come un galantuomo di altri tempi, ragazzo serio, educato e rispettoso. Lo immagino un po’ come il mitico Dante, elegante e innamorato dell’amore. Fedele alla sua amata, così come Dante è stato fedele alla sua Beatrice”.

E a conclusione della lettera arriva il saluto. “Che dire ragazzi, è arrivato il momento di salutarci. Vi ringrazio per l’anno meraviglioso che mi avete fatto vivere, adesso sarete voi a vivere una nuova ed entusiasmante avventura che è la vostra VITA. Vivetela sempre con tenacia e curiosità, avete tutte le carte in regola per diventare e realizzare tutto quello che desiderate. Buon Viaggio!”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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