Fondato a Racalmuto nel 1980

Don Diego Martorana, un’assenza che si nota

Moderno e dinamico, fu il prete di tutti. Attorno a lui nacquero gruppi di preghiera, oratori, radio e giornali, scout, consulte giovanili. Due anni fa la scomparsa. 

Don Diego Martorana nel luglio del 2021 a Racalmuto (© foto Salvatore Picone)

Lo avevamo detto sin dalle prime ore. La sua assenza l’avremmo notata, tant’è che fu facile trovare il titolo del pezzo sulla morte di Don Diego Martorana. Il 18 ottobre di due anni fa titolammo proprio così: “Sarà triste non incontrarlo più tra le strade di Racalmuto“. E certamente un po’ di tristezza e malinconia la si sente quando nella piazza di Racalmuto non si vedono più tanti volti che appartengono ormai solo alla memoria e al ricordo, compreso quello dell’arciprete Martorana che ha lasciato un vuoto nella comunità così come era successo nel 2008 quando se ne andò l’altro pezzo di storia della Chiesa Racalmutese, l’arciprete Don Alfonso Puma.

Due anni fa Racalmuto si è ritrovata accanto a Don Diego per un’ultima volta. E poche settimane prima aveva salutato tutti affidando a Don Carmelo La Magra un paese sempre più bisognoso di dialogo, comprensione del prossimo, percorsi di pace e uguaglianza, come scrisse Felice Cavallaro ricordando Padre Martorana.

Durante la celebrazione della Messa (© foto Leonardo Picone)

E qui e ora vogliamo ricordarlo, come hanno fatto mercoledì scorso familiari ed amici e comunità ecclesiale durante la messa celebrata nella chiesa del Carmelo. Proprio in quel luogo dove ha iniziato il suo cammino tra la gente.

Era stato ordinato sacerdote nel 1962, fino al 1966 é stato vice parroco in Matrice accanto all’arciprete Casuccio. Poi l’affidamento della parrocchia della Madonna del Carmelo.

Sono stato ordinato sacerdote il 24 aprile del 1962 e mi hanno dato subito l’incarico di vice parroco qui in Matrice – ci aveva detto quando ci chiamò per quell’ultima intervista pubblicata poco prima di morire – . Con monsignor Casuccio, apparentemente rigido, siamo entrati subito in sintonia. Aveva le idee chiare del cambiamento che ci sarebbe stato da lì a poco non solo nella comunità, ma anche all’interno delle parrocchie. Era iniziato da poco il Concilio. Prima la parrocchia era il centro culturale e ricreativo. Rispetto ad oggi un altro mondo, ogni parrocchia era isolata, non c’era il senso di comunità. Ma non ho nostalgia del passato”.

Ricordava bene quando, nel 1966 – nel frattempo era stato nominato arciprete il giovane Padre Puma – gli affidarono la parrocchia della Madonna del Carmelo. Dove è rimasto fino al 2008: “Erano gli anni del boom economico, e ci fu una ventata di novità che dava stimoli particolari – raccontava –  I giovani hanno cominciato ad essere presenti anche se gli spazi che avevamo erano piuttosto angusti. Non c’erano altre attrattive. Mi dedicai subito al coinvolgimento dei ragazzi, ogni mese facevamo gli incontri di quartiere. E poi, col passare degli anni, il risveglio sociale e culturale. Ricordo, per esempio, quando iniziammo con le Novene natalizie. Una tradizione che non si è più fermata da allora. Eravamo alla fine degli anni Settanta. Il paese iniziò a trasferirsi nella zona del Carmelo”.

Don Diego in quegli anni coglie la sfida del cambiamento. Attorno a lui nascono gruppi di preghiera, oratori, radio e giornali, scout, consulte giovanili. È il prete dei giovani, moderno e dinamico. Per tanti anni sarà così.

Ma il destino lo ha riportato dove tutto era iniziato. Quando è morto l’arciprete Puma, nel gennaio del 2008, è toccato a lui riaprire la Matrice chiusa da tanti anni per lavori di manutenzione e restauro. E lo ha fatto con lo stesso dinamismo, con lo stesso entusiasmo e la stessa generosità di sempre.

Bisognava ridare linfa al cuore del paese – aveva detto, mentre fissava nella sagrestia della chiesa i ritratti degli arcipreti di Racalmuto – e la riapertura al culto della Matrice è stato senz’altro uno dei momenti felici che ricordo degli ultimi anni. Ci fu un entusiasmo straordinario, in venti giorni abbiamo riconsegnato la nostra bella chiesa Madre. Tutti a dare una mano, giovani e meno giovani. La riapertura coincise con l’unione pastorale delle due grandi parrocchie e quindi il distacco con la mia parrocchia del Carmelo è stato indolore”.

Padre Martorana nel 2008 con Il vescovo Carmelo Ferraro e lo storico Giuseppe Nalbone (© foto Salvatore Picone)

La costruzione della nuova chiesa “Gesù Maestro” è stata la sua ultima sfida. Oggi i locali del nuovo complesso parrocchiale sono frequentatissimi dai bambini, dai giovani, famiglie e adulti. Aveva visto bene. E hanno fatto bene a dedicargli la sala più grande della struttura. Chi passa da quella targa non può fare a meno di ricordare l’ultimo testimone di un’antica tradizione di sacerdoti racalmutesi.

Si potrebbe scrivere ancora e tanto. Ma fermiamoci qua. Certamente Racalmuto continuerà a ricordare questo protagonista del tempo che ha vissuto. Ed è strano, in effetti, non incontrarlo più tra le strade di Racalmuto.

Condividi articolo:

spot_img

Block title

I “Venerdì Jazz” al Palacongressi di Agrigento

Al via il 22 novembre la nuova edizione. I concerti in programma 

Sciascia, i luoghi degli scrittori e il recupero della memoria

Ieri a Piazza Armerina è stato ricordato lo scrittore siciliano attraverso il libro "Dalle parti di Leonardo Sciascia". Dibattito sull'importanza dell'identità e della memoria anche attraverso le pagine degli scrittori. 

“Premio nazionale Agrigento – Leonardo Sciascia”

Oggi la cerimonia di consegna nella Sala Convegni della Camera di Commercio di Agrigento. I premiati.

La morte di Sciascia e quella frase anonima sui muri di Racalmuto

L'ANNIVERSARIO Trentacinque anni senza lo scrittore, malgrado tutto