Nel marzo del 1998 Reginald Green, papà di Nicholas, il bambino di 7 anni vittima nel 1994 di una sparatoria sull’autostrada Salerno Reggio Calabria, per quattro giorni fu ospite di Grotte. Quella visita viene ancora oggi ricordata come una delle pagine più belle e commoventi della storia del paese.
Correva l’anno 1998, quando Grotte, per quattro lunghe ed intense giornate (dal 26 al 29 marzo) si trasformava in “Capitale della Solidarietà”. Un attestato di merito, quest’ultimo, riconosciutole dalla stampa nazionale, che, insieme ad altre testate giornalistiche internazionali, aveva seguito la visita di Reginald Green nel paese. Ovviamente in quella circostanza, Green, storico di professione, visitava Grotte con un obiettivo ben preciso: promuovere la cultura della donazione. Una missione importante, di cui era divenuto un instancabile testimonial.
La famiglia Green, il 7 settembre 1994, durante il viaggio che la portava ad Agrigento, sull’autostrada Salerno Reggio Calabria, rimase coinvolta in una sparatoria in cui rimase gravemente ferito Nicholas, il loro figlio di appena sette anni.
Il bambino lottò disperatamente contro la morte per diversi giorni all’ospedale di Messina, dove era stato ricoverato, ma non ce la fece. Il suo cuore cessò di battere l’1 ottobre di quell’anno.
Ciò che di quel tragico evento fece veramente notizia, oltre alla morte di un innocente, che scosse inevitabilmente la sensibilità degli Italiani, fu soprattutto l’atto che i suoi genitori compirono. I coniugi Green, sebbene affranti dal dolore, decisero, infatti, di donare gli organi del loro bambino e di salvare così ben sette vite, delle quali quattro di siciliani.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare un gesto così grande, ma soprattutto l’effetto di quel gesto. Infatti, nel giro di poco tempo, le donazioni di organi nel nostro Paese raddoppiarono e si intensificarono anche le campagne di promozione e sensibilizzazione. Ecco perché Reginald Green, nel Marzo del 1998, fu invitato a Grotte, ospite del Comune e dell’ AIDO. Fu Pietro Zucchetto, presidente allora della sezione AIDO di Grotte, a volerlo, affinché potesse regalare la sua testimonianza a quanti in quelle giornate avrebbero partecipato ai convegni, alle cerimonie di intitolazione e premiazione che senza sosta si celebrarono in quei quattro giorni.
“La donazione degli organi di Nicholas in Italia – ricorda Zucchetto – produsse quello che fu definito “Effetto Nicholas”, infatti, quasi come per miracolo, le coscienze assopite ed assonnate, soprattutto nel Meridione ed in Sicilia, di tanta parte della popolazione, uscirono dal torpore dell’indifferenza, si stupirono per quel gesto così generoso ed immediato ed impararono a vivere il valore della solidarietà e della condivisione in modo più maturo ed aperto alla sofferenza di tante persone che per diverse malattie possono solo sperare in un trapianto di organi”.
“In memoria del piccolo Nicholas – continua Zucchetto – la Regione Siciliana, unica nel territorio nazionale, emanò una legge, la n. 15 del ‘95, con la quale bandiva un concorso a premi denominato “Memorial Nicholas Green”, riservato a tutti gli alunni delle scuole siciliane, che si impegnavano a sviluppare un elaborato finalizzato alla diffusione dei sentimenti della solidarietà umana ed, in particolare, alla donazione di organi. Qualche anno dopo la barbara uccisione del piccolo Nicholas, anche la mia famiglia iniziava a vivere la stessa sofferenza per la perdita di un figlia e anche noi avevamo autorizzato l’espianto e la donazione degli organi di Elisa, ma, per il vincolo di certe norme burocratiche e legali, tutto andò diversamente. Identico, invece, fu il messaggio positivo dell’ amore che si trasforma in donazione“.
Certo Zucchetto non avrebbe potuto pensare ad un testimonial migliore, che era riuscito a concretizzare ciò in cui lui aveva fortemente creduto: la donazione. Pietro ci credeva veramente, ma per lui, che avrebbe voluto donare gli organi della sua Elisa, una dolcissima ragazzina di appena 11 anni, morta improvvisamente mentre si trovava in vacanza, tutto questo non era stato possibile, la Legge glielo aveva impedito.
Le motivazioni, dunque, c’erano tutte, ed ecco perché la visita di Reginald Green a Grotte rappresentò per lo spessore delle iniziative organizzate e per la ricaduta in termini di sensibilizzazione, educazione e promozione un avvenimento molto importante. Oltre all’intitolazione di una villetta comunale a Nicholas, a Green venne conferita la cittadinanza onoraria e fu lui a premiare personalmente i vincitori del “Premio Nicholas Green”, promosso dal Provveditorato agli Studi di Agrigento, che quell’anno eccezionalmente si celebrò a Grotte. Tutta la Comunità partecipò, con grande coinvolgimento, alle manifestazioni in programma, tra queste anche la proiezione del documentario, realizzato dalla Fondazione Green, che ripercorreva la tragica vicenda di Nicholas.
“A Grotte in quegli anni – ci dice Pietro Zucchetto – grazie all’”effetto Nicholas” ed al ricordo della piccola Elisa, si era molto sviluppata la sensibilità verso la cultura della donazione degli organi, tanto che un movimento di giovani aveva fatto nascere il Gruppo Comunale AIDO, che organizzava incontri, dibattiti, testimonianze entrando subito in contatto con le scolaresche della città e proponendo anche un concorso di pittura sulla donazione di organi e sulla solidarietà in genere. Gli alunni, guidati e stimolati da docenti molto attenti e preparati, maturavano così un atteggiamento aperto e sensibile, tanto che oggi molti di loro, ormai giovani adulti, sono iscritti all’AIDO”
Ma come matura l’idea di invitare Reginald Green?
“Tra la fine del ‘97 e l’inizio del ‘98 – ricorda ancora Zucchetto – il Consiglio Regionale AIDO della Sicilia aveva informato tutte le Sezioni Provinciali dell’opportunità di ospitare Mr Green che per la prima volta, dopo la tragedia del figlio, tornava in Italia. Il Gruppo Comunale di Grotte e l’Amministrazione Comunale, presieduta dal Sindaco Antonio Carlisi, da sempre sensibili a questo tipo di problemi, assieme alle città di Arezzo, Perugia e San Benedetto del Tronto, si erano offerti di ospitarlo. L’arrivo a Grotte di Mr. Green suscitò subito molto interesse fra la popolazione, infatti al suo seguito c’erano due troupe televisive: la CBS News di New York e la Televisione Tedesca, in quanto dopo il tour italiano sarebbe dovuto andare in Germania. L’organizzazione dell’evento era molto complessa. Ma la macchina funzionò a meraviglia. Eravamo sbalorditi, tutti erano a nostra disposizione e ben quattro docenti di Inglese si alternavano ad ogni impegno, appuntamento o manifestazione pubblica, mettendo a proprio agio Mr Green sempre così affabile, aperto, generoso, attento e curioso di conoscere e scoprire, proprio come lo era il piccolo Nicholas. Mr Green era instancabile e desideroso di vedere i luoghi più caratteristici della provincia e di passeggiare sulla spiaggia di San Leone, certamente pensando alle corse che avrebbe fatto Nicholas e alle tante domande che gli avrebbe posto.
Quale altro ricordo particolare possiamo recuperare di quei giorni?
Di quei giorni di fine marzo del ’98 vissuti con lui ricordo soprattutto la grande serenità e la calma che trasmetteva a tutti, a me in particolare che ero sempre così teso e continuamente emozionato. Accanto a lui mi sentivo protetto, era come se mi insegnasse a vivere di nuovo con più fiducia nel domani ed io trovavo un po’ di sollievo. E’ questo il messaggio più importante e prezioso che ho ricevuto da lui a Grotte e che in un successivo incontro a Termini Imerese nel 2008 ho avuto riconfermato.
La donazione degli organi nel nostro Paese resta sempre un problema aperto. Perchè?
Affrontare e parlare di donazione degli organi è sempre molto difficile, perché inevitabilmente ci si trova di fronte a delle morti tragiche ed inaspettate e non si vuole turbare la propria quotidianità pensando a situazioni che si spera, in ogni caso, accadranno sempre e solo agli altri. L’esempio della famiglia Green è stato seguito nel tempo da tanti facendo innalzare in maniera esponenziale in Italia le donazioni per milione di abitanti. Oggi, anche se il trend delle donazioni è dovunque sempre in crescita, tuttavia non si può non notare la disparità che c’è tra alcune regioni del nord e tante regioni del sud. In ogni caso ciò che conta non sono le statistiche ed i numeri, ma la cosa importante è che le coscienze si risveglino e che la mente ed il cuore si aprano alla solidarietà.
Alcuni momenti della visita di Reginald Green a Grotte