La recensione di Daìta Martinez al libro di Bia Cusumano Trame Tradite, edito da Navarra
Ventiquattro racconti, ventiquattro donne, le donne protagoniste del nuovo libro di Bia Cusumano, Trame Tradite, edito Navarra, 2023.
Donne che non sfuggono lo sguardo ma proprio dallo sguardo, e con incisiva prospettiva dialettica, si rendono artefici di un coro intonato su un pentagramma di coraggio e sorellanza, poetica anche.
Ed è poetica l’intonazione verbale dei gesti di ognuna di loro che sono una, nessuna e centomila sfumature di pirandelliana memoria. Donne scritte in un’armonica e complessa intesa con la vita, vita che preda e dona, vita che ha il grembo odoroso di zagara e il nome nel nome del padre, figura amata e ricorrente in ogni trama che lo avverte. Come ricorrente è l’amore, l’universale dell’amore.
L’amore che abbraccia il silenzio sordo del dolore e che dal silenzio si racconta come fosse il caldo nido di un abbraccio dove pur anche un piccolo angelo dell’est può riposare dal suo tempo: <<Due corpi sopravvissuti, la piccola manina di Gabriel nella mia. Passammo quella notte tra le bombe. Gabriel le sentiva esplodere sul suo corpo, io dentro l’anima. E fu quell’esile e sottile filo d’amore che ci permise di comunicare durante tutte quelle settimane, che sembravano non finire più.>> Perché c’è sempre un filo d’amore a salvarci dall’inferno.