Qui, dove il silenzio tappa tutto il passato. Riflessioni di un “poeta irriverente”
Nel silenzio del mio paese mi ci imbatto.
Non in quel il silenzio che da voce o pace, per capirci, quel silenzio buono che ispira creatività.
Quello che fa dire ai poeti che solo nel silenzio non si è soli mai.
Quello che ci consente di ammirare il bello che ci circonda.
Qui In alcune particolari ore del giorno, specialmente alla fine dell’estate o nel profondo inverno, trovo un silenzio che “uccide”, che fa male.
E non è solo il silenzio nelle orecchie a provocarmi dolore, bensì quello della vista. Quel silenzio negli occhi che pone muti, inermi fra i tanti cartelli appesi dalle ditte immobiliari.
Alzando lo sguardo non vedo più gerani pendenti o graste di basilico, bensì balconi vuoti, spogli e silenti.
Vedo solo delle vistose scritte si vende, è ciò ovatta il mio cuore.
Capita di provare una forte angoscia, qui dove oggi si vende tutto il silenzio nel silenzio, che raramente qualcuno compra.
Qui dove il silenzio tappa tutto il passato.
Qualcuno mi dice, ma è così in ogni paese della Sicilia.
Si certo, mi viene da rispondere, ma non sono il mio paese.
Guardando i balconi degli altri non trovo nessun ricordo, non provo nessuna nostalgia.
È qui che incontro i luoghi perduti, la mia infanzia, è qui che “piange” il mio cuore.
Mai avrei immaginato di dover vedere un giorno morire il mio paese.
Ed in silenzio impreco chi ha reso possibile tutto questo, li conosco tutti; a volte per non restare isolato ad alcuni ho anche stretto la mano.
Bestemmio alla maledizione di questa terra, alla mia parte che non sono riuscito a fare.